«j virus, Taltro volto del mondo global»

«j virus, Taltro volto del mondo global» LE MAL/VrjlE TRASMESSE DA^ «I virus, Taltro volto del mondo global» Il neuropatologo Aguzzi: ma il vero killer resta l'influenza Matilde Casasopra Bonaglia SARS, mucca pazza, influenza dei polli, virus Nipah. Il fenomeno è in crescita: sono sempre più numerose le malattie che dagh animali passano all'uomo, scatenando emergenze sanitarie mondiah. Prevederle, affrontarle, combatterle: sono gh obiettivi che un gruppo di esperti da tutto il mondo - medici, veterinari, microbiologi, studiosi di salute pubblica ed ecologia - ha discusso a Ginevra al meeting organizzato dalTOms. Sotto accusa, in primo luogo, sono le manipolazioni dell'ambiente operate dall'uomo. «Le malattie dall'animale al¬ l'uomo che si trasmettono ad alta velocità sono diventate l'altra faccia della globalizzazione», spiega Adriano Aguzzi, direttore dell'Istituto di neuropatologia dell'ospedale di Zurigo: è uno dei massimi esperti sulle malattie da pilone, tra cui la Bse, e membro del comitato della Fondazione Carlo Urbani di Taiwan che finanzia la ricerca sulla Sars. Professore, ciò significa che i salti di specie nella trasmissione di infezioni e sindromi c'è sempre stata? «Non vi sono certezze assolute, ma non è impossibile che già nel Medio Evo esistesse la Bse. Se c'era, però, era molto rara: il motivo va ricercato nel fatto che un animale affetto da encefalopatia spongiforme bovina avrebbe potuto, all'epoca, contagiare al massimo una dozzina di persone. Oggi, invece, le farine animali prodotte in Gran Bretagna vengono esportate ovunque. Ecco, dunque, il prodursi di casi di Bse in^ Europa, in America e in Asia. È - come dicevo - l'altra faccia della globalizzazione». Quindi, il discorso vale anche per la Sars? «Vale ed è ancora più drammatico. La Sars si è manifestata in pochi giorni ed è riuscita a mandare in tilt l'intero pianeta. La velocità di diffusione dei virus è intimamente connessa alla velocità di trasferimento degh esseri umani, anche se non dobbiamo dimenticare che i virus, da sempre, sono estre- mamente cosmopoliti». Per esempio? «L'influenza spagnola del 1911, una pandemia che, in tre anni, uccise più persone di quante non ne abbia uccise l'Aids negli ultimi decenni». Ma allora i jet non c'erano. «È vero, ma i virus sono da sempre molto cosmopoliti. I viaggi di massa hanno solo peggiorato la situazione. L'esempio più lampante è legato all'Hiv: quando si diffonde, all'inizio degli Anni '70, è il periodo in cui il turismo di massa inizia ad afferraarsi. Questo per dire che il problema Sars non è un problema nuovo». Quanto è grave l'emergenza Sars? «Mi preoccupa. Ma mi preoccupa - e forse di più - l'influenza, la malattia infettiva per eccellenza che miete ogni anno moltissime vittime, in Europa e nel mondo. Basti pensare che l'anno scorso, quando l'attenzione mondiale era puntata sulla Sars, a Taiwan la Sars ha ucciso 70 persone, mentre l'influenza ne ha fulminate 3 mila». Com'è possibile che in appena un anno la Sars si sia trasformata tanto? Da malattia pressoché sconosciuta a emergenza globale? «Perché l'emergere dal nulla è la caratteristica principale delle "Malattie infettive emergen-. ti", qual è appunto la Sars. Va comunque sottolineato che, come queste sindromi si manife¬ stano e si diffondo più rapidamente, altrettanto rapidamente medici e biologi sono in grado di individuare la tipologia dei virus ed elaborare i vaccini». I casi di Sars in Cina di questi giorni potrebbero essere l'anticipazione di una nuova epidemia su larga scala? «La Sars è un virus molto pericoloso e Carlo Urbani - il medico italiano che per primo se ne occupò e ne morì - l'aveva segnalato in modo chiaro alla comunità scientifica. I ricercatori, tuttavia, sono riusciti a mettere in atto con tempestività una serie di misure drastiche che hanno contenuto la malattia».

Persone citate: Adriano Aguzzi, Carlo Urbani, Matilde Casasopra Bonaglia

Luoghi citati: America, Asia, Cina, Europa, Ginevra, Gran Bretagna, Taiwan