Nuovo piano per Alitalia, società divisa in due di Alessandro Barbera

Nuovo piano per Alitalia, società divisa in due I SERVIZI DI VOLO POTREBBERO ESSERE SEPARATI DA QUELLI A TERRA NEI QUALI VERREBBERO COINVOLTI ALCUNI SOCI PRIVATI Nuovo piano per Alitalia, società divisa in due Vertice notturno a Palazzo Chigi sul progetto holding. I sindacati: più garanzie Alessandro Barbera ROMA Una interminabile no-stop di trattative per trovare quello che il ministro Buttiglione definiva ai suoi interlocutori «il bandolo della matassa». Prima con quest'ultimo e il viceministro ai Trasporti Tassone, poi in serata con mezzo govemo, Fini e Tremonti compresi: per i sindacati di Alitalia quella di ieri è stata davvero la giornata più lunga, al termine della quale si è interrotta la mediazione che potrebbe segnare il destino di Alitalia il cui titolo in Borsa ieri è rimasto sospeso per tutta la giornata. Sul tavolo della trattativa, ripresa in serata e andata avanti per buona parte della nottata, c'è infatti la proposta di far nascere una nuova holding cui farebbero capo due società distinte una «core» e un'altra «no core». Una variante del modello già scelto per le Ferrovie (divisa in "Trenitalia" e "Rfi") che salvaguarderebbe - almeno nelle intenzioni - l'unità aziendale e i livelli occupazionali. Da un lato della holding ci sarebbe la parte "operativa" di Alitalia, nella quale concentrare tutti i servizi di volo, e che potrebbe rafforzarsi attorno ad Alitalia Express, dall'altra tutte le attività non direttamente legate ad essa ed interessate dalle «esteraalizzazioni». Questo il punto più delicato su cui si è bloccata la trattativa aggiornata alle 12 di oggi: fatti salvi 950 prepensionamenti (sui quali si era già raggiunto un accordo) nella serata i sindacati hanno chiesto garanzie sul futuro delle società terze nelle quali far confluire gran parte dei servizi di terra. La Cgil e il Sult - i due sindacati più duri nella trattativa - chiedono ima garanzia molto precisa: che l'azienda e quindi lo Stato mantengano la maggioranza di tutte le attività che andrebbero in joint venture. Dai servizi informatici (il partner individuato sarebbe Ibm) alla manutenzione di Atitech (da condividere con Alenia), fino all'importante «Alitalia airport», la controllata che gestisce tutti i servizi di handling di Fiumicino e per la quale c'è già pronto un gruppo tedesco pronto a rilevarne il 400Zo. I sindacati, verso mezzanotte di ieri hanno abbandonato il tavolo per fare un'ulteriore riflessione. Per oggi a mezzogiorno è attesa una proposta ultimativa. Se la mediazione fosse passata, i sindacati (tutti) avrebbero comunque portato a casa un risultato non indifferente che ora però è a rischio: evitare il commissariamento della compagnia di bandiera. Una soluzione in grado di soddisfare inoltre entrambe le anime del govemo: l'ala «trattativista» del govemo (l'asse An-Lega sostenuta da Berlusconi), perché eviterebbe massicci esuberi in piena campagna elettorale, ma anche il ministro dell'Economia, che vede comunque avviarsi la ristrutturazione della compagnia di bandiera. Di più: una volta separato il business del volo dai servizi di terra, l'azienda potrebbe andare in tempi abbastanza rapidi al matrimonio con il nuovo gruppo Air France-Klm. Ieri il presidente (nonché consigliere cfi amministrazione di Alitalia) Jean-Cyril Spinetta si è detto pronto, dal 2005, ad accogliere fra le braccia la nuova Alitaha risanata e privatizzata. Parole che giungono proprio nel giorno in cui l'Itaha e la Francia hanno siglato a Parigi un altro importante accordo per il futuro dei trasporti europei, quello sulla Torino-Lione. Con la nascita della nuova holding, Alitalia avrebbe anche nuovi vertici, per i quali già ieri sono cominciati a circolare i primi nomi: Gianni Sebastiani e Augusto Angioletti (ex numero uno dell'Anpac e amministratore delegato di Eurofly) per la prima società (già ribattezzata «Alitalia Volo»), Gianni Varazzani o Giancarlo Cimoli per «Alitalia Service». Su questo secondo fronte una scelta collegiale del govemo potrebbe essere più ardua: il primo è molto vicino al ministro del¬ l'Economia ed ha un profilo soprattutto da risanatore, il secondo non dispiace ad An e potrebbe essere più adatto ad un rilancio delle attività secondarie. Non è a questo punto da escludere la strada del commissariamento: in mancanza di accordo il Cda di oggi pomeriggio potrebbe convocare l'assemblea straordinaria per la nomina. In questo caso la ristrutturazione di Alitalia sarebbe drastica - con la cessione immediata di molte attività non strategiche - e dovrebbe sicuramente fare i conti con esuberi ed il corollario di nuovi scioperi e disagi. L'unica cosa che non cambia è la rosa dei possibili amministratori straordinari: Varazzani, Sebastiani, Cimoli. E' comunque certo è che il govemo non potrà varare alcun tipo di aiuto pubblico: ieri gli uffici del commissario Uè ai Trasporti Loyola de Palacio - è la quarta volta - hanno ribadito che la Commissione non autorizzerà alcun aiuto di Stato, ma avanzerà l'ipotesi di un «prestito-ponte» che accompagni un piano di ristrutturazione. Un «aiuto di salvataggio» che, però, oltre a dover essere autorizzato da Bruxelles, andrebbe rimborsato «entro sei mesi» dalla sua erogazione o sarebbe rinnovabile solo «per altri sei» come avvenuto per la belga Sabena. A rispondere piccato alla proposta è stato il ministro del Welfare Maroni che l'ha definita «stravagante». la proposta «ultimativa», nell'incontro aggiornato a mezzogiorno di oggi Già in corsa per i vertici Sebastiani, Cimoii Angioletti e Varazzani LA COMPAGNIA DIVISA IN D MBMHMHHMMHHB L'ipotesi su cui ieri sera lavorava il governo era quella di costituire una "Alitalia holding spa" che avrebbe il controllo di due società separate: Alitalia "core", in cui confluirebbero le attività di volo e la flotta, e "Alitalia service", dove invece finiranno gli asset non strategici (manutenzione, information technology, amministrazione) ovvero quelle attività che l'azienda vorrebbe esternalizzare. Si parla anche di un ricambio dei vertici. In pole position: Sebastiani, Angioletti, Varazzani, Cempella, Cimoli e Ciucci | mOUHTALIZZAZIQNE Molto difficile da attuare, datò U divieto di "aiuti di Stato" alle imprese, posto dalla t/e GLI ALTRI SCENARI M PRESUTO PONTE Ammesso dalla Commissione Uè per s^ì.mesi e rinnovabile una sofà volta; va accompagnato a una seria ristrutturazione LIQUIDAZIONE Dissolvimento della società con le regole del libro V delCodice civile 1 ACCORDO SINDACATI Riorganizzazione con congedaménto ^^ straordinari è festiva trasferimento di attività In partnership, recupero di produttività | COMMISSARIAMENTO Amministrazione straordinaria con le regole del Prodi-bis e decreto Marzano "salva grandi imprese" fi DECRETO "REQUISITI DI SISTEMA" Il governo è disposto a vararlo in presenza dell'applicazione del piano aziendale {tagli di personale e recupero di produttività)

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