Sport da guarire Rogge: da Atene a Torino ci giochiamo le Olimpiadi

Sport da guarire Rogge: da Atene a Torino ci giochiamo le Olimpiadi LOSANNA: «LA STAMPA» A COLLOQUIÒ CON IL PRESIDENTE DEL CIO Sport da guarire Rogge: da Atene a Torino ci giochiamo le Olimpiadi forum LOSANNA PRESIDENTE Rogge, mancano 106 giorni ai Giochi di Atene. I rapporti del Ciò e le notizie diffuse dalle agenzie sono tutt'altro che incoraggianti. I lavori relativi agli impianti e alle infrastrutture sono in forte ritardo. Si può parlare di allarme rosso o è esagerato? «Come sapete, la preparazione è risultata laboriