Chi ha paura dello storico che dice la verità? di Maurizio Assalto

Chi ha paura dello storico che dice la verità? GNO DI CLASSICISTI SULLA STORIA NEL MONDO ANTICO. E CANFORA ATTACCA IL «MODELLO MONTANELLI» Chi ha paura dello storico che dice la verità? Maurizio Assalto PRIMA di sferrare l'attacco, la coalizione greca richiese ancora una volta la consegna dì Elena e dei tesori che Paride Alessandro aveva sottratto a Menelao. E ancora una volta i troiani giurarono che loro non avevano né Elena né i tesori, ma che tutte queste cose si trovavano in Egitto (dove le locali autorità.le avevano requisite, in attesa che Menelao venisse a riprendersele, quando Alessandro era stato spinto da una tempesta nelle bocche del NDo). Credendosi presi in giro, i greci diedero inizio all'assedio. Soltanto dieci anni dopo, quando Troia era ormai rasa al suolo e dò che cercavano non veniva fuori, i capi della coalizione si convinsero che i troiani non avevano mentito. Ma ormai una grande e ricca città era stata cancellata, infiniti lutti avevano funestato i due campi. Coà i fatti secondo il racconto affidato a Erodoto (SI, 113 ss.) dai sacerdoti egiziani. Se alla coalizione greca sostituiamo «coalizione angloamericana», al posto di Elena e dei tesori rubati da Alessandro mettiamo «armi chimiche e nucleari», e anziché Troia diciamo «Iraq», sembra cronaca di questi giorni. I precedenti non aiutano, nel bene e (più spesso) nel male la storia si ripete. Perché allora studiarla? Bisogna accontentarsi di approfondire a conoscenza del passato, o dobbiamo aspirare a qualche cosa di più, a quella comprensione che può essere utile per orientarci nel presente e magari trarre qualche indicazione su dò che d attende, secondo l'ambizioso programma di Tucidide? Sono questioni quanto mai attuali, in un momento in cui l'offerta di storia - attraverso libri, giornali, cinema, televisione - è sicuramente sovrabbondante, e tale da accontentare le curiosità più disparate, ma alla sua spettacolare pervasività si accompagna contraddittoriamente una (paradossale?) crisi dell'insegnamento sdentifico della disdplina. È per fare chiarezza su questi problemi, riconducendoli all'essenzialità della loro prima formulazione, che l'Assodazione Italiana di Cultura Classica, su iniziativa della sua delegazione torinese, ha organizzato il convegno «Scrivere la storia nel mondo antico». «Siamo in un periodo di "sgradimento" verso il sapere storico» denunda Ludano Canfora, antichista fra i più autorevoli, che oggi introdurrà i lavori. «Mi addolora constatare come in Italia il ministero dell'Istruzione abbia dato seri colpi, ristretto i tempi, ridotto i manuali a limiti bignameschi. Nel quinquennio in corso come in quello precedente. Certo, più la destra prevale, meno la storia viene apprezzata. La sinistra invece è sempre stata tacdata di "eliofilia", della tendenza a giustificare tutto in termini storid: c'è del vero, ma è pur meglio della eliofobìa». La «ricerca della verità» è il fine della storiografia come la intendeva Tuddide, cercando di dare un'oggettività scientifica alla sua opera, e i criteri di questa oggettività erano stati fissati da Erodoto con la teorizzazione dell'autopsia (ossia della testimonianza diretta: meglio l'occhio dell'orecchio) nella ricostruzione dei fatti. Ma la verità come dovere ideale dello storico è stata (ed è) spesso sopraffata, nella prassi, da un altro tipo di interesse. È ancora Canfora a puntare il dito, contro un bersagUo importante: «C'è in giro l'idea frivola che il compito di un'opera di storia sia quello di "farsi leggere", di "essere attraente", catturare il lettore divertendolo: come nei libri di Montanelli. Già Ludano di Samosata aveva condannato, nella figura di Duride di Samo, questo genere narrativo intessuto di favole e aneddoti, mentre Polibio se la prendeva, persino ingenerosamente, con Timeo di Taormina e Teopompo di Chio. Questo modo di fare storia diventa pericolosissimo quando divulga errori. Qualche anno fa Arnaldo Momigliano, in una dura polemica contro la storiografia narrativa, aveva previsto che si sarebbe potuto perfino dare il caso dì qualcuno capace di negare la Shoah, purché lo sapesse dire bene». Infatti.

Persone citate: Arnaldo Momigliano, Canfora, Mondo Antico, Montanelli, Paride Alessandro, Troia

Luoghi citati: Egitto, Erodoto, Iraq, Italia, Taormina