La hit parade degli Editori

La hit parade degli Editori I LIBRI TRA INDUSTRIA E CULTURA; IL BILANCIO DI GIAN CARLO FERRETTI La hit parade degli Editori L'editore che più ha saputo raggiungere il miglior equilìbrio tra qualità e mercato? modello lo aveva ben impostato Arnoldo Mondadori, con una strategia fondata appunto sul rapporto tra prestigio e successo, stagione e durata. Libri che si vendono oggi e che si continueranno a vendere domani, amava dire egli stesso. Ma non è l'unico: la stessa formula ora viene seguita dalla sofisticata Adelphi, come dichiara lo stesso Roberto Galasso: «un'impresa editoriale può produrre guadagni notevoli soltanto a condizione che i buoni libri siano sommersi fra molte altre cose di qualità assai differente». Galasso sviluppa l'editoria come una forma d'arte e ogni singoio libro pubblicato, è come l'anello di una lunga catena Chi è l'editor (ma anche ^ l'editore) che ha contato B di più per la narrativa ■rs italiana? Vittorini, un talento eccezionale che si è esplicato soprattutto nella collana « gettoni», dove esordiscono o si affermano Bassani e Gassola, Ortese e Sciascia, Galvino e Romano, Arpino e Fenoglio, Rigoni Stern e Ottieri, Testori e altri ancora. Ma non si può dimenticare la Bompiani degli americani e di Moravia, e l'editore Garzanti che pubblica le prime opere narrative di Pasolini e Volponi, e Quer pasticciaccio brutto de via Merulana che anche per molti critici segna, nel 1957, la tardiva rivelazione del grande Gadda Chi ha mostrato di sapersi meglio orientare nella narrativa straniera? - - Qui la scelta è davvero difficile, tra la Mondadori di Thomas Mann e ia Bompiani di Philip Roth, la Einaudi di Marcel Proust e l'Adelphi del filone mitteleuropeo (per non dire dei loro classici). Delle piccole case più recenti si distingue e/o, che spazia in un ampio orizzonte e propone o ripropone tra gli altri Christa Wolf e Kazimierz Brandys, Peter Esteràzy e Bohumil Hrabal, Joyce Garol Oates e Thomas Pynchon, l'israeliano Benjanin Tammuz e l'algerino Mohamed Melessehul (alias Yasmina Khadra). Oltre alla trilogia del grande nigeriano Chinua Achee Il migliore nella saggistica? Un tempo a dominare il settore era l'Einaudi, editrice di Gramsci e della «collana viola», di Lukàcs e dei francofortesi, di Wittgenstein e dei formalisti russi, di Propp e di Lacan. Poi c'era II Saggiatore di Alberto Mondadori (dal 1958) che apre la cultura italiana a correnti e discipline come l'etnologia, la mitologìa, l'antropologia, la psicoanalisi, la sociologia, la linguistica. Oggi si possono menzionare come assai valide le collane criticoletterarie e storiche di Giuseppe Laterza ^ I tascabili che rappresentano P il connubio perfetto r Jp tra buona letteratura \ 'S' e grande mercato? Due le collane: c'è la Bur di Rizzoli (dal 1949) con i suoi classici di tutte le epoche, in una veste disadorna e a un prezzo veramente economico, che ha permesso a generazioni di giovani di costruirsi una biblioteca; e ci sono gli Oscar Mondadori (dal 1965) che portano i grandi scrittori del passato e i più significativi contemporanei a un pubblico vastissimo Mirella Serri LA nostra grande famiglia: Arnoldo Mondadori era solito chiamare così la sua casa editrice. E quando un suo autore incappava in qualche difficoltà economica lo assisteva, lo aiutava e, in alcuni casi, provvedeva perfino a elargirgli un vitalizio. Una definizione questa, della casa editrice come famiglia, che valeva anche per Angelo Rizzoli e Valentino Bompiani. Mecenate e familista a modo suo era anche il divo Giulio Einaudi. Allo stesso modo in cui questi grandi "padri" trattavano i loro "figh-scrittori". così si occupavano dei loro volumi: come di creature in gestazione, ne seguivano il cammino dall'ideazione alla nascita fino alla diffusione e affermazione nel mondo. Mondadori se ne occupava in modo così passionale e frenetico che poteva addirittura dichiarare: "se potessi andrei in magazzino a impacchettare i libri". Un modello, questo, di manager e di imprenditore che ha dominato la vita delle case editrici fino alla metà degli anni Settanta e che oggi è completamente superato: ce lo spiega lo studioso di editoria Gian Carlo Ferretti, nella sua bella e approfondita Storia dell'editoria letteraria in Italia. 