Toro-Basarins: la rottura è dietro l'angolo

Toro-Basarins: la rottura è dietro l'angolo AL PUNTO DI PARTENZA DOPO DUE MESI. IL CLUB: MANCANO I DOCUMENTI PROMESSI. LA CORDATA: GARANZIE SUFFICIENTI Toro-Basarins: la rottura è dietro l'angolo lèttoni: potremmo cambiare obiettivo Roberto Còndio TORINO Doveva essere una settimana quasi decisiva per il Toro di CimmineUi fortemente desiderato dalla cordata-Basarins. Con ogni probabilità sarà cosi, ma la svolta va nella direzione opposta a quella voluta da una tifoseria provata da anni di batoste e delusioni e preoccupata per la mancanza di prospettive offerte dalla gestione cimminelhana. Dopo 10 giorni pieni solo di silenzi e congetture, ieri è suonata l'ora delle parole e delle sorprese. Le due parti sono tornate a rilasciare dichiarazioni e, al di là della sensazione di un rapporto vicinissimo alla rottura, il solo punto d'incontro è stato la smentita dell'unico passo avanti che sembrava acquisito: nessun uomo di Basarins è finora entrato nella «data room» con carte e conti del Toro perché l'ormai famoso ((bene fondi» promesso il 3 maggio dall'imprenditore lèttone a CimmineUi non è ancora arrivato. Lo ha detto il legale del patron granata, Riccardo Rossetto, e lo hanno confermato il commerciahsta Massimo Boidi e il manager sportivo Carlo Piazzolla, rappresentanti di Basarins. Giornali, radio e tv, dunque, hanno dato credito per una settimana a bisbigli provenienti dalla cordata lèttone e poi amplificati da mancanza di smentite e dal riserbo ufficiale imposto dal patto di riservatezza firmato dalle parti. Abbiamo sbagliato e chiediamo scusa ma, dopo quasi due mesi di schermaglie e il primo contatto diretto di due lunedì fa, tutto autorizzava a credere in un'accelerata. Invece no. Rossetto restava in attesa del documento promesso e, di conseguenza, Boidi continuava a rimandare l'esame dei dossier contabili e non, indispensabile per formulare finalmente un'offerta. Ieri mattina, però, la commedia degli equivoci alimentati ad arte è finita. Rossetto ha ricevuto un fax da una banca russa, ne ha parlato con CimmineUi e ha poi affidato aU'Ansa un comunicato eloquente. D succo: «Non c'è ancora trattativa con i lèttoni. Il 3 maggio Basarins si era impegnato spontaneamente a fornire entro brevissimo termine una serie di documenti relativi a struttura e consistenza del suo gruppo. La documentazione concordata e proposta non ci è ancora pervenuta». Come dire che, perciò, la «data room» resta chiusa. Difficilmente si aprirà, a giudicare daUaposizione deUa controparte. Dice Boidi: «Gli "affidavit" bancari richiesti sono arrivati. AUo stato attuale deUe cose, riteniamo di non dover dire né dare di più. Ci sembra una documentazione sufficiente per un preventivo esame dei documenti. Se UToro non dovesse essere d'accordo, valuteremo U da farsi: non è da escludere che potremmo rivolgere le nostre attenzioni a un altro club che ponga meno paletti e che non si porti dietro questo fardello tutto da scoprire degU stadi». Più perentorie le parole di PiazzoUa: «Siamo stufi. A CimmineUi abbiamo inviato la lettera di una primaria banca russa che garantisce la possibUità da parte di Basarins di acqui¬ stare U Toro e di farsi carico degU impegni annessi. E' la terza banca intemazionale che si esprime. Penso che possa bastare. In caso contrario, vedrò di convincere Basarins a cambiare i suoi obiettivi. Domani sarò a Mosca per fare U punto deUa situazione: ci sono altri club itaUani, anche di A, che ci creano meno problemi. Al Toro auguro di trovare un altro acquirente disposto a sborsare quel centinaio di mUioni necessario per far fronte a debiti e impegni già presi». Altissima tensione, dunque. Sembra di essere tornati a marzo, a un dialogo fra gente che non vuole capirsi. DifficUe, a questo punto, superare lo staUo. Basarins ha promesso un documento che, pare, i suoi soci non ritengono opportuno produrre in questa fase. Nel frattempo continua a inviare credenziaU bancarie che U Toro non giudica sufficienti («È la prassi, con compratori stranieri: serve a evitare che uno sconosciuto venga a curiosare nei tuoi documenti», dice Rossetto). E senza questo ((bene fondi», non ci sarà apertura di «data room» granata né, a seguire, offerta concreta per l'acquisto e vera trattativa. I tempi, intanto, si aUungano a dismisura. Basarins e i suoi, di fatto, sono al punto di due mesi fa. Mentre U Toro continua ad accreditare posizioni più avanzate a cordate alternative. Con U concreto sospetto che tutto stia sempre nel gioco deUe parti: CimmineUi che cerca di far sadire U prezzo; i lèttoni che, verificati i tanti lati oscuri e l'alto rischio deU'affare, stanno preparando una ritirata strategica. Una tristezza. Un'immagine della marcia del 4 maggio 2003 che portò 50 mila tifosi del Toro dal Filadelfia a Superga

Luoghi citati: Filadelfia, Mosca, Torino