Lutero era molto più arrabbiato di Alessandra Levantesi

Lutero era molto più arrabbiato PRIME CINEMA Lutero era molto più arrabbiato Fiennes dà il meglio di sé, ma la regia non rende lo spessore del personaggio Alessandra Levantesi ANCHE se in Germania è stato campione di incassi, come risposta protestante al cattohco «La passione di Cristo», «Luther» si presenta con armi spuntate. Mancano all'inglese Eric Till, veterano di lunga esperienza TV cui i luterani USA finanziatori del progetto hanno affidato la regia, una forte motivazione di fede pari a quella che, nel bene o nel male, ha animato Mei Gibson, nonché l'indubbio senso dello spettacolo del cineasta australiano. E gh sfugge anche il ribellismo indivisualista del «Luther» scritto dal «giovane arrabbiato» John Osbome e messo in scena al londinese Royal Court nel 1961 nella storica interpretazione di Albert Finney. Già ispiratore di una versione cinematografica nel 1973, il dramma sembra costituire la falsariga della sceneggiatura di Camille Thomasson e Bart Gavigan: i quali, cercando di movimentarne la struttura da camera con ambientazioni sontuose fra la Germania dei principi e la Roma di papa Leone X, hanno indebolito l'interiorità psicologica del testo. Fighe di un minatore, autopunitivo e austero, frate Lutero si attirò i fulmini della potentissima curia vaticana tuonando dal pulpito contro il mercato deUe indulgenze, ovvero la remissione dei peccati ottenuta tramite oblazioni: un indegno commercio ingigantito dacché Leone X aveva deciso di finanziare in tal modo la costruzione di San Pietro. Diventato dottore in teologia a Wittenberg, Martino affermò la necessità di abbeverarsi direttamente alle sacre scritture, teorizzando che l'uomo deve guadagnarsi da solo la salvezza deU'anima. Inchiodò il 31 ottobre del 1517 sul portale di una chiesa, le sue famose «95 Tesi», che si diffusero ovunque rivoluzionando lo scenario religioso a prezzo di gravi disordini e creando le basi della modernità. Tutto questo nel film è raccontato in modo romanzato, timido e pedestre; e senza nemmeno il tentativo di mettere a fuoco il complesso contesto storico e sociale che c'è dietro. In un cast comprendente Sir Peter Ustinov, nella sua ultima apparizione nei panni di Federico di Sassonia, e Bruno Ganz, protettivo padre superiore, Joseph Fiennes si prodiga in un'interpretazione a tutto campo purtroppo di non molto spessore. LUTHER DiEricTill Con Joseph Fiennes, Bruno Ganz, Sir Peter Ustinov USA/GERMANIA, 2003 TORINO, cinema Ambrosio, Fratelli Marx; MILANO, Cavaour, Odeon; ROMA, Giulio Cesare, Quattro Fontanejolly, Eurcine, Maestoso, Andromeda, Cinestar Cassia, Cineland, Politeama, Warner Medici

Luoghi citati: Germania, Milano, Roma, Sassonia, Torino, Wittenberg