«Siamo nella sede del nostro comando Ci sparano addosso»

«Siamo nella sede del nostro comando Ci sparano addosso» UN CENTINAIO Di MILIZIANI TIENE SOTTO TIRO GLI ITALIANI «Siamo nella sede del nostro comando Ci sparano addosso» Nel quartier generale italiano assediato dai guerriglieri di Al Sadr ci sono anche quattro giornalisti. Due filippini che lavorano per la sicurezza sono rimasti feriti. C'è l'oscuramento in tutti gli edifici Andrea dì Robilant ROMA «Sonobloccato dentro. LiI nee telefono interrotte. Solo e-mail. Proverò a chiamare se situazione si calma». Al buio dal suo ufficio, il portavoce della Cpa Andrea Angeli, funzionario di lunga esperienza che militari e giornalisti conoscono per il suo «aplomb» nei momenti di grande pericolo, inviava questo messaggio succinto a chi cercava di contattarlo durante il violento assalto dei miliziani di Moqtad al Sadr contro la palazzina della Cpa a Nassiryia. Nel corso di una giornata drammatica, che ha tenuto lo stato maggiore, il governo, il parlamento e le redazioni di giornali e tivù con il fiato sospeso in attesa di notizie, il computer portatile di Angeli è stato, per molte ore, l'unico modo di collegarsi con le persone asserragliate all'interno dell'edificio messo sotto assedio dai miliziani. Assedio che a mezzanotte ora irachena, le dieci in Italia, non accennava a finire. Con Angeli c'erano una decina di funzionari della Cpa (tra cui cinque italiani), un plotone del Reggimento San Marco e i fucilieri di Marina del San Marco, una decina di vigilantes filippini che lavorano per una società di sicurezza e quattro giornalisti: gli inviati del Tg3 Maria Cuffaro e Beppe Belviso, Andrea Nicastro del Corriere della Sera e Meo Ponte di Repubblica. La giornata aveva cominciato a prendere una brutta piega verso le quattro del pomeriggio (le due in Italia), quando un centinaio di seguaci di al Sadr, armati di pistole, kalashnikov e lancia razzi Rpg sono arrivati a bordo di un corteo di veicoli nella zona della ex Base Libeccio, nei pressi del ponte che fu già teatro di una violenta battaglia tra i soldati italiani e gli uomini dell'Esercito di Mahdi lo scorso 6 aprile in cui decine di iracheni rimasero uccisi. Un clima di tensione è subito calato su quella zona della città e i militari hanno detto ai civili e ai giornalisti di non allontanarsi dalla sede della Cpa, situata poco lontano oltre il fiume. Dopo un'attesa snervante, i miliziani hanno occupato un piccolo distaccamento della polizia irachena. Poi si sono spo¬ stati verso la palazzina del governatore iracheno, che in quel momento non si trovava in sede. «Sono entrati, sono rimasti un po?-e poi sono usciti», ha detto una fonte dello Stato maggiore descrivendo la scenav Nelle settimane scoile alcuni funzionari che vivono e lavorano alla Cpa nel centro di Nassiryia si erano lamentati per l'eccessiva vulnerabilità della sede (tanto che era stata presentata un'interrogazione parlamentare proprio su questo tema). La prova di forza dei miliziani vicino al ponte riaccendeva i peggiori timori di chi adesso si trovava intrappolato nell'edificio. Tanto più che da Najaf e Kerbala arrivavano notizie allarmanti di un'offensiva generalizzata degli uomini agli ordini dell'Esercito del Mahdi. Dopo l'occupazione del governatorato, invece, i miliziani si sono dispersi in gruppi per la città e il pericolo sembrava scampato. Tanto che Gianfranco Fini, interpellato dai giornalisti a Roma, diceva che la situazione destava ancora «qualche preoccupazione» ma che non c'erano «segnali concreti di allarme». In realtà la situazione a Nassiryia era impovvisamente peggiorata. «Alcuni gruppi di miliziani, i più esagitati, hanno fatto ritorno verso il ponte e poi si sono diretti verso la sede della Cpa», ha raccon¬ tato un portavoce dello Stato maggiore. Erano armati di Kalashnikov e lancia razzi, e verso le otto di sera, all'imbrunire, hanno cominciato a sparare raffiche contro le mura di cinta della palazzina, senza avvi¬ cinarsi troppo per timore di essere colpiti dai soldati italiani. Contattato via e-mail. Angeli ha cercato di descrivere per sommi capi quello che stava succedendo, e soprattutto come lui e i suoi compagni stavano vivendo l'improvviso attacco a fuoco: «Ci sono scontri tra i miliziani e le forze di posizione all'interno dell'edificio. La situazione è molto difficile. Hanno sparato numerosi colpi di mor¬ taio e razzi. Almeno venti». I razzi sparaticon gli Rpg sono stati almeno dieci durante il primo assalto. A Roma lo Stato maggiore confermava che i soldati italiani avevano risposto al fuoco: Aggiungeva che uno dei filippini che lavorava per la sicurezza era rimasto'ferito. Poco dopo Angeli, al suo computer, confermava che almeno due filippini erano rimasti feriti ma che era difficile avere un'idea precisa della situazione: «Siamo bloccati dentro i nostri uffici e all'interno dell'edificio c'è l'oscuramento». Fuori, intanto, sporadiche raffiche di kalashnikov e nuovi colpi di mortaio continuavano a squarciare la notte. ie linee telefoniche sono interrotte Il portavoce Andrea Angeli comunica soltanto attraverso le e-mail. La palazzina del quartier generale suscita da tempo polemiche per la sua posizione esposta mni nassiriya; LO SCENARIO BASE LIBECCICh- Un tèmpo occupata dai Carabinieri, ora sede di una centrale operativa delle forze di sicurezza irachene. TALLII Nella base Camp Mitttca risiede ta maggior parte dei militari Italiani BASE WHITE MORSE Ex base americana passata sotto il controllo del contingente militare italiano Tikrit ANIMAI. HOUSE La base dei carabinieri attaccata i| 12 novembre 2003 (19 levittime italiane) e poi abbandonata dal nostro contingei Baghdad o IRAQ Nassiriya mi i fe Bassora I TRE PONTI Teatro della sanguinosa battaglia dello scórso 6 aprile, in cui 12 bersaglieri rimasero iferiti e diversi iracheni furono uccisi. Ieri uno dei ponti è stato occupato dai miliziani dì Al Sadr SEDE DELLA CPA La palazzina dell'Autorità provvisoria ^ della Coalizione, guidata dall'italiana .Barbcifa Contini, ieri è finita sotto ì colpì di mortaio dei fedelissimi di Al Sadr. E' la sesta volta: è stata attaccata cinque volte nel mese di aprile e una nel mese di maggio ;--« La sede dell'Autorità provvisoria della Coalizione a Nassiriya presa dì mira ieri sera per la settima volta

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