Mitica Gewandhaus di Leonardo Osella

Mitica Gewandhaus STAGIONE LINGOTTO Mitica Gewandhaus Blomstedt guida l'antica istituzione nell'esecuzione di Sibelius e Dvorak LA sontuosa parata di orchestre alle quali ci ha abituati l'Associazione Lingotto Musica con i suoi concerti tocca un altro vertice con l'arrivo della Gewandhausorchester di Lipsia. L'appuntamento è fissato a mercoledì 5 maggio alle 20,30 all'Auditorium Giovarmi Agnelli ed è ancora più rilevante per la presenza sul podio di Herbert Blomstedt. Il complesso sinfonico è tra i più illustri in assoluto, vantando addirittura 250 anni di attività e bacchette di valore immenso come Mendelssohn, Nikisch, Furtwàngler, Walter, per citare soltanto i più «antichi»; e tra i musicisti che vi collaborarono la lista comprende addirittura Mozart, Beethoven, Schumann, Brahms, Bruckner, e poi Mahler, Strauss, Berlioz, Liszt, Ciaikovskij, Grieg. Herbert Bolmstedt, diciottesimo direttore musicale di questa straordinaria istituzione, è stato allievo di Markevich e di Bemstein e ha retto con successi clamorosi la responsabUità di complessi come la San Francisco Symphony e la Staatskapelle di Dresda. Due sinfonie costituiscono il programma della serata, e gli autori sono Sibelius e Dvorak. Di Sibelius si ascolterà la «Quarta in la minore op. 63», finita di comporre nel 1911, ed è a suo modo un evento, poiché non la si esegue che raramente. Difatti si tratta d'ima pagina dal carattere oscuro, in certi momenti persino tetro, suggerito all'autore da un «ripensamen¬ to» rispetto al gusto imperante che egli definiva «circo». Ma un fatto persino paradossale è che Sibelius vedeva nel ripiegamento e nelle ombre della sua «Quarta» ima sorta di ritomo all'indietro rispetto alla modernità, mentre al contrario vi si rivela «un più aperto uso della dissonanza, del cromatismo e soprattutto del sintomatico intervallo di tritono, qui sfruttato al massimo per conferire un continuo senso di instabilità e di stupefazione», come ha ben sottolineato Ferruccio Tammaro. Tutt'altro è il clima che desta all'ascolto la pagina dvorakiana prescelta per l'occasione, la più che celebre «Sinfonia n. 9 in mi minore» detta «Dal Nuovo Mondo». E' l'ultima scritta dal compositore boemo e vide la luce nel 1893 in quel di New York, dove Dvorak era diventato direttore del Conservatorio Nazionale. In America il musicista era stato attratto dal patrimonio folclorico locale, intriso della tradizione di neri e pellerossa. Per la verità nulla dì diretto si è poi trasfuso nella «Nona» se non un'atmosfera, una «tinta» avrebbe detto Verdi; la sinfonia mantiene la sua suggestione di radice slava, ben riconoscibile nel colore orchestrale. Ma è la spazialità che essa evoca all'ascolto a fornire il più efficace motore di sentimenti. Da qui un successo infallibile che fin dalla prima esecuzione non ha mai abbandonato questa bellissima partitura. Leonardo Osella la Gewandhausorchester è nata a Lipsia più di 250 anni fa. Sotto, l'attuale direttore, Blomstedt

Luoghi citati: America, Dresda, Lipsia, New York, San Francisco