Nel Web sicuri di non cadere intrappola

Nel Web sicuri di non cadere intrappola SCUOLE Quando insegnanti e studenti vanno oltre il programma Attività, idee e notizie nate sui banchi di scuola e uscite alla scoperta del mondo Nel Web sicuri di non cadere intrappola A scuola la navigazione in Internet senza rischi è un'esigenza che coinvolge i docenti Regole, esperienze e un progetto di Dschola Marco Sartorelli 1 NTERNET strumento di sapere, Internet trappola potenziale per I bambini e ragazzi. Come offrire una navigazione sicura ai giovani? Qual è il ruolo degh insegnanti? I genitori possono contare su una scuola preparata ad affrontare questo problema? La riflessione e (molte) risposte sull'argomento sono arrivate nel corso di due incontri organizzati a fine marzo ad Asti e all'Iris Maxwell di Nichehno dal progetto Dschola e Telefono Azzurro. Il titolo: «Internet per bambini e ragazzi: una risorsa da conoscere per utilizzarla in modo sicuro. Per aiutare i giovani a navigare senza rischi, gli adulti devono assisterh, stare al loro fianco e condividere le scoperte». Tra i relatori, Doriano Azzena, insegnante di elettronica e informatica all'Ipsia Castigliano di Asti, consulente per alcune procure per reati di tipo informatico. «Già nell'ottobre 2003 è stata avviata la formazione dei dirigenti scolastici sul tema sicurezza-Intemet: questo perché proprio loro, dal punto di vista legale, hanno responsabilità sulla privacy, sul trattamento informatico dei dati, e sulla didattica». Molti studenti, infatti, sono minorenni e possono accedere a siti che incitano alla violenza, che trattano il tema delle droghe in modo improprio, e a quelli di pedofilia e pomografia. Secondo Azzena, «proibire l'uso di Internet non è la soluzione. Bisogna invece saper valutare le informazioni. Purtroppo l'insegnante, di solito non è un esperto: lo sono di più i ragazzi, per questo è difficile controllarli. Io ho presentato una soluzione al problema della navigazione sicura. Si basa sull'analisi del testo: abbiamo compilato un dizionario in diverse lingue con frasi o parole che vengono «pesate», se la somma contenuta in un testo raggiunge un certo valore il sistema nega l'accesso. Il sistema è in fase di sperimentazione in tre scuole medie, abbiamo ottimi risultati. Credo comunque che sia importante presentare ai ragazzi, il sistema di controllo non come una forma di restrizione all'uso di Internet, ma di sicurezza e tutela». Un altro dei relatori. Marco Guastavigna, dell'Is Beccali di Torino ha ricordato «che per la sicurezza degh studenti si può ricorrere alle liste "bianche", siti definiti dall'adulto che vanno proposti a scuola come strumenti di lavoro; ci sono poi portali ad hoc: il ragazzo utilizza un motore di ricerca con la certezza che non trova materiale che lo turbi. In questo caso l'insegnante verifica che sia possibile compiere una ricerca e poi il ragazzo può usare lo strumento senza l'assistenza dell'insegnante. C'è infine "kid net", una specie di "lego inteme"», che offre una serie di pezzi da unire per sviluppare la creatività. L'accesso è protetto, il ragazzino crea addirittura la propria home page senza rischi». L'offerta di navigazione sicura arriva sino alla «caccia al tesoro digitale» e al «web test»: «In questi casi - spiega Guastavigna - l'insegnante prenaviga. Nella caccia al tesoro il docente assegna domande cui il ragazzo o il gruppo risponde utilizzando siti recensiti, poi risponde alla domanda finale rielaborando il lavoro fatto. Nel web test, si passa subito alla domanda finale, cui si risponde con una ricerca. L'insegnante in questo caso definisce la procedura». Per Guastavigna però bisogna insistere su un concetto: «Gh adulti devono recuperare il ruolo di mediatori culturali. Non devono solo tutelare e "addestrare". ma anche dare compiti significativi. Imparare a usare la tecnologia non basta». e Angelo Zappala, psicologo e criminologo, referente per Telefono Azzurro per il progetto europeo Safeborders (per l'utilizzo consapevole e sicuro di Internet da parte di bambini e adolescenti), ha invece ricordato alcuni consigh: «Non mettere computer in luogo isolato, accompagnare il ragazzo nella navigazione, non proibire ma responsabilizzare. Una volta - ha sottolineato - si diceva che un'informazione era vera "Perché l'ho^sentito alla tv". Ora si dice che "È vero perché l'ho trovato su Internet". Questo, naturalmente non è vero, e bisogna ricordarlo ai giovani. Infine, si deve insistere su questa indicazione: mai dare le proprie generalità, nome, cognome e indirizzo a chiunque li chieda. Il rischio maggiore sulle chat line, è quello di fare incontri pericolosi: non si può essere mai certi di chi c'è davvero dah'altra parte del video».

Persone citate: Angelo Zappala, Azzena, Beccali, Guastavigna, Iris Maxwell, Marco Sartorelli

Luoghi citati: Asti, Torino