Morante-Argento dive oltreconfine di Fulvia Caprara

Morante-Argento dive oltreconfine IL 57" FESTIVAL DI CANNES MESSO A RISCHIO DALLE AGITAZIONI DEI PRECARI DELLO SPETTACOLO Morante-Argento dive oltreconfine Laura fa la madrina: che ansia la Croisette Asia porta alla Quinzaine il suo nuovo film Fulvia Caprara ROMA Per il secondo anno consecutivo il Festival di Cannes affida il ruolo di madrina a un'attrice italiana, gentile omaggio alla bellezza mediterranea, ma anche alla capadtà di esportare talento e avvenenza al di fuori dei confini. E infatti se nel 2003 toccò a Monica Bellucd che appariva, per pochi minuti in «Matrix Reloaded», adesso è la volta di Laura Morante che in Frauda ha appena finito di girare «L'impero dei lupi», al fianco di Jean Reno. Insomma, brave, belle, ma soprattutto cosmopolite, abituate a lavorare all'estero come in Italia, pronte a far valigie e disfarle, a innamorarsi di uomini che parlano la stessa lingua ma anche una tutta diversa. Sarà un caso, ma della squadra femminile italiana fa parte un altro perfetto esempio di artista internazionale, ovvero Asia Argento, figlia d'arte che ha presto deciso di andare a vivere altrove, seguendo le spinte dei suoi interessi professionali, degli amori, dei lavori, delle occasioni interessanti. Alla «Quinzaine des realisateurs» Asia presenta, in veste di regista, interprete e sceneggiatrice, la versione cinematografica di «Ingannevole è il cuore più di ogni cosa», secondo romanzo di J.T.Leroy, scrittore giovane e maledetto con cui ha stretto da tempo un fruttuoso sodahzio artistico. Dalla figlia di Dario, cresciuta a pane e set, madre di una bambina avuta con il leader dei «Blue Vertigo» Morgan, d si aspettano nuove provocazioni, in linea con il suo personaggio di cattiva ragazza appassionata di dichiarazioni-shock. Un cliché che le pesa, soprattutto in Itaha: «Non mi comprendono - ha detto una volta parlando dei rapporti con il Paese d'origine - pensano che voglia essere ribelle per forza, ma non è così. All'estero sono più apprezzata, in Franda soprattutto, dove vivo con la mia bambina, anche se non ho un posto fisso, vado dove mi porta il mio lavoro. E il lavoro, adesso, mi ha portato negli Stati Uniti», In Franda la Morante ha vissuto a lungo, ((per via di un marito francese», spiega, e comunque ha iniziato molto giovane a lavorare all'estero, in Spagna, Portogallo, Svizzera: ((Alla fine degli Anni 80 - racconta - il cinema italiano attraversava una crisi profonda, molto più seria di quelle venute dopo. Lavorare fuori è stata la mia salvezza, altrimenti avrei dovuto smettere, non sari riusdta a sopravvivere». La cosa più bella, prosegue l'attrice arrivata in Costa Azzurra già da qualche giomo per prepararsi al gala d'apertura, «è stata che, una volta tornata in Itaha, dopo died anni di assenza, ho avuto la fortuna di inteipretare i miei ruoli mighori e di ottenere i successi più importanti, anche inattesi». Con il Festival di Cannes Morante ha una storia lunga, fatta di esperienze «buffe», piccoli contrattempi, grandi felidtà: «IlFestival mi agita, mi mette angosda, mi ha sempre fatto venire l'ansia». La prima volta sulla Croisette risale al 1981, Morante recitava nel film di Bernardo Bertolucci «La tragedia di un uomo ridicolo»; poi c'è stata di nuovo, fuori concorso, con una pellicola francese intitolata «Non bisogna ridere della fehcità»; nel '99 d è tornata con «La stanza del figlio» di Nanni Moretti, Senza contare le tante edizioni in cui è stata invitata in veste di gradita ospite. La cosa curiosa è che ogni volta è successo qualcosa: ((Ricordo, nell'Sl, il viaggio in treno con Lina Nerli Taviani, ero incinta di sette mesi, mi era venuta una crisi d'ansia tremenda e lei è stata lì a tranquillizzarmi per tutto il tempo. Per il gala indossai un camidone informe che mi aveva prestato un'amica, dovetti fare una pessima impressione. Sulla scalinata del Palazzo, per fortuna, c'era Anouk Aimée che con il suo corpo difendeva la mia panda dalla ressa dei fotografi». Quando fu presentato «Le due vite di Mattia Pascal» di Monicelli accadde un'altra stranezza: ((Non so, non fui invitata, forse dimenticarono di avvertirmi». Da semphce ospite, in un ruolo che non avrebbe dovuto procurarle alcun batticuore, Morante ha vissuto ore difficili che oggi ricorda con un sorriso: ((Appena arrivata a Cannes ho iniziato a desiderare di andarmene, ho passato una nottata a cercare di ripartire, ma non sono riuscita a trovare voli. La mattina dopo, stremata, ho preso delle gocce di qualcosa e mi sono messa a dormire. Così mi sono svegliata tardissimo, giusto in tempo per mettermi tacchi a spillo e vestito da sera e correre al Palazzo, ma ero fuori tempo massimo e non mi hanno fatto entrare. Dopo sono andata alla cena, dove sono capitata, da sola, in un tavolo di coppie. Mi sentivo morire. Proprio alla fine, quando tutti si sono alzati e stavo per andar via, ho sentito qualcuno che mi batteva una mano sulla spalla: era un produttore tedesco che conoscevo e che mi portò alla festa di Kusturica, divertentissima». Quest'anno a preoccupare l'attrice è la protesta degli «intermittents du spectacle», lavoratori precari che hanno già annunciato una presenza massiccia e battagliera al Festival. Prima del fischio d'inizio hanno ottenuto l'assicurazione che potranno tenere una conferenza stampa all'intemo del Palazzo del cinema e che potranno partedpare alla serata inaugurale per leggere il loro proclama sulla scalinata che accoglie la parata delle star. Una sola condizione: smoking d'ordinanza. Dice Morante: «Quello dei precari è un problema molto sentito e so che la direzione del Festival farà di tutto per gestire nel migliore dei modi questa situazione delicata. La richiesta di poter esprimere i motivi della mobilitazione in maniera non marginale è già stata accolta, ma certo non si possono escludere imprevisti». L'attrice Laura Morante madrina del prossimo Festival del Cinema a Cannes