NON SERVE L'EUROPA CRISTIANA

NON SERVE L'EUROPA CRISTIANA LA COSTITUZIONE UE NON SERVE L'EUROPA CRISTIANA Angelo Benessia LE crescenti speranze di un accordo sulla Costituzione, atteso per metà giugno, rilanciano la discussione sulle radici dell'Europa. Karol Wojtyla, il Papa slavo che ha conosciuto la persecuzione religiosa comunista, ha ripetuto pochi giorni fa che «solo un'Europa che non rimuova, ma riscopra le proprie radici cristiane potrà essere all'altezza delle grandi sfide del terzo millennio». Il giurista americano Joseph Weiler ha ribadito la tesi (diffusa con il saggio «Un'Europa cristiana», Rizzoh, 2003) secondo cui sarebbe opportuno inserire, nel Preambolo della Costituzione, il riferimento alla tradizione cristiana, senza per questo - dice lui, ebreo praticante - «far sentire l'Ebreo europeo meno europeo». Nel Preambolo, ossia nella premessa del trattato che approverà la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea, gh Stati contraenti enunciano i valori in cui si riconoscono. Naturale quindi che se ne sia discusso a lungo, trovando una formula di compromesso che ben difficilmente cambierà. Senza alcun riferimento alla sfera divina, ricorrente in molte Costituzioni nazionali, il «Preambolo» europeo si apre con Tucidide: «La nostra Costituzione è chiamata democrazia perché il potere è nelle mani non di una minoranza, ma del popolo intero». E menziona espressamente le «correnti filosofiche dei Lumi». Weiler contesta la scelta, accusandola di essere giacobina e incu- rante della «Cristianità». Questa antica espressione ci riporta mconsapevolmente alla medievale «respublica Christiana», che considerava ebrei e saraceni «hostesperpetui». Nemici per sempre, appunto, della cristianità. Certo il richiamo ai valori cristiani da parte di Giovanni Paolo II è abissalmente lontano, non solo nei secoli, dal clima delle crociate. Ma il caso vuole che l'Europa nasca, come soggetto politico, mentre divampa la reazione contro l'occupazione militare irachena gestita senza discernimento. E mentre ancora non si può valutare l'ampiezza crescente dei guasti che le scene di tortura hanno cagionato ai rapporti fra America e Islam. In una situazione del genere la decisione di non riportare i «valori cristiani» nel Preambolo acquista, a un anno di distanza da quando è stata presa, la valenza di una scelta politica non soltanto laica. Affermare in questo momento la «cristianità» dell'Europa rischierebbe, infatti, di schierarla contro il mondo islamico, automaticamente a fianco dell'America nella sempre più insostenibile sua «guerra di missione». L'opzione illuministica equivale, invece, a una posizione neutrale, ovviamente rispetto non al terrorismo, ma al dissidio fra Usa e mondo arabo. L'identità dell'Europa non si afferma con il cristianesimo, diffuso in molti continenti, ma con la forza di un progetto politico. Differenziandosi nell'indistinto «Occidente», finora dominato dall'egemonia americana, l'Europa potrà contribuire a riportare il mondo sulla via della ragione. Se Dio lo vorrà. «NON CE' UNIONE SENZA CRISTO» Il Pontefice: queste sono le radici Prodi; un impegno fondamentale Giacomo Galeazzl A PAGINA 8

Persone citate: Angelo Benessia, Giovanni Paolo Ii, Joseph Weiler, Karol Wojtyla, Prodi, Weiler