Che spavento, la gatta gnuda e la gatamora

Che spavento, la gatta gnuda e la gatamora Gian Luigi Beccaria , PAROLE IN CORSO Che spavento, la gatta gnuda e la gatamora GLI uomini hanno popolato l'universo di mostri, fantasmi, arpie, sirene, vampiri, la sfinge, incubi, serpenti di mare, centauri, minotauri, giganti, lo yeti, e i draghi, quei mostri della terra e dell'aria che uniscono la forma del serpente a quella dell'uccello, e lupi mannari, il basilisco, rettile favoloso, creduto il re dei serpenti, dallo sguardo fulminante, soltanto con lo specchio lo si poteva cacciare perché, riflettendosi coi suoi occhi mortali, uccideva se stesso incenerendosi, aveva una testa di falco, cresta rossa, corpo di rettile squamoso, coda di serpente. La letteratura cavalleresca ha inventato l'Ippogrifo (il cavallo volante dell'Orando furioso, che proviene dal Pegaso della tradizione classica). Consiglierei di leggere il bellissimo Manuale di zoologia fantastica di Borges. Per chi sa il latino, basta entrare in biblioteca ed andarsi a cercare i libri rari del grande naturalista bolognese Ulisse Aldovrandi, per esempio il Serpentum ed Draconum Historia (Bologna 1640), dalle splendide silografie. Le tradizioni popolari in particolare hanno popolato l'universo di spauracchi, in specie quelli per spaventare i bambini: c'era un po' dappertutto l'uomo nero, nell'Italia al Sud la mano nera, e la gata carogna bergamasca, la gatta gnuda toscana, a Carrara la gatamora, diavolessa che andava in giro spettinata, vestita di nero, per acchiappare di sera i bambini che non volevano tornare a casa, in Sardegna la gatta marruda, nel Barese la gatta masciara. In Piemonte (tra Liguria e Piemonte) ricordo che ci spaventavano con la gattamarella, perché non ci avvicinassimo ai pozzi: dicevano che era un mostro dalle lunghe braccia, capace di afferrare e tirare giù nel profondo. Uno spettro acquatico, come ce ne sono tanti. Sulle rive del lago d'Iseo gli davano un nome di donna, la maddalena, strega terribile che si avvicinava alla riva per rapire i bambini che giocavano sulla battigia. beccaria@Zastampa.if Le tradizioni popolari sono piene di spauracchi, specie per i bambini: mostri, arpie, sirene, vampiri, centauri, giganti e serpenti di mare lli t i bbiiLe tradizioni popolari sono piene di spauracchi, specie per i bambini: mostri, arpie, sirene, vampiri, centauri, giganti e serpenti di mare

Persone citate: Borges, Gian Luigi Beccaria, Ulisse Aldovrandi

Luoghi citati: Bologna, Carrara, Italia, La Maddalena, Liguria, Piemonte, Sardegna