Il fax si difende bene anche dalle «e-mail»

Il fax si difende bene anche dalle «e-mail» | NASCITA, MORTE E RESURREZIONE DI UNA TECNOLOGIA Il fax si difende bene anche dalle «e-mail» IL SUO ANTENATO FU UNA MACCHINA INVENTATA NELL'OTTOCENTO DALL'ABATE SENESE GIOVANNI CASELLI, POI PERFEZIONATA DALL'INGLESE SHELFORD BIDWELL Andrea Albini (*) NELL'ERA della posta elettronica il fax sembra uno strumento del passato. Eppure, secondo la BBC, nel 2002 i messaggi trasmessi per fax sono aumentati dal 4007o rispetto al 2001 sebbene il numero complessivo di apparecchi non fosse variato. Anche se la posta elettronica ha riavvicinato alla comunicazione scritta milioni di persone, un documento firmato e trasmesso per fax è generalmente considerato come "più autorevole" rispetto al messaggio e-mail. Benché in ufficio il fax sia diventato un oggetto comune solo alla fine degli Anni 70, le sue origini precedono di più di un secolo quel periodo: i primi modelli erano strani apparecchi elettromeccanici come il pantelegrafo dell'abate senese Giovanni Caselli. In questa invenzione, una puntina di lettura e una di scrittura posti ai due capi di una linea telegrafica erano in grado di riprodurre un disegno o un documento manoscritto tracciati con un inchiostro conduttivo speciale, mentre la sincronizzazione tra il ricevitore e il trasmettitore era ottenuta attraverso dei pendoli. Questo sistema interessò l'imperatore Napoleone III, che decise di utilizzarlo sulle linee che collegavano Parigi a Marsiglia. Anche se a quell'epoca la telegrafia si era ormai imposta, essa era una forma di comunicazione "codificata" che non poteva, ovviamente, consentire la trasmissione autenticata di firme; inoltre andava soggetta ad errori di trascrizione quando si dovevano trasmettere tabelle o elenchi numerici. Per questa ragione la telegrafia era ritenuta inaffidabile nel settore bancario e nella pubblica amministrazione. L'avveniristica iniziativa di Caselli si interruppe bruscamente con la sconfitta di Napoleone III a Sedan nel 1870, ma sulla fine dell'Ottocento la trasmissione elettromeccanica in facsimile continuò a essere utilizzata in settori particolari, come la trasmissione di immagini per i giornali. Un importante miglioramento tecnologico, che sarebbe stato presto utilizzato in questo campo, era però già maturato dal 1873 con la scoperta casuale della fotosensibilità del selenio da parte dell'ingegnere Willoughby Smith. Nel 1881, l'avvocato inglese e inventore amatoriale Shelford Bidwell presentò sulla rivista «Nature» un suo apparecchio per "telefotografia" che sfruttava le variazioni nell'intensità di corrente elettrica dell'elemento di selenio che corrispondevano alle variazioni dei toni di grigio dell'immagine fotografica. Il lavoro pionieristico di Bidwell fu perfezionato da Arthur Kom in Germania e da Edouard Belin in Francia: cosi agli inizi del Novecento, arrivò una nuova serie di costose e sofisticate apparecchiature per la trasmissione in facsimile, utilizzate per settori specializzati come il giornalismo e la meteorologia. Un uso di massa del fax tardava però ad imporsi. Il momento sembrò avvicinarsi alla fine degli Anni 30, quando negli Stati Uniti furono venduti più di diecimila "radio-fax": speciali apparecchi radio che, se sintonizzati su apposite stazioni, potevano ricevere e stampare su carta chimica un vero e proprio quotidiano, con tanto di fotografie, strisce a fumetti e giochi enigmistici. Questa invenzione fu stroncata sul nascere dall'imporsi di un'altra tecnologia: la televisione. Il comune fax telefonico che tutti conosciamo non iniziò a diffondersi prima degli Anni 60, anche se alcuni apparecchi erano disponibili già attorno al 1930, e ciò avvenne per ragioni non prettamente tecniche: la decadenza del sistema postale negli Stati Uniti e le esigenze di trasmissione della complicata scrittura ideogrammatica giapponese. L'Europa, che aveva ideato questo tecnologia, arrivò con qualche anno di ritardo. Nel 1968, 1976, e 1980 il Comitato internazionale per la telegrafia e la telefonia definì degli standard per rendere compatibili tra loro apparecchi fax prodotti da costruttori diversi e velocizzare i tempi di trasmissione. La storia del fax è uno degli esempi migliori per dimostrare come l'affermazione di una tecnologia non dipenda solo da fattori tecnici o da scoperte scientifiche, ma anche da una continua interazione con ragioni economiche, politiche e condizionamenti culturali; oltre che da interferenze con lo sviluppo di tecnologie concomitanti o concorrenti. L'ultima novità nel campo della trasmissione in facsimile è forse la più paradossale: attualmente è possibile mandare o ricevere fax senza possedere fisicamente l'apparecchio. Su Internet sono sorti dei servi¬ zi che spediscono messaggi o allegati da un computer a un numero di fax specificato e che convertono in formato elettronico i messaggi in arrivo ad un numero assegnato per poi inviarli nella casella di posta elettronica del destinatario. (*) Università di Pavia NAPOLEONE III SI APPASSIONO' ALLA NUOVA MACCHINA IN CONCORRENZA CON IL TELEGRAFO MA SI DOVETTE ASPETTARE ANCORA UN SECOLO PERCHE' SI AFFERMASSE NEGLI UFFICI bene mail» TTOCENTO DALL'ABATE SE SHELFORD BIDWELL Il pantelegrafo, antenato del fax, inventato nell'Ottocento dall'abate senese Giovanni Caselli. Fu necessario attendere più di un secoprima che fosse perfezionato OLEONE III PPASSIONO' A NUOVA CCHINA ONCORRENZA N IL TELEGRAFO SI DOVETTE ETTARE CORA SECOLO CHE' FFERMASSE LI UFFICI Il pantelegrafo, antenato del fax, inventato nell'Ottocento dall'abate senese Giovanni Caselli. Fu necessario attendere più di un secolo prima che fosse perfezionato

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