Ostaggi italiani E' Gino Strada la nuova speranza di Guido Ruotolo

Ostaggi italiani E' Gino Strada la nuova speranza IL FONDATORE DI EMERGENCY OGGI SARA' A BAGHDAD Ostaggi italiani E' Gino Strada la nuova speranza L'associazione umanitaria ha due centri in Iraq e uno in corso di costruzione a Karbala. L'ufficio stampa del medico pacifista conferma la disponibilità a intervenire ma non svela particolari Guido Ruotolo ROMA Proverà lui a tentare di riportare in Italia Maurizio Aghana, Umberto Cupertino e Salvatore Stello. Gino Strada, il fondatore di Emergency, una delle massime espressioni del pacifismo itahano, da sempre impegnato contro tutte le guerre, da due giorni è ad Amman e oggi sarà a Baghdad. Una missione apparentemente «impossibile» la sua. Finora, infatti, si sono rivelate inconcludenti - dal punto di vista della liberazione degh ostaggi - i convogli «umanitari» della Croce rossa itahana a Falluja, gh appelli del Consiglio degh Ulema, le trattative intavolate dalla nostra intelligence, l'attività della nostra diplomazia. E, dunque, il tentativo di Emergency può rappresentare una opportunità da non bruciare. Se è vero, infatti, che nell'ultimo video trasmesso da Al Arabyia, quello che chiedeva all'opinione pubblica itahana di organizzare una manifestazione contro la guerra a Roma, le Falangi verdi di Maometto spiegavano che non avrebbero consegnato gh ostaggi al govemo itahano e che la loro liberazione dipendeva appunto dalla mobilitazione pacifista itahana, allora la carta Strada potrebbe rivelarsi vincente per riportare in Italia gh ostaggi. Naturalmente se lo augurano tutti, consapevoh che la missione di Emergency si presenta comunque difficilissima. L'associazione fondata da Gi¬ no Strada ha come suoi obiettivi il «portare assistenza medico-chirurgica alle vittime dei conflitti armati, il dare attuazione ai diritti umani per chi soffre le conseguenze sociah di guerre, fame, povertà, emarginazione». E infine quello di «promuovere una cultura di pace e solidarietà». In Iraq è presente non da ieri, come nel caso della Croce rossa itahana. La prima unità ospedahera dell'equipe di Gino Strada fu aperta nel 1995, a Choman, un piccolo centro al confine con l'Iran. NeUe sue strutture irachene lavorano 810 unità che dal 1995 ad oggi hanno curato duecentomila persone. Due centri chirurgici nella zona curda del paese, a SvilmTmamya e a Erbil, le due città controllate rispettivamente dal Puk e dal Pdk. Poi due centri grandi ustionati, centri di riabilitazione per le vittime di guerra e, infine, Emergency sta costruendo in queste settimane il suo terzo centro chirui^ico a Karbala, città santa senta. Chissà se ha un senso che nell'ultimo comunicato trasmesso da Al Jazeera, la sera di venerdì scorso alla scadenza dell'ultimatum dei cinque giorni, le Falangi verdi di Maometto abbiano fatto la richiesta di liberazione dei detenuti iracheni nelle prigioni curde. Insomma, in quelle realtà dove Emergency è presente. A voler essere ottimisti, forse potrebbe essere stato un segnale preciso, quasi un voler prendere tempo in attesa che si reahzzassero precise condizioni. Interpellato ieri, l'ufficio stampa dell'associazione di Gino Strada non ha voluto scoprire le carte, limitandosi a confermare che effettivamente Emergency ha dichiarato la sua disponibilità a intervenire nella vicenda degh ostaggi italiani. Non solo una diponibihtà, avendo intrapreso un «dialogo» con quel Jabbar al Kubaiysi, leader dell'Alleanza nazionale patriottica, che pure in queste settimane si è candidato ad essere un mediatore, essendo stato contattato anche dalla nostra inteUigence. Nel primo giorno del silenzio stampa sugli ostaggi, chiesto dal presidente del Consigho, Silvio Berlusconi, colpiva ieri il «deserto» informativo, l'assenza di q^iei grappoli di telecamere, macchine fotografiche, giornalisti che per tre lunghe settimane hanno presidiato le case dei familiari degh ostaggi. Ieri, Antonella Aghana, la sorella di Maurizio, si è limitata a prendere atto: «Mantengo la fiducia in chi è competente a seguire questa situazione e prego ogni giorno e ogni minuto. Non ho nessuna notizia e ritengo che ripetere che non ci sono novità sia di conseguenza una sorta di silenzio stampa anche da parte mia: se è stato chiesto, sarà evidentemente opportuno e può darsi che costituisca una possibilità in più per aiutarci a riabbracciare i nostri cari. La Farnesina mi ha chiamata per sentire come sto, ma non mi ha comunicato niente di nuovo». In questa situazione, nessuna notizia può anche equivalere a nessuna buona notizia. Siamo in una fase di stallo, di sospensione anche deU'ottimismo che per tre settimane, a giorni alterni, è stato dispensato dal govemo. Gh uomini del Sismi impegnati a Baghdad sono rientrati a Roma sabato notte, per essere sostituiti. Nel deserto informativo sulla vicenda degh ostaggi - AlJazeera in pomeriggio ha mandato in onda un servizio dall'Iraq sul fenomeno dei sequestri di persona, non citando neppure il dramma itahano - ieri si è registrata una presa di posizione dei Beati costruttori di pace. Un appello, il loro, ai sequestratori: «Vi chiediamo di onorare la parola data. Consegnate a rappresentanti della società civile itahana i tre italiani che sono nehe vostri mani». Chissà se la speranza dei familiari di Maurizio Aghana, Umberto Cupertino e Salvatore Stefìo di rivedere presto a casa i loro cari diventerà presto una realtà. Da oggi ci proverà Gino Strada. Thomas Hamill, l'ostaggio americano liberato domenica, saluta con il braccio ferito nella base militare Usa di Landstuhl