Ricerca, un Piano per spiccare il volo

Ricerca, un Piano per spiccare il volo LA SVOLTA DEL GOVERNO PER IL BIENNIO 2004-2006 Ricerca, un Piano per spiccare il volo Il settore è stato penalizzato da dieci anni di scarsi investimenti La parola d'ordine è svecchiare: solo il 507o dei docenti è under 34 In calo gli studenti nelle facoltà scient fiche: la tendenza va invertita Raffaello Mascì ROMA Il nostro sistema economico rischia di essere trave'to non solo dalla concorrenza degli altri Paesi europei, del Giappone e degli stati Uniti, ma anche e soprattutto da Cina e India che grazie ad un forte investimento su ricerca e capitale umano (cioè sulla formazione e l'istruzione) stanno diventando delle superpotenze. In Italia invece, la ricerca è stata negli ultimi dieci anni fortemente penalizzata. Per questo il governo ha approntato il secondo Pnr (Programma nazionale della ricerca), relativo al triennio 2004-2006, con l'obiettivo di monitorare eccellenze e debolezze del nostro sistema, per ottimizzare le risorse, puntare sui settori trainanti e strategici (tra cui: Information and comunication tecnology, biotecnologie, nuove materiali, nano e microtecnologie, energia, ambiente, trasporti, agroalimentare e salute), aumentare il «capitale umano», potenziare la ricerca di base e quella industriale. Nelle 60 cartelle di densa scrittura del Pnr, non è chiaro però da dove verranno le risorse per fare tutto ciò che occorre. Particolarmente grave, secondo l'analisi del Programma, è la questione della competitività, dato che dobbiamo confrontarci da un lato con gli Usa, che godono di formidabili investimenti al sistema della ricerca, e dall'altra con paesi emergenti come India e Cina, che associano a questo anche un basso costo del iavoix),*ral»^000 dice il Programma - gli Usa hanno investito in R&S (ricerca e sviluppo) 288 miliardi di euro contro i 164 dell'Europa e i 154 del solo Giappone. Va da sé che il 330Zo dei brevetti richiesti in Europa è effettuato da aziende americane, mentre in Usa solo il 190Zo dei brevetti depositati è europeo. Nel non facile quadro Uè, il nostro paese è in una situazione particolarmente penalizzante. I finanziamenti alla ricerca sono costantemente diminuiti negli ultimi dieci anni: si è passati dall'l,300Zo del Pil del 1990, all'1,07% del 2001 e allo 0,907o di oggi, rispetto ad una media europea che è quasi del doppio (l,930Zo). Queste cifre devono far riflettere, se paragonate al 2,6907o degli Usa e al 2,980Zo del Giappone. Inoltre da noi il 50,80Zo deUe spese per R&S è a carico del pubblico bilancio: si tratta della più alta percentuale dell'area Ocse (se si esclude il 610Zo del Portogallo), tant'è che dei 66.702 ricercatori in totale, 40.152 sono pagati dallo Stato e solo 26.550 dai privati. Il rapporto tra ricercatori pubblici e privati è pari a 1,51 mentre in Europa è 1,03, in Giappone 0,48 e in Usa 0,17. Dare risorse alla ricerca, dunque, significa soprattutto agevolare gli investimenti privati. Per quanto riguarda il personale, il nostro sistema accademico e di ricerca è quantomai vecchio: solo il 50Zo dei docenti universitari di ruolo ha meno di 34 anni (a fronte del 130Zo del 1990). 18.131 sono i professori ordinari, 18.502 gli associati, 20.900 i ricercatori. Negli ultimi tre anni inoltre - rileva il Programma - il numero dei docenti ordinari è aumentato del 40,40Zo, del 2,6 quello degli associati e del 6,8 quello dei ricercatori/Poiché il costo dell'ordinario è 2,5 volte superiore a quello del ricercatore, se le università avessero privilegiato l'immissione di giovani nel sistema, avrebbero potuto assumere 13.050 nuove leve a costi invariati. Non ci sono buone notizie neppure dal fronte degli studenti: ii numero degli immatricolati aHfcKfacoltà scientifiche è.ih diminuzione di circa un terzo. A Matematica c'erano 2.202 immatricolati nel '98, che sono diventati 1.943 nel '99, e 1.579 nel 2000. La curva delle iscrizioni a Fisica, negli stessi anni, è stata: 2.294, 1.934, 1.630. Per Chimica i numeri sono i seguenti: 1.278, 1.007, 843. Per contro basta sapere che la Cina punta a un milione di ingegneri l'anno e che il 500Zo dei ricercatori Usa è già straniero. Dovremo importare matematici indiani anche noi? Per far fronte a questo qua¬ dro sconsolante, il governo si è proposto alcuni interventi, tra cui: monitoraggio delle eccellenze e delle debolezze strutturali, ripresa degli stanziamenti con un incremento del 140Zo nel triennio 2004-06, riforma della scuola, riordino degli enti pubblici di ricarca, approvazione del piano nazionale spaziale, varo del sistema di valutazione, creazione dei distretti tecnologici, sostegno all'inserimento dei giovani nel settore R&S, riordino dello stato giuridico docenti universitari, fondazione dell'Istituto italiano di tecnologia. Per far fronte a tutto questo le forze sociali hanno sollecitato un intervento finanziario di almeno 14 miliardi di euro nel triennio. Un quadro preciso dei finanziamenti, però, nel Pnr non c'è. DOCENTI UNIVERSITARI 18.000 professori ordinari +40A% dal 2001 —ir— +2.6V0 dal 2001 Considerando che un ordinario costa 2,5 volte più di un ricercatore, se si fossero privilegiati i giovani, a parità di spesa sarebbero stati assunti 13.000 nuovi ricercatori IMMATRICOLAZIONI NELLE FACOLTÀ SCIENTIFICHE Forte diminuzione delle immatricolazioni alle facoltà scientifiche dafl 998 al 2000 Matematica Fislca Chimica 1998 2202 2294 1278 1999 1943 1934 1007 1579 1630