1945-2003 (Einaudi, pp. 518, C 22). Era il cosiddetto "editore protagonista" a far combaciare paternalismo e aziendalismo, amicizia e interessi. Da circa una trentina d'anni il cultore burbero e affettuoso di autori e tomi non esiste più. Al suo posto ecco il manager che viene dal freddo, algido e distaccato, ecco le concentrazioni, la logica industriale e mercantile. Ecco la nascita e il prevalere di quella che Ferretti chiama "l'editoria di apparato". Chi sono stati e chi sono oggi i più "bravi" a seguire e curare i libri, quelli che i grandi editori consideravano alla stregua di figli? Questa la hit parade degli editori, secondo Ferretti. Il miglior editore per la poesia? *bijlp Diamo uno sguardo alla nostra assai valida tradizione. Appaiono in certo senso complementaii tre collane: la «Fenice» di Guanda diretta da Attilio Bertolucci, che tra il 1939 e gli anni Cinquanta pubblica importanti autori della poesia moderna, spesso non ancora tradotti in Italia, da Lorca a Esenin, da Góngora a Mansfield, da Blok a Pound, da Neruda a Auden; io «Specchio» mondadoriano che comprende Quasimodo, Ungaretti, Sinisgalli, Saba, Montale, e durante la direzione letteraria di Sereni anche Solmi e Fortini, Noventa e Betocchi, Erba e Zanzotto; e la collana «Poesia» di Garzanti nella quale escono in tempi diversi Caproni e Penna, Luzi e Rebora, Sbarbaro e Pasolini, Bertolucci e altri ancora L'editore di sinistra per lei più convincente? La scelta non è facile, tra lo Struzzo, Editori Riuniti da casa editrice del Pei), le piccole case militanti delle stagioni 1968 e 1977 e quelle femministe. Ma la più tipica appare la Feltrinelli, con Giangiacomo, il compagnopadrone che ha saputo crescere negli anni Settanta, con una vasta produzione di testi teoriGO-politici, polemici, e documentari Il più capace editore dì destra? La casa editrice che Leo Longanesi fonda nei 1946 si caratterizza per una variegata mappa di filosofi, saggisti, giornalisti e periodici di destra, da Heidegger a Junger, da Prezzolini a Montanelli al Borghese, arrivando a pubblicare nel 1950 i Diciassette colpi di Amerigo Dumim, uno degli assassini di Giacomo Matteotti. Ma l'etichetta «di destra» va stretta alla personalità inventiva e brillante di Longanesi, capace di scoperte e anticipazioni diversissime, come quelle di Compton-Burnett e Queneau, Hammett e Berto, Sagan e Henry Miller tì^^Hv Chi sono i «piccoli» egli "irregolari" che l'hanno affascinata? Marcello Baraghini è un vero guerrigliero. Inventore della collana rivoluzionaria «I Millelire» nel 1992 (best seller, Lettera sulla felicità di Epicuro), pubblica tutta una serie di pamphlet provocatori e anticonformisti, affrontando denunce e querele. Come nel caso di Contro la famiglia: manuale di autodifesa e di lotta per i minorenni ^s" -v La casa editrice con la grafica più bella? Casa Einaudi rappresenta un esempio raffinato e funzionale, che ha fatto scuola. Una grafica che ha molti padri, da Steiner a Munari, da Huber a Molina, fino allo stesso Giulio Einaudi e Bollati. Tipica la copertina dei Coralli, nati nel 1947, caratterizzata da una riproduzione d'arte su fondo unito che si viene affermando come fondo bianco. Come diceva Pavese, la scelta di un'illustrazione di copertina azzeccata vale per uno scrittore «quanto un intero saggio critito» premesso alla sua opera no ni, ata so: gni bri à na e o e i e e he iva l ase gli r es e muz era diretta anni Cipoesia Italia, dda BlokmondaUngaredirezioNovent«Poesidiversi e PasoEditori lpadronSettantteoriGOfonda mappadi desta Monnel 195uno deMa l'etpersoncapacecome qHammIllustrazione di Matteo Pericoli perttL tì^^ Illustrazione di Matteo Pericoli perttL

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