«La Croce Rossa resterà a Baghdad» di E. Nov.

«La Croce Rossa resterà a Baghdad» «La Croce Rossa resterà a Baghdad» ROMA La Croce Rossa «rimane in Iraq e continua la sua missione umanitaria», la scadenza del 30 giugno ipotizzata dal personale presente a Baghdad «potrebbe essere rinnovata ed è legata al finanziamento del ministero degb Esteri, dal quale dipende la missione». La precisazione fa seguito alle dichiarazioni del commissario straordinario deba Cri a Baghdad, Maurizio Scelb, che in un'intervista al Corriere della Sera ha ipotizzato di lasdare l'Iraq «entro 48 ore» (entro oggi, dunque) se non arriveranno «segnab concreti sulla possibbtà di rilascio» dei tre ostaggi itabani. Secca la repbca di Franco Frattini: «Una cosa è la presenza fisica di Scelb in Iraq, che è b dimostrando coraggio, un'altra cosa è l'istituzione deba Croce Rossa, che proseguirà a dare il suo contributo». «Non posso restare qui a tempo indefinito, ho un lavoro di avvocato e la mia vita privata», aveva dichiarato Scelb ponendo un limite di due giorni alla sua permanenza in Iraq in mancanza di novità risolutive del dramma degb ostaggi itabani. Ma i giornalisti presenti in Iraq hanno raccolto lo sconforto anche dei responsabib dell'ospedale itabano di Baghdad: sarebbero tutti decisi a lasciare il Paese «entro la fine di giugno» a meno che Umberto Cupertino, Maurizio Agbana e Salvatore Stefio non siano rilasdati nel frattempo. Il ritiro del personale deba Croce Rossa dab'Iraq avrebbe serie ripercussioni pobtiche in Itaba: il 30 giugno, dopo l'approvazione di una risoluzione del Consigbo di sicurezza, un governo ad interim iracheno dovreb^ prendere il posto deb'Amministrazione provvisoria guidata dab'americano Paul Bremer, e preparare con l'aiuto debe Nazioni Unite le elezioni del prossimo gennaio. Mentre dal fronte pacifista itabano arrivano richieste sempre più nette di un ritiro immediato debe nostre truppe, ritardi neb'approvazione di una risoluzione e l'aggravarsi deba situazione sul campo spingerebbero anche la parte più moderata deb'Ubvo a chiedere il ritomo a casa dei nostri mibtari. La chiusura deb'ospedale aumenterebbe dunque inevitabilmente le pressioni sul governo itabano. Ieri tuttavia Frattini ribadendo la linea del govemo sugb ostaggi, «nessuna dichiarazione per non comprometterne la liberazione» - si è detto convinto che la Croce Rossa resterà in Iraq anche dopo il 30 giugno: «Ci sono chiare indicazioni cbe proseguirà la sua attività, molto apprezzata dal popolo iracheno e che soddisfa il bisogno di cure e assistenza di aiuti umanitari». Il personale presente in Iraq, aggiunge il ministro degb Esteri, «sta lavorando e ha lavorato in modo encomiabile e in posizioni di estrema debcatezza. Ha dimostrato coraggio quando più volte ha contribuito al cordone sanitario per entrare a Falluja». Da Baghdad, Scelb ha avuto parole polemiche con il govemo: «Mi domando se davvero d sia stato un negoziato degno di questo nome, se si è mai arrivati vicino al rilasdo come più volte d hanno fatto credere. Non so nemmeno se qualche mediatore sia arrivato ai rapitori. Magari è stato tutto un bluff». E, confermando di non essere mai stato parte del negoziato, ha rivendicato il valore defia missione da lui guidata: in tredid.mesi di lavoro, sono stati curati 55 mila iracheni, soltanto 110 di loro sono morti, 150 sono trasportati in Itaba a curarsi a spese deba Croce Rossa, [e. nov.]

Persone citate: Franco Frattini, Frattini, Maurizio Agbana, Maurizio Scelb, Paul Bremer, Salvatore Stefio, Umberto Cupertino