I centristi contrari alle nuove nomine in Rai di Maria Grazia Bruzzone

I centristi contrari alle nuove nomine in Rai LA MAGGIORANZA SI DIVIDE TRA FALCHI E COLOMBE NELLA GESTIONE DELLA CRISI DI VIALE MAZZINI I centristi contrari alle nuove nomine in Rai L'Udc vorrebbe aspettare le elezioni e poi cambiare i vertici dell'azienda Maria Grazia Bruzzone ROMA Una nuova raffica di nomine sta per arrivare alla Rai? Questa volta sarà la volta di Rai Tre, dove Giovanni Minoli prenderà il posto di Paolo Ruffini, mentre a Rai Uno Clemente Mimun prenderà il posto di Fabrizio Del Noce e, addirittura, Piero Vigorelli salirà al primo notiziario italiano? Fantapolitica, dicono in tanti. Eppure, nel giorno della lettera ufficiale di dimissioni da presidente di Annunziata, della risposta di Cattaneo e delle proteste dell'opposizione sotto il cavallo di viale Mazzini, le voci si rincorrono e si intrecciano alle ipotesi, non meno contrapposte, sul futuro del cda decapitato che i presidenti delle Camere non vogliono né ormai potrebbero più reintegrare. Nuovo cda subito con le nuove regole, chiede il centro sinistra, mentre per la Cdl il cda è legittimato a restare. Fino a (juando, poi, le idee nel centrodestra divergono. Sul futuro del consiglio pesa anche la decisione del professor Giorgio Rumi. Il consigliere di area Udc aveva detto che alle dimissioni di Annunziata sarebbero seguite le sue. Poi, quando la situazione è precipitata davvero, ha fatto sapere che ci avrebbe pensato su. Una riflessione non ancora compiuta. «Ci sono dei tempi istituzionah da rispettare - spiega al telefono. Annunziata ha formalizzato le di¬ missioni solo oggi. Noi, poi, siamo stati nominati dai presidenti delle Camere e, per quanto con la nuova legge non abbiano più alcun ruolo, mi sento in obbligo di consultarli, magari infonnaimente». Rumi conferma che in ogni caso sarà presente al prossimo cda. E forse sulla sua decisione peseranno anche le nomine in progetto. Di certo i centristi, che già non sentivano il bisogno della prima infornata, sono oggi contrari alla seconda. «Il buon senso suggerisce (suggeriva anche ieri) di non procedere a nuove nomine» osserva Rodolfo de Laurentis, capogruppo Udc in commissione Trasporti fr Comunicazioni e di fatto portavoce in materia. «Certo - aggiunge - una volta promulgata la nuova legge Gasparri e passata la tempesta elettorale, si spiana la strada a un nuovo cda». E' questa l'ipotesi numero due nella maggioranza. Considerando numero uno quella sostenuta dall'ala «dura» che fa capo a mezza Fi, in testa Paolo Romani, a mezza An, con Ignazio La Russa (e lo stesso ministro Gasparri), più la Lega. I «milanesi», insomma. Sponsor di Cattaneo, motto di questo gruppo è «avanti tutta». Avanti con le nomine, senza guardare in faccia nessuno. E avanti con questo cda, che può tranquillamente arrivare a scadenza del marzo 2005. Come dichiarano appunto Gasparri, la Russa e Romani. Sta facendo bene, gli ascol¬ ti di Rai due miglioreranno, nessuna fretta di cambiare. E se Rumi decidesse di lasciare, amen. L'altra strada sarebbe invece preferita, oltreché da Marco Follini, anche da Gianfranco Fini e dall'altra ala di Fi, le cosidette «colombe» di cui fa parte il sottosegretario alle Comunicazioni Baldini, il cui credito sarebbe in ascesa dopo il ruolo giocato nella prim a partita di nomine, concordando una sorta di tregua armata con Romani. Cattaneo un paio di settimane fa avrebbe passato una giornata intera nel suo ufficio, inclusi pranzo e cena, con vari contatti telefonici con Berlusconi, arrivando così a dirimere, per esempio, i dissidi fra Bergamini e Gorla. E adesso sarebbe riuscito a ricucire anche per salvare Angela ButtigUone che, da tempo in rotta di collisione con Cattaneo, pareva destinata a saltare martedì prossimo. Scontato il proseguimento del cda «a quattro» fino alle elezioni, l'idea sarebbe di rinnovarlo subito dopo, diciamo entro i primi mesi d'autunno. Magari sfruttando i nuovi equilibri nati dopo le consultazioni (se Udc e An dovessero rafforzarsi, dove sta scritto che Rai Uno e Tgl continuerebbero a spettare per forza entrambi a Fi?, è uno dei ragionamenti che si fanno). Di qui lo stop a nuove nomine. Magari non quelle minori, destinate comunque a passare (vedi i due canali digitali, imo dei quali già promesso a An per Giovanni Blasi, l'ex aiuto di Santoro che da un po' ha cambiata casacca). Soprattutto, nessun ribaltone in ruoli delicatissimi come Rai Tre, al quale sarebbe oggi contrario lo stesso Berlusconi, consighato in questo senso perfino da Fedele Confalonieri: «Per stemperare i contrasti». Quanto a Del Noce, non solo fu messo in quel posto da Berlusconi in persona. Ma il fatto che sia riuscito a stoppare con una sola telefonata la nomina di Gigi Marzullo a suo vice (come avrebbe voluto Cattaneo, di cui il conduttore della notte è diventato così amico che si dice lo accompagni in giro nella Roma by night) viene visto a viale Mazzini e dmtorni come una prova della sua inamovibilità.

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