Era arrivato in Iraq in cerca di un buon contratto
Era arrivato in Iraq in cerca di un buon contratto Era arrivato in Iraq in cerca di un buon contratto Il padre accusa i militari Usa: «Se non lo avessero trattenuto illegalmente oggi sarebbe vivo» Carla Reschìa Nick Beig, 26 anni, da West Chester, Philadelfia, era un «contractor». Il termine, assai sentito in queste settimane, in inglese definisce genericamente uno dei tanti tecnici civib arrivati in Iraq al seguito deUe truppe della coabzione e addetti ai compiti più disparati, dalla sicurezza personale, alla custodia nelle carceri, alla scorta di convogb, fino alle attività di ricostruzione delle infrastrutture. «Contractor» si possono definire, ad esempio, anche i tre ostaggi italiani che si trovano tuttora nelle mani dei rapitori. Si tratta di privati che agiscono in conto proprio, o su ingaggio, o alle dipendenze di una ditta, ma sempre formalmente slegati dall'apparato ufficiale. Ancora ieri, dopo la notizia dell'uccisione, il Dipartimento di Stato ha diffuso una nota per precisare che Berg era «un cittadino americano privato, non legato a ingaggi mUitari». Ovvero «un libero professioni¬ sta che stava dando il proprio contributo alla ricostruzione dell'Iraq» nelle parole della madre, Suzanne, che ha ricordato come il figbo avesse già lavorato in Kenya e in Ghana e come, al contrario del padre, fervente pacificista, sostenesse la linea della Casa Bianca: «Nick era per Bush. Per lui la guerra in Iraq era una guerra giusta che avrebbe portato democrazia e libertà». Il giovane aveva una piccola attività di installazione di antenne e sistemi di comunicazione e a Baghdad era arrivato la prima volta alla fine deU'anno scorso, con l'obiettivo di contribuire a rimettere in sesto la rete di trasmettitori radio, sistematicamente distrutta durante la guerra. Vi aveva trascorso un mese, per tornarci ai primi di marzo, ma senza fortuna, pare. Così aveva annunciato ai suoi, con cui si teneva in contatto quotidianamente, che alla fine del mese, il 30, avrebbe fatto ritomo a casa. Il 24, però, era sparito. In seguito aveva spiegato di essere stato arrestato a un posto di blocco, a Mosul, da un ufficiale iracheno e poi consegnato alle autorità americane. «Detenuto senza processo - ha sottolineato polemico il padre in un'intervista - e quando l'hanno lasciato andare l'intera area era precipitata nel caos e nella violenza: se lo avessero rilasciato subito Nick oggi sarebbe vivo». Dopo il rilascio, avvenuto il 6 aprile, sembra per interessamento dell'Fbi chiamato in causa dai parenti, il 9 Nick aveva chiamato per l'ultima volta casa, annunciando di essere finalmente in partenza: sarebbe passato daUa Giordania, o dalla Turchia o dal Kuwait, a seconda delle opportunità e della situazione; chi non ha i mezzi sufficienti a permettersi un costoso passaggio aereo deve scegbersi di volta in volta la soluzione che appare meno rischiosa. Da qualche parte suUa via del ritorno ba incontrato i suoi assas- sim. n rituale deUa sua decapitazio¬ ne «in diretta» ba subito richiamato aba memoria la sorte dell'inviato del «Wall Street Joumab Daniel Pearl, rapito e ucciso in Pakistan nel febbraio 2002 da terroristi di al Qaeda. Pearl, 38 anni, una grande reputazione come giornabsta di guerra, era scomparso il 23 gennaio 2002 mentre a Karachi cercava di mettersi in contatto con gruppi islamici radicab. Il gruppo che aveva rivendicato il ;esto, il Movimento nazionale per a rinascita della sovranità pachistana, l'aveva accusato di essere un agente della Cia, circostanza sempre smentita dagb Stati Uniti. Il video aUora era finito direttamente alla Cnn, a distanza di giorni daU'esecuzione ma prima del ritrovamento del corpo, rinvenuto solo il successivo 17 maggio. Immagini drammatiche: l'uomo, costretto ad ammettere come una colpa il fatto di essere ebreo e a chiedere scusa a tutti i musulmani, «ingiustamente perseguitati», era stato scannato con un coltello. E recentemente i racconti fatti da alcuni testimoni oculari aba pohzia pachistana hanno rivelato particolari agghiaccianti: a Pearl erano state annunciate, con ore di anticipo, le modabtà deU'esecuzione e, avendo rifiutato ogni sedativo, era pienamente in sé al momento delia morte. Il taglio deUa gola, poi, aveva dovuto essere repbcato perché l'operatore incaricato di filmarlo aveva mancato l'attimo culminante. Un'altra immagine della disperazione dei famigliari di Nick Berg
Persone citate: Berg, Bush, Carla Reschìa Nick Beig, Daniel Pearl, Nick Berg, West Chester
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