«tourment d'amour» di Alessandro Monti

«tourment d'amour» «tourment d'amour» Alessandro Monti DENSO e a volte asprigno, il romanzo La vita perfida di Maryse Condé, . scrittrice di lingua francese della Guadalupa, è altra cosa che una semplice cronaca famigliare. La storia comprende diverse generazioni tra Guadalupa e Francia, Giamaica e Stati Uniti, in un periodo compreso tra lo scavo del canale di Panama e ì giorni nostri, attraverso due guerre mondiali, l'indipendenza dell'isola e i movimenti neri di "resistenza" al dominio e alla cultura dei bianchi, da Marcus Gravey a Malcolm X e Martin Luther King e l'ideologia Basta, con una spolverata di Maggio Francese. Ecco la trama, lineare per quanto è possibile: il capostipite cerca di evadere dalla vita misera della piantagione andando a Panama e San Francisco. Ritornato a Guadalupa prospera con il commercio, tiranneggiando la famiglia e sognando il riscatto degli ex-schiavi africani. Dei suoi discendenti, Bert finisce in Francia, dove sposa una bretone; scontento di sé muore sul lavoro, forse suicidandosi. Da lui nascerà il ramo francese della famigha, destinato a perpetuare il suo destino tragico. Jacob continua a gestire gh affari di famigha nell'isola, mentre Jean, che salterà in aria preparando un attentato contro il governatore francese, si mescola ai braccianti creoli, riportandone alla luce le tradizioni e la cultura. E infine personaggio centrale Thécla, madre della voce narrante, inquieta cosmopolita dai moltephci e tormentati amori, sempre a disagio ovunque si trovi. E grazie a sua figlia che i due rami della famigha torneranno in contatto, in un etemo movimento tra la Guadalupa e la Francia, sempre alla ricerca di ima identità impossibile. L'ampio respiro della vicenda riporta di continuo l'intreccio domestico su cui si innerva il romanzo al concetto di "archivio", così come è stato elaborato dal critico indiano postcoloniale Ajaz Ahmad: si tratta di. una rivisitazione in termini non puramente intimistici delle identità, alla luce di successivi processi di selezione che includono o escludono i diversi gruppi su cui si fonda il concetto discriminante di appartenenza nazionale, "nationhood", in modo da mettere ai margini chi non è conforme a determinati canoni, etnici, religiosi o semphcemente di puro controllo egemonico della società. Tra questi due poh antagonisti, dell'inclusione e dell'esclusione, oscihano le vite "perse" dei Louis, dal capostipite che costruisce, con spietata e cinica durezza una piccola fortuna, isolando però la famigha in una specie di autoseparatismo; estraniandosi sia dagh ex-schiavi neri sia dalla borghesia, meticcia o biancocoloniale. L'impianto della narrazione deriva, a mio giudizio, dai grandi affreschi naturalisti di Zola, non solo nell'intreccio multigenerazionale di vite dominate da un determinismo implacabile, ma anche per il gusto di ricreare una lingua letteraria che attinge al linguaggio popolare, qui rappresentato dal creolo. Non vi è traccia, neUa Condé, della "mimicry" di Naipaul, in cui l'identità e la lingua dei personaggi caraibici si nutre di una duplice assenza: l'imitazione di un modeUo "British" imposto e la perdita deUe proprie radici. Le schegge di lingua creola che impreziosiscono le pagine del romanzo distorcono e riplasmano con libero vigore il francese metropolitano, facendosi beffe del grottesco "archivio" coloniale che vorrebbe indottrinare i "francesi" d'oltremare, per cui a scuola si studia "i Galli, nostri antenati". Così il francofono "petit lot" per indicare una piccola drogheria diventa "lolo", ossia la resa fonetica di "lot" in cui il raddoppio di "lo" indica l'idea di piccolo. Oppure un colibrì diventa, con leggerezza che sembra quasi sfidare la lingua mondana di Parigi, "foufou", un nome che è davvero un frullare di ah, mentre un dolce di cocco e crema pasticciera diventa "tourment d'amour". E in realtà i personaggi del romanzo sembrano proprio vivere in un incessante e travagliato "tourment d'amour". MaryseCondé La vita perfida a cura di Quia Risari edizioni e/o, pp.313, «75 ROMANZO

Persone citate: Malcolm X, Marcus Gravey, Martin Luther King, Maryse Condé, Naipaul