Ucciso dagli ex amici L'inevitabile destino dell'uomo di Mosca

Ucciso dagli ex amici L'inevitabile destino dell'uomo di Mosca KADYROV ERA SOPRAVVISSUTO A QUATTRO IMBOSCATE Ucciso dagli ex amici L'inevitabile destino dell'uomo di Mosca Aveva studiato teoiogia islamica, il suo clan era specializzato nella industria dei sequestri. I ribelli avevano messo su di lui una taglia personaggio Giuliette Chiesi AL quinto tentativo l'hanno fatto saltare in aria. Akhmad Kadyrov, il presidente della Cecenia che fu eletto lo scorso 6 ottobre con un 80 per cento dei voti ai quali aveva creduto soltanto il presidente delle Russie rimaste, Vladimir Putin, è morto ieri mattina alle nove e cinque minuti nello stadio di Grozny. Grande giocatore d'azzardo, se è riuscito a rendersene conto, prima di morire, non dev'essere rimasto sorpreso. Gli attentatori sono riusciti, pare, a mettere addirittura due bombe sotto le tribune dove sedevano tutti i dignitari della Cecenia pro-moscovita. H che induce a pensare che a tradire Kadyrov siano stati suoi intimi amici, che nonhanno fatto nemmeno i controlli più elementari. L'ex muftì di Cecenia era stato un combattente indipendentista nella prima guerra cecena (1994-1996) e si era seduto al tavolo dei negoziati di Khasaviurt al fianco del vincitore, appunto Maskhadov, proprio di fronte allo sconfitto generale Aleksandr Lebed, allora segretario perla sicurezzanazionale del Cremino. Ieri mattina lo ha raggiunto nel mondo dei più, dove un eheottero malconcio aveva portato il generale Lebed qualche anno fa. Aveva 53 anni, molti dei quali vissuti pericolosamente. Presidente artificiale della Cecenia, aveva un esercito ufficiale di 13 mila ceceni, pagato direttamente da Mosca, e un esercito ufficioso di almeno 5000 uomini - i famigerati «kadyrovzi» - che costituivano la sua guardia perso1 naie, sotto il comando del figlio maggiore, Zelimkhan Akhmadovic. L'uno e l'altro non sono stati sufficienti a salvarlo. H suo clan era di Gudennes, seconda città della Cecenia. Ma lui era nato nelle steppe di Karagandà, dove la sua famiglia era arrivata sui treni organizzati da Stalin. Rientrato nella terra degh avi, all'inizio degh Anni 80 aveva ottenuto una borsa di studio per una scuola di teologia islamica nell'Uzbekistan sovietico. Andrà poi a perfezionarsi in Giordania, giusto in tempo per ritornare in una Cecenia che, nel frattempo, era diventata indipendente con Dzhokar Dudaev. Si era guadagnato la fiducia di Aslan Maskhadov come comandante militare. E la tenne fino al momento in cui Shamil Bassaev invase il Daghestan, nell'agosto del 1999. A quel punto cambiò bandiera e si mise dalla parte di Mosca. Fu l'inizio della sua ascesa, questa volta sotto la bandiera del Cremlino. Che gli è costata la vita, Shamil Bassaev aveva messo una taglia di 100 mila dollari sulla sua testa. Islamista piuttosto indifferente alle dispute teologiche, Kadyrov aveva preferito i rubli alla compagnia dei wahhabiti di Qattab. Ma nemmeno il moderato Askan Maskhadov aveva digerito il suo collaborazionismo con i russi e lo aveva condannato a morte come «nemico del popolo». Del resto non si può dire che Kadyrov fosse molto amato in Cecenia, salvo che nella sua natia Gudermes, e salvo che nel suo clan. La sua banda si era caratterizzata, nell'interregno tra il 1996 e il 1999, come una delle più attive nei sequestri e nello scambio di sequestrati. La sua ascesa alla presidenza lo aveva «legalizzato», ma non poteva ripulirlo dall'odio contro i russi e contro gl'infedeli, che gli si era stampato addosso e dal quale non poteva emanciparsi. Putin aveva puntato tutte le sue carte su di lui per realizzare una normalizzazione della Cecenia senza trattative con i ceceni, cioè tutta russa. Prima lo aveva messo al governo della repubblica ribelle, facendogli guidare un processo costituzionale che sarebbe approdato nell'approvazione della nuova costituzione mediante referendum. Il che avvenne nel marzo dello scorso anno, con il sohto esito plebiscitario di sovietica memoria; il 90 per cento dei ceceni avrebbero votato a favore di una costituzione scritta a Mosca, che esordiva con la proclamazione della Cecenia come «parte integrante della Federazione Russa». Votarono, insieme ai ceceni, anche i soldati russi che occupavano il territorio. Ma i pochi osservatori estemi, anche russi, cedettero a quelle cifre. Inoltre l'affluenza alle urne non era stata per niente plebiscitaria, come invece sostenevano le fonti ufficiah russe. Al massimo aveva votato il 30 per cento degh aventi diritto. Elezioni invalide come, del resto, quelle con cui Kadyrov diven- ne presidente. Comunque la strategia di Putin aveva messo a segno due bersagli: una costituzione e un presidente. Restavano da compiere gli altri atti procedurali; elezioni del parlamento, trasferimento dei poteri a un governo legittimamente costituito, spartizione in dettaglio dei poteri tra la Repubblica autonoma di Cecenia e la Federazione Russa, Adesso tutto toma in alto mare, n rompicapo di Putin non sarà facile da sciogliere. Nominare un plenipotenziario di Mosca sarebbe come riconoscere che il Cremlino non ha il controllo della situazione. Indire nuove elezioni sarà indispensabile, ma i quattro mesi costituzionalmente obbligatori non saranno un intervallo di tempo pacifico. Del resto le stesse modalità dell'attentato dicono che Kadyrov era totalmente isolato con la sua guardia del corpo. E, in ogni caso, la strage ha decapitato l'intero gruppo dirigente che lo sosteneva, incluso il comandante militare russo, che è sopravvissuto perdendo una gamba. Coi ha liquidato Kadyrov non sarà facile da individuare. Maskhadov o Bassaev? Gli indipendentisti della prima ora, sostenuti dai servizi segreti turchi, o i gruppi islamici finanziati dai miliardari sauditi? E' comunque evidente che la strategia del Cremlino ha subito un colpo durissimo, insieme al prestigio di Putin che, proprio ieri, si è insediato al potere con una cerimonia sontuosa e barocca, simile a quella che Boris Eltsin aveva concepito per sé. Chi ha organizzato quest' ultimo, sanguinoso attentato, oltre a sancire la fine di Kadyrov intendeva anche fare imo scarabocchio sanguinoso sul trono del nuovo zar, Di colui che può tutto, ma non fermare qualche centinaio di ribelli. Le elezioni avevano dato un esito «sovietico» Il novanta per cento dei ceceni hanno votato la sua costituzione Ma tutti sanno che erano risultati falsificati Il cinquantenne Akhmad Kadyrov: Putin aveva puntato su di lui nel 2000 Un'immagine della televisione russa Ntv mostra le guardie del corpo del presidente Kadyrov che, sconvolte e sanguinanti, lo portano via dalla tribuna dello stadio L'ATTENTATO RUSSIA DAGHESTAN CECENIA GROZNY m GROZNY Un ordigno esplode allo istadIO durante ie celebrazioni per l'anniversario della vittoria sovietica sui nazisti. Fra le vittime il presidente ceceno Akhmad Kadyrov iPRÉCEDÈNTI 2-3 luallo Cinclu5 attentati kamikaze con camion carichi di tritolo. 2000 L'attacco più grave ad Argun. 33 i morti tra i militari russi cambre Un'autobomba vicino alla moschea del villaggio ceceno zpoo dì Alkhan-lurt 22 persone uccise . Grozny, un mezzo della polizia locale salta su una mina. 1 a aprile Muoiono 10 agenti ceceni dell'amministrazione fìlorussa. 2002 un automezzo, che va in soccorsodel primo, è bersaglio di un altro ordigno che fa altri sei morti 10 ottobre Grozny, un ordigno ia saltare In aria un'ala dell'edificio 2002 che ospita la sede della polizia cecena, 25 morti 27 dicembre Attentato suicida con un camion bomba e un'auto. 2002 Distrutta la sede del governo filorusso. 80 morti Un camion bomba esplode davanti agli edifìci 2003 dell'amministrazione cecena filorussa e dei servizi segreti a Znamenskoie. 59 morti 14 maggio Due donne si fanno esplodere a Gudermes. 14 morti tra 2003 cui le quattro guardie del corpo di Kadyrov