Bush a Rumsfeld «Punizioni severe per i torturatori»

Bush a Rumsfeld «Punizioni severe per i torturatori» Secondo il rapporto del generale Taguba (che il comandante Myers dice di non avere letto) «sono avvenuti numerosi abusi sadici, clamorosi, sfrenati e criminali ai danni dei detenuti» LE SEVIZIE Bush a Rumsfeld «Punizioni severe per i torturatori» Il Pentagono rivela di aver spedito lettere di reprimenda ad altri sette ufficiali della prigione che avranno la carriera stroncata Paolo Mastrolilli NEW YORK I responsabib degli abusi nella prigione di Abu Ghraib dovranno pagare. E' la promessa fatta dal portavoce della Casa Bianca, Scott McClellan, per riparare i danni di uno scandalo che continua ad allargarsi oltre i confini di Baghdad. Ieri il Pentagono ha rivelato di aver punito altri sette ufficiali, con lettere di reprimenda che in pratica significano la fine delle loro carriere. Sei guardie del famigerato ex carcere di Saddam sono in attesa del giudizio della Corte Marziale, che potrebbe condannarle alla prigione, mentre il Pentagono sta conducendo almeno due inchieste separate, e una terza è stata aperta dai militari britannici dopo le rivelazioni di torture fatte da due soldati del Queen's Lancashire Regiment. Anche la Cia indaga sulla morte di un prigioniero, ma ieri ha negato ogni coinvolgimento nelle sevizie. La polemica però non si placa, perché continuano ad arrivare denunce, e il governo provvisorio iracheno ha sollecitato un'inchiesta indipendente per bocca del ministro degli Esteri Hoshyar Zebari, domandando che da ora in poi un giudice locale sia presente agli interrogatori di tutti i prigionieri. La fonte delle rivelazioni più gravi resta il rapporto di 53 pagine redatto dal generale Antonio Taguba, anche perché il capo degli Stati Maggiori Riuniti Myers ha ammesso di non averlo letto, e quindi di non poter dire con precisione quanto fossero diffuse le vio- lezioni. Taguba ha scritto che tra l'ottobre e il dicembre del 2003 sono avvenuti «numerosi incidenti di abusi sadici, clamorosi, sfrenati e criminali, inflitti a molti detenuti. Questi abusi illegali e sistematici sono stati perpetrati intenzionalmente da parecchi membri della polizia militare nella sezione 1 -A della prigione Abu Ghraib». Il rapporto accusa i leader di non aver fatto il loro dovere, a partire dal generale Janis Karpinski, là donna che comandava il carcere. Poi punta il dito contro gli uomini dell'intelligence militari e civili, che «chiedevano attivamente alle guardie di creare condizioni fisiche e mentali favorevoli agli interrogatori». Il NewYork Times è sceso nei dettagli, raccontando che gli abusi includevano obbligare un prigioniero a masturbarsi davan- ti alla faccia di un altro, mentre i soldati americani riprendevano la scena. Tra i militari e i civili responsabili Tabuga indica il colonnello Thomas Pappas, comandante della 205th Brigade dell'intelligence militare, il tenente colonnello Steven Jordan, direttore degli interrogatori nella stessa brigata, e i civili Steven Stephenowicz e John Israel che lavoravano per la CACI International, una compagnia privata di Aflington assunta dal Pentagono per gestire i prigionieri e la raccolta delle informazioni. A queste denunce si sono aggiunte quelle dei sue soldati britannici del Queen's Lancashire Regiment, che hanno passato le foto al Daily Mirror. Loro hanno raccontato che le guardie urinavano sui detenuti e li bastonavano. Il colonnello David Black, ex comandante del reggimento, ha contestato le immagini dicendo che sono false, ma i due militari e il giornale hanno confermato che è tutto vero. La polemica sta avendo un forte impatto internazionale, Derché rovina l'immagine dele forze di occupazione soprattutto agli occhi del mondo arabo, dove gli abusi sono finiti su tutte le prime pagine e i telegiornali. Il Pentagono ha cercato di contenere il loro effetto sostenendo che sono limitate ad un gruppo molto ristretto di cattivi soldati, ma lo stesso generale Myers ha dovuto ammettere che non conosce la vera diffusione del fenomeno. I comandanti, poi, hanno cominciato a lanciarsi accuse incrociate, con la Karpinski che ha attaccato i colleghi dell'intelligence militare perché avrebbero spinto i suoi soldati a violare le regole a sua insaputa. Ieri mattina, perciò, il presidente Bush è intervenuto di persona per correre ai ripari. Ha telefonato al capo del Pentagono Rumsfeld, per chiedere che i colpevoli siano puniti. «Il presidente - ha spiegato il portavoce McClellan - ha voluto assicurarsi che verranno prese misure appropriate contro i responabili di questi atti vergognosi e terribili. Saddam Hussein incoraggiava e tollerava questo genere di comportamenti: gli Stati Unitine». Due soldati britannici hanno dato a un giornale nuove foto di sevizie ai prigionieri. Per l'ex comandante Usa sono false. Gli inglesi insistono Una delle foto choc che hanno innescato la dura polemica sulle sevizie subite dai prigionieri iracheni ;

Luoghi citati: Baghdad, New York, Usa