Tangenti per Malpensa e Linate di Paolo Colonnello

Tangenti per Malpensa e Linate MILANO, SOTTO ACCUSA UNA SOCIETÀ' DI VIGILANZA PRIVATA INTERESSATA ANCHE Al CONTROLLI NELL'AEROPORTO DI CASELLE Tangenti per Malpensa e Linate Inchiesta sugli appalti della sicurezza, 8 arresti Paolo Colonnello MILANO Alla fine litigavano perfino tra loro: «Qualcuno dovrà spiegarmi come sono usciti soldi in contanti da dare a qualcuno... Mi mancano 12 mila euro». «Lo sto domandando a te... A chi li hai dati?». «Li ho dati a te i soldi». ((A me?». «Si, per l'Enav e per l'Esercito». ((A me li hai dati?» «E allora vedi che sei bugiardo». Telefonate bollenti tra Torino e Milano, tra i responsabili dei due terminah della stessa società di vigilanza privata, l'Ivri, accusata adesso di aver pagato negli anni alcuni milioni di euro in tangenti per accaparrarsi tutti i più importanti appalti del Nord Italia in tema di sicurezza. Un'attività corruttiva registrata, filmata e controllata per mesi dagli investigatori della procura di Milano, culminata ieri nell'emissione di otto ordini di custodia cautelare. Sembrava una delle tante storie di mazzette che ancora punteggiano la vita amministrativa del Paese, invece rischia di diventare un vero e proprio terremoto giudiziario e pohtico a livello locale. La vicenda riguarda una serie di bustarelle che l'Ivri, uno dei maggiori istituti di vigilanza privata italiani, avrebbe pagato per vincere mega-appalti di sicurezza con gli enti pubblici. Le ipotesi di reato riguardano corruzione, falso e turbativa d'asta. In carcere sono finiti un direttore dell'Enav, l'ente di controllo per la sicurezza aeroportuale, Roberto Cosentino, 55 anni; Maurizio Filetto, 42 anni, uno dei direttori centrah delle Poste Italiane (consighere, su nomina di Forza Italia, anche di Sea, la società aeroportuale milanese); il tenente colonnello Francesco Stuffi, dei servizi di commissariato dell'Esercito e un impiegato dello stesso ufficio. Mauro Ciriello. La tangente più consistente sarebbe stata di 600 mila euro, finiti a Filetto, versati in un'unica soluzione per sorvegliare alcuni uffici postali. Ma altre mazzette, tra i 50 e i 200 mila euro, sarebbero state pagate pressoché per quasi tutti gli appalti della società. Tra questi la sorveghanza di 46 presidi dell'Esercito, di alcuni uffici regionali (100 mila euro) il controllo degli aeroporti di Malpensa, Linate e Caselle. Proprio per il «pacchetto» di questi ultimi due aeroporti sarebbe stato lo stesso Cosentino dell'Enav a farsi avanti, offrendosi di favorire l'Ivri in cambio di un 507o sull'appalto, trasformato poi in 50 mila euro percepiti annualmente a partire dal 2000. A decidere i pagamenti sarebbero stati Gianfranco Gianè, 48 anni, maggior azionista dell'Ivri, Donato Carene, commerciahsta e altri due amministratori della società: Leone Calzone (per l'Ivri di Torino) e Claudio Tedesco (Per la Vigilanza Città di Milano), protagonisti della Utigata telefonica registrata dalla procura e già raggiunti un mese fa da un provvedimento cautelare e ora agli arresti domici¬ liari. I due avrebbero confermato nei verbali diversi nomi e circostanze che hanno portato ieri agli ordini di cattura. Il gip Beatrice Sechi, che ha firmato le ordinanze di custodia, ha emesso anche alcune misure interdittive nei confronti degli amministratori dell'Ivri, relative al divieto di assumere cariche di dirigenza o amministrazione delle oltre 30 società controllate dalla holding di sicurezza privata, la cui cassaforte delle tangenti («lo scheletro» nel gergo dei due manager) era proprio a Torino, in un vecchio armadio, dove la Gdf, un mese fa, nel corso di una perquisizione, trovò perfino 400 mila euro, prelevati da una contabihtàinnero. Tutto era nato un anno fa da un'inchiesta dei vigili urbani sugli appalti per la sicurezza di parchi e giardini, varata in pompa magna dal vicesindaco De Cerato e naufragata nel giro di nemmeno un anno per l'inadempimento di alcuni servizi da parte dell'Invìi. In sostanza i «ghisa» si erano accorti che le pattughe impiegate dalla società per garantire la sicurezza nei parchi milanesi erano di gran lunga inferiori a quelle previste dal contratto d'appalto. Da qui, la denuncia in procura e l'inizio di un'inchiesta che per diversi mesi si è sviluppata tra pedinamenti e intercettazioni, fino alla scoperta, circa un mese fa, che i responsabili dell'Ivri riuscivano a dribblare i controlM della polizia giudiziaria grazie a un paio di talpe a Palazzo di Giustizia, una ex cancelliera e un rinomato criminologo. Guido Travaini, entrambi arrestati. Tra gli indagati infine, anche se in posizione marginale, anche l'ex sindaco di Milano, Carlo Tognoli, consulente dell'Ivri. Insomma, uno scandalo che promette sviluppi clamorosi e mette in subbuglio la maggioranza di centrodestra. *"''^■<^!■^«■'*«•»«S• Ancora uno scandalo per gli aeroporti