«Compagnia di bandiera addio Va privatizzata» di Luigi Grassia

«Compagnia di bandiera addio Va privatizzata» LE RICETTE PER BATTERE LA CRISI «Compagnia di bandiera addio Va privatizzata» Guerci: l'hanno gestita con criteri politici E' ora di badare solo al conto economico intervista Luigi Grassia Lf ACCORDO fra Ahtaha e sindacati promosso dal governo non risolve nulla, la divisione della compagnia in due non serve, Cimoli è un ecceUente manager ma per ora Ahtaha continua a non avere un piano e non c'è piano che possa risolvere i problemi se non si affronta il nodo della privatizzazione e se non si finisce di parlare di compagnia di bandiera, di compagnia degh itahani eccetera, e non si smette di gestirla con criteri politici; quello'che serve è finirla una buona volta di giocare, per cominciare invece a gestire la compagnia prestando attenzione soltanto al conto economico». E' durissimo Carlo Mario Guerci, ordinario di Economia pohtica all'Università di Milano e fra i massimi esperti itahani di pohtica industriale. Quando tutti sono d'accordo, e stavolta lo sono maggioranza, opposizione, sindacati e azienda, in genere significa che l'accordo è al ribasso. E' stato cosi anche per l'intesa su Alitalia? «Il giorno prima tutti gh esperti sondati dalla Stampa dicevano che Alitalia è al fallimento e 24 ore dopo tutto pareva risolto. E' evidente, invece, che non è stato risolto proprio nulla». Vediamo l'accordo nello specifico. A prima vista non si afferra perché dividere la compagnia in una parte a terra e una parte che provvede ai voli sia un passo avanti. «E infatti non lo è. Il problema di Alitalia è che la produttività è bassissima e il personale è in eccesso. Troppe persone negh uffici, troppe procedure burocratiche inutili, troppa vogha di tenere nel perimetro dell'azienda mansioni che invece sarebbero dovute andare in outsourcing anni e anni fa, come è stato fatto da altre compagnie. Invece i sindacati e i politici hanno sempre fatto le barricate». Adesso l'outsourcing arriva, però in direzione di società a partecipazione pubblica. Così andrà bene? «Ecco il punto: se estemalizzare significa tagliare davvero i costi va bene, se invece serve soltanto a fare il solito gioco deUe tre carte che si fa da decenni, se serve a nascondere i veri conti dell'Alitalia un po' di qua e un po' di là, allora non si risolve nulla. E credo che finirà così, perché già i precedenti piani industriah provavano ad affrontare il problema del personale, ma appena lo facevano venivano affossati. Quello che deve fare l'azienda è badare solo al conto economico e questo può essere fatto soltanto tenendo nel suo perimetro il "core business" e risparmiando sulle attività marginali». Intende dire che l'attività «core» di Alitalia, cioè i voli veri e propri, sono la parte sana dell'azienda? «Neanche per sogno. E' assurdo che Ahtaha su un volo Milano-Roma di 50 minuti metta un equipaggio di 4 persone per distribuire biscottini e Coca-Cola. Non è mica un volo per New York, sono solo 50 minuti! A che serve? Tenetevi pure i biscottini e la Coca-Cola e pensate piuttosto a farmi arrivare in orario e a prezzi bassi! E' una vergogna che per un Milano-Boma andata e ritorno gh itahani debbano spendere 700 o 800 mila lire». Si può ricorrere alla concorrenza che costa meno, no? «No, non si può, perché Ahtaha ha 60 voh suoi fra Milano e Roma e le altre compagnie meglio gestite e che fanno prezzi più bassi devono accontentarsi degh slot che rimangono. La concorrenza dovrebbe essere lasciata libera di premiare chi gestisce meglio le compagnie». Quindi lei ritiene che servano meno hostess, e poi? «Dico una cosa che si potrebbe fare senza spendere nulla: toghere i posti numerati sui voh nazionah. A che servono se non a perdere dieci minuti o più a ogni decollo? Perché costringere i passeggeri ad aspettare in fila che un signore sistemi il suo bagagho bloccando il passaggio, e poi che lo faccia anche quello . dopo e quello dopo ancora e così via, quando attomo ci sono posti liberi? Si metta ognuno dove capita; macché finestrino o corridoio! Poi quando l'aereo atterra bisogna stare fermi ad aspettare altri dieci minuti perché non c'è la scaletta o non c'è l'autobus. E questo introduce un'altra questione, cioè che non va cambiata da cima a fondo solo Ahtaha ma anche tutto il sistema aeroportuale italiano». Ma da dove si comincia? «C'è un sistema inefficiente, un giro perverso di inefficienza continua. Se ne esce solo privatizzando tutto. Se si trovano dei privati disposti a mettere i soldi in Ahtaha, poi vedrete che questi vorranno guadagnarci. Le compagnie si gestiscono così, non con gh appelli di Ciampi. Finché si pensa che Ahtaha sia la compagnia di bandiera, che debba rappresentare l'orgoglio degh itahani nel mondo e cose simili non si baderà mai al conto economico e gh itahani continueranno volare a caro prezzo e in ritardo. Questo è assurdo, bisogna pensare ai cittadini e invece si continua a pensare alle aziende. Ma le aziende meritano di essere sostenute solo se offrono un servizio economico, altrimenti non meritano nulla. Invece Ahtaha è stata sempre gestita con criteri politici, senza attenzione ai costi. L'unica speranza è che Cimoli faccia capire a tutti che non è più tempo di giocare, che questa è l'ultima occasione e che se va persa si chiude». 66 L'accordo che ha fatto tutti felici non risolve proprio nulla. Dividere la società non serve Cimoli? Grande manager ma ha un solo compito: far capire che A A non si gioca più 77 Carlo Mario Guerci

Persone citate: Boma, Carlo Mario, Carlo Mario Guerci, Ciampi, Cimoli

Luoghi citati: Milano, New York, Roma