UNO SCANDALO UTILE di Marco Belpoliti

UNO SCANDALO UTILE BAMBINI IMPICCATI DI CATTELAN A MILANO: PERCHE SI PERCHE NO? UNO SCANDALO UTILE Marco Belpoliti MAURIZIO Cattelan non è solo, come si scrive, il più famoso artista italiano giovane, le cui opere - ad esempio, il Papa atterrato da un meteorite - sono pagate milioni di euro, ma è anche uno dei più bravi, se non il più bravo. Cattelan lavora da tempo sull'immagine stessa dell'artista, ovvero su di sé: la sua testa riprodotta in plastica e resina fa capolino da un buco nel pavimento di un museo con le mani appoggiate sui lati dello scasso e l'espressione attonita guarda le opere appese all'intorno; nei Minime la sua persona, formato bambola, è appoggiata dentro lo scaffale dei libri d'arte alla lettera C; o ancora, la sua riproduzione infantile corre su un triciclo per le sale della Biennale. Ogni opera o installazione cita qualcosa o qualcuno, da Shinnig di Kubrick alle favole dei FrateUi Grimm. Cattelan gioca con l'arte alla maniera di Duchamp, ma lo fa dopo Duchamp. La cosa che più colpisce gli stranieri che guardano i suoi lavori è l'aspetto molto italiano del suo lavoro. Cattelan è il continuatore di Abghiero Boetti e di altri artisti dell'arte povera, ma in modo originale. In una bella intervista a Hans Ulrich Obrist, una delle poche autentiche - Cattelan si fa intervistare al telefono e spesso il suo posto è preso da Massimiliano Gioni, giovane curatore della Fondazione Trussardi -, l'artista parla della sua paura dell'insuccesso, del fatto che si è sentito un fallito per gran parte della sua vita, tema reiterato dalla presenza dell'asino nelle sue installazioni, come è accaduto di recente a Trento, dove a lui, pessimo studente, hanno assegnato ima laurea honoris causa, e dove Cattelan si è presentato con una falsa ingessatura. Quella del fallimento è davvero una delle chiavi per intendere il suo lavoro che condivide con un'intera generazione di scrittori e artisti, tutti nati all'inizio degli anni sessanta, in Europa come in America; Rick Moody, Dave Eggers in Usa o Aldo Nove in Itaba, una generazione che si è misurata con la propria instabile identità di artista in un mondo in cui il consumo, la velocità e l'eccesso sono i tratti sabenti della vita quotidiana di miboni di persone. Così vanno letti i tre bambini di gomma e resina appesi alla quercia di Piazza XXIV maggio a Milano che un abitante del luogo ha staccato imprudentemente, dal ramo cadendo sull'aiuola sottostante dopo un volo di quasi sei metri. Molti avevano protestato per via di questi ragazzini di dieci-dodici anni impiccati all'albero, vedendo nell'installazione un oltraggio all' infanzia stessa. Ancora una volta l'arte scandalizza, come nel caso del «mongoloide» esposto da Gino de Dominicis nella Biennale del 1972 che scatenò furiose polemiche. Ma l'arte non è la realtà, come ha creduto il signore che si è arrampicato in cima all'albero, anche se agisce sulla realtà. Cosa sia l'arte, non è facile dirlo, tuttavia l'opera di Cattellan rimanda a ima serie di oggetti, discorsi, figure, immagini, racconti, da Pinocchio appeso alla quercia grande ad opere di artisti iperreabsti degb anni Ottanta. I tre bambini con gb occhi aperti, tre monelb scalzi e dai piedi sporchi con lo sguardo rivolto verso il basso, sono l'immagine di un fallimento che dalle fantasie di Cattelan migra verso l'intera società, sono un sintomo da leggere e interpretare. Ma come spesso accade noi scambiamo le nostre angosce e paure per realtà e, incapaci di sostenerle, cerchiamo di non vederle. Maurizio Cattelan come Francesco Vezzob, la cui opera è ora esposta alla Fondazione Prada, sfidano la realtà e le nostre stesse fantasie di potenza e impotenza; la stupidità dei reabty show, la televisione che intervista un serial killer, l'infanzia abbandonata e vibpesa che fingiamo, quella sì, di non vedere agb angob delle nostre strade come in Africa. Con la loro arte ci fanno pensare a cose impensabili. E' già molto, ma forse per qualcuno è troppo. t

Luoghi citati: Africa, America, Europa, Milano, Trento, Usa