Il governo ripete: mai saputo nulla sulle violenze di Ugo Magri
Il governo ripete: mai saputo nulla sulle violenze RIESPLODE LA POLEMICA DOPO L'INTERVISTA ALLA VEDOVA DI UN CARABINIERE MORTO A NASSIRIYA Il governo ripete: mai saputo nulla sulle violenze Oggi il ministro Martino riferirà durante il «question time» alla Camera Ugo Magri ROMA Il governo insiste a negare: mai saputo di torture americane ai prigionieri bacheni. Non ha vacblato nemmeno dopo le dichiarazioni al Tg3 deba signora Pina Bruno, vedova di un carabiniere morto a Nassiriya, secondo la quale b marito aveva informato Roma dei maltrattamenti di cui era stato testimone. La Difesa ha smentito tutto, sostenendo a sera di «non aver mai avuto alcuna notizia o informazione da qualsiasi fonte circa trattamenti dei prigionieri non conformi a norme del diritto intemazionale umanitario». Il comunicato è stato diffuso mentre era ancora in corso a Palazzo Grazioli un colloquio del ministrò con il presidente del Consigbo. Sbvio Berlusconi ha voluto sapere in presa diretta cosa ci fosse di vero nebe rivelazioni deba vedova. Antonio Martino l'ha rassicurato, «forse la signora Bruno si riferiva ai prigionieri rinchiusi nebe carceri irachene», insomma sarebbe stato tutto un equivoco. Concetti che U ministro ripeterà oggi a Montecitorio, durante il question time sube torture in Iraq. : fi L'opposizione avrebbe voluto un confronto più ampio, con lo stesso premier in aula a difendersi dab'accusa pesantissima di aver nascosto la verità agli italiani e comunque, come ha puntato l'indice b segretario Ds Piero Fassino, di essere «l'abeato più fedele di un paese che tortura i prigionieri», vale a dire gb Stati Uniti. Il centrosinistra tornerà aba carica stamane, magari in conferenza dei capigruppo. Ma l'esito del braccio di ferro sembra abbastanza scontato: invece del grande dibattito, che il governo vede come il fumo negb occhi, si terrà subito dopo pranzo una mini-discussione sull'argomento, quattro interrogazioni rivolte al governo da altrettanti esponente deb'opposizione, una repbca flash di Martino, venti minuti in tutto. E' vero che non mancherà la diretta televisiva, come nebe grandi occasioni, e che Pier Ferdinando Casini sarà presente in aula, neba sua veste di presidente della Camera, a testimoniare il peso che stavolta viene conferito al question time. Però si tratta di poca cosa a confronto con le attese del centrosinistra, che sullo scan¬ dalo debe torture americane si è ricompattato e non vede l'ora di tornare ab'attacco. La prima mossa è stata compiuta da Francesco Rutelb in un'intervista a Repubbbca: sull'Iraq serve una svolta, ha detto b coordinatore pobtico deba bsta Prodi, se non ci sarà entro sette giorni l'Itaba ritiri b suo contingente. Il passo successivo è stato di Fassino (che oggi interverrà personalmente nel question time): Berlusconi venga a riferire in Parlamento, ha chiesto, prima del suo viaggio negb Stati Uniti fissato per n\9 maggio prossimo. «Vorremmo proprio sapere che cosa andrà a dire a Bush...», ha ironizzato Fassino dopo una riunione deba segreteria Ds. L'Itaba, a suo avviso, dovrebbe prendere «con chiarezza le distanze perché non può essere in alcun modo compbce con chi usa la tortura». Tab affermazioni in Sandro Bondi, coordinatore di Forza Itaba, hanno sobevato il dubbio che Fassino abbia «perso la testa» o sia in alternativa «un vero e proprio mascalzone». Il governo non è sceso a questo bvebo dialettico. Però ha pronunciato un no senza appello a qualunque dibattito pruna del viaggio americano di Berlusconi. Giustificazione di Carlo Giovanardi, ministro per i rapporti col Parlamento: «Se negli Stati Uniti e in Gran Bretagna si pongono b problema, è perché loro sono coinvolti. I nostri soldati, invece, sono estranei abe accuse», dunque non c'è fretta di discuterne aba Camera. Poiché Giovanardi aveva appena coboquiato con Berlusconi, non c'è dubbio che questo sia anche b pensiero del premier. Fosse stato per Marco Fobini, un dibattito si sarebbe anche potuto fare, «confrontarsi in Parlamento non nasconde un'insidia», ha sostenuto b segretario deb'Udc. Ma a dargli suba voce è stato Gianfranco Fini: «Non capisco su che cosa dovrebbe riferire b governo...». E a tagbare corto ha provveduto il grande capo degli ex-dc, cioè Casini, nella veste di terza carica dello Stato: «Mi pare che stiamo discutendo di nuba. Il dibattito ci sarà entro maggio, come già avevamo stabibto, e non sarà sulle torture ma sull'Iraq». E in serata il Comando generale dell'Arma dei carabinieri precisava «di non essere mai venuto a conoscenza di sevizie nei confronti di detenuti da parte di appartenenti alle forze della coalizione» e che il «Maresciallo Bruno non ha mai detto nulla ai suoi superiori». Il segretario dei ds «Berlusconi è l'alleato più fedele di un Paese che sevizia i prigionieri» Fini: «Non capisco su cosa dobbiamo riferire» M soidatntaiianiconduebambiniiracheniaNassmya
Luoghi citati: Gran Bretagna, Iraq, Roma, Stati Uniti
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