«Legati alle Brigate Verdi i cinque arrestati a Firenze» di Paolo Colonnello

«Legati alle Brigate Verdi i cinque arrestati a Firenze» «Legati alle Brigate Verdi i cinque arrestati a Firenze» I magistrati non escludono collegamenti con il sequestro Sono tutti di famiglia ricca, con molte conoscenze italiane Paolo Colonnello FIRENZE Un solo cenno nell'ordinanza di dodici pagine con cui sono stati arrestati domenica i cinque magrebini accusati di appartenere a una cellula di Ansar Al Islam in Toscana. Poche parole ma sufficienti a tenere alta l'attenzione sugli sviluppi di questa inchiesta. In un'intercettazione del 27 marzo scorso infatti, Godhbane Hichem, bibliotecario della moschea di Firenze Sorgane, confida a Noukraa Mehdi, studente di architettura fuori corso, che «tra due mesi», dunque in questo periodo, i suoi amici lo vedranno «in verde», il colore dei martiri combattenti. Ma, nell'ordinanza, il giudice Anna Sacco annota anche che «il riferimento al colore verde, secondo i recenti fatti di cronaca relativo al sequestro degli italiani in Iraq, potrebbe essere attribuito alle neo costituite Brigate Verdi di Maometto». Ecco allora che l'operazione assume improvvisamente aspetti ben più inquietanti di un semplice arresto di presunti terroristi votati al martirio in Iraq. I cinque arrestati finora, pur conoscendo perfettamente l'italiano, non hanno voluto proferir parola. Agli investigatori sono sembrati molto freddi e determinati e prima di consegnare i polsi alle manette dei poliziotti, hanno voluto leggere con attenzione il provvedimento firmato dal gip fiorentino che oggi o domani li dovrà interrogare. Ma certo il fatto che gli stessi magistrati, senza per altro spiegarlo, attribuiscano nell'ordinanza l'appartenenza del gruppo a ima cellula di Ansar Al Islam, aggiunge un elemento in più al sospetto, per ora, meglio sottolinenarlo, rimasto tale, che possa esservi un collegamento con la vicenda degli ostaggi italiani. Gli arresti di domenica dunque potrebbero aggiungere un nuovo tassello all'intreccio tra il terrorismo islamico in Italia e quello che in Iraq muove le fila del sequestro dei nostri connazionaU. Intanto la presenza di questo studente di architettura, Noukraa Mehdi, definito dagli investigatori «molto intelhgente e preparato», con solide amicizie italiane e un'attenzione insolita per le faccende di casa nostra. È lui per il momento il soggetto su cui convergono le "maggiori attenzioni. Più ancora che sull'imam della moschea, Maamri Rachid, cui spettava il compito di reclutare e selezionare i futuri «martiri». E poi c'è appunto il legame con Ansar Al Islam, organizzazione nata nel 2000 nel Kurdistan iracheno per opera del mullah Krekar, attualmente residente ad Oslo, strutturata come un piccolo esercito le cui finalità erano quelle di dar vita a uno stato islamico, simile a quello talebano in Afghanistan prima dell'intervento americano. Un organiz- zazione che nel giro di quattro anni è diventata sempre più feroce fino a convergere con gli interessi di Al Qaeda e di Osama bin Laden, il cui luogotenente. Al Zarqawi sarebbe nascosto proprio tra le alture del Kurdistan iracheno, in un campo di Ansar. Non è un caso poi che il 30 aprile scorso, dopo la marcia della pace promossa dai famigliari degli ostaggi a Roma e il messaggio del Papa («In nome dell'unico Dio, liberateli») la misteriosa organizzazione delle «Brigate verdi di Maometto», abbia richiesto questa volta la liberazione proprio di prigionieri di Ansar Al Islam in Kurdistan. Il quintetto di potenziali kamikaze arrestato domenica dunque potrebbe portare su piste lontane. A differenza di altri presunti terroristi arrestati in questi ultimi anni, colpisce ad esempio il fatto che provenissero tutti da famiglie abbienti e fossero in grado di finanziarsi autonomamente qualsiasi iniziativa: sia lavorando, sia grazie agli aiuti famigliari ma non certo con le collette in moschea, che sono spesso il mezzo di sostentamento per gli aspiranti muijheiddin. I cinque esultano ad esempio, quando l'I 1 marzo le televisioni trasmettono le orribili immagini dell'attentato a Madrid: «Hai visto che bello? Così imparano...». In moschea e in pubblico però, spendono parole di condanna per il terrorismo. Una doppia vita non comune tra i vari terroristi residenti nel nostro Paese, molto meno integrati, molto più «scoperti». Ci sono poi alcuni aspetti buffi di questa vicenda, come lo jogging quotidiano dell'imam Rachid che seguiva un «programma di addestramento fisico» («hanno bisogno di persone con il fisico leggero e pronto...») di un certo Tahiri, istruttore di qualche caserma islamica, scaricato da Internet. In generale comunque i cinque erano pronti a uccidere e uccidersi: «Non c'è scampo per noi! Solo con il Jihad e non c'è soluzione senza il combattimento feroce...» «Sono convinto che con questa operazione abbiamo salvato la pelle a qualcuno». Il capo della Digos genovese, Giuseppe Gonan, lo dice chiaro e tondo: i cinque magrebini arrestati domenica su ordine del tribunale fiorentino, erano soggetti da prendere con le pinze, la cui pericolosità si sarebbe «manifestata progressivamente da un mese e mezzo a questa parte». Le prove? Oltre alle intercettazioni, che riempiono un voluminoso rapporto investigativo, saranno i video, i ed e gli hard disk sequestrati l'altro ieri nelle numerose perquisizioni (almeno 14) a fornire, una volta analizzati, il quadro definitivo delle intenzioni terroristiche del gruppo. Anche se l'unica certezza al momento è che i cinque appartenenti alla presunta cellula di Ansar Al Islam, (più altri cinque indagati a piede libero) si stavano soprattutto preparando a partire dall'Italia, tra ieri e oggi. Ed è stata proprio questa determinazione a far scattare l'operazione degli inquirenti che ha portato in carcere l'imam della moschea di Firenze Sorgane e gli altri quattro tunisini. Saranno i video e i ed sequestrati nelle diverse perquisizioni a fornire il quadro delle intenzioni terroristiche del gruppo L'arresto di uno dei cinque militanti di Al Qaeda a Firenze AdelAbdallah RagoubiChokri Mehdi Boukraa Rachid Maamri

Persone citate: Anna Sacco, Giuseppe Gonan, Maamri Rachid, Mehdi Boukraa, Osama Bin Laden, Rachid Maamri, Tahiri, Zarqawi