Siracusa di sangue e mistero di Osvaldo Guerrieri

Siracusa di sangue e mistero AL TEATRO GRECO DAL 14 MAGGIO ALZO GIUGNO IN SCENALE DUE TRAGEDIE PIÙ FAMOSE DELL'ANTICHITÀ' Siracusa di sangue e mistero «Medea» e «Edipo»: scommessa a giorni alterni Osvaldo Guerrieri SIRACUSA Sangue e mistero. Nell'abbagliante biancore del Teatro Greco, per i novant'anni dell'Inda, andranno in scena le due tragedie forse più famose dell'antichità: «Medea» di Euripide e «Edipo re» di Sofocle che, a partire dal 14 maggio e fino al 20 giugno, saranno rappresentate a giorni alterni. Si comincerà con la «Medea» diretta da Peter Stein, tradotta per l'occasione da Dario Del Corno e interpretata da Maddalena Grippa, che avrà accanto a sé, fra i tanti. Paolo Graziosi nella parte di Creonte e Gianluigi Fogacci in quella di Giasone. Si continuerà con 1'«Edipo» diretto da Roberto Guicciardini, affidato all'interpretazione di Sebastiano Lo Monaco. Con lui si vedranno Francesca Benedetti (Giocasta) e Mario Scaccia che, interpretando il personaggio dell'indovino Tiresia, tornerà a recitare a Siracusa dopo una assenza di circa vent'anni. Come di consueto, e per rispettare lo schema delle rappresentazioni ateniesi nel sesto secolo, alle due tragedie sarà aggiunta una commedia. Quest'anno la scelta è caduta sulle «Donne in assemblea» di Aristofane, che sarà rappresentata a sere alterne dal 3 al 20 giugno nel Castello Maniace. La satira aristofanesca avrà la regia di Luciano Colave- ro. L'interpretazione sarà affidata a una compagnia di giovani. Vigilia tesa a Siracusa. Quest'anno più del solito. Per le condizioni climatiche, mai così avverse, che hanno rahentato pericolosamente le prove a cielo aperto. A dò si aggiunga il meccanismo deU'altemanza. Peter Stein non ha gradito. Ha persino minacciato di far le valigie. Essere costretto a montare e smontare continuamente il pur semphce apparato scenico della «Medea» gli ha fatto temere il peggio. Ha temuto, cioè, che l'effetto finale, semphce ma significativo, non si potesse realizzare. Risiede nel concetto del «deus ex machina», neh'intervento soprannaturale che scioglie inaspettatamente l'azione. Nella visione di Stein e dello scenografo Ferdinand Wògerbauer, il «deus ex machina» non scende dall'alto ma scaturisce dal basso: dalTunico elemento scenico dello spettacolo, la casupola di Giasone e Medea che, nel finale, si autodistrugge consentendo al Sole (e quincua Medea che ne è figlia) di spiccare verso l'alto un volo di trenta, quaranta metri. Ancora oggi, pensando al finale «magico», il regista si domanda: riuscirò a vederlo? Ma il tono è disteso e la voce tranquiha. Dichiara: «Cosa vuole, è prevalso il senso di responsabilità». Come dire: Siracusa ha vinto. Il Teatro Greco di Siracusa dove si terranno le rappresentazioni a sere alterne

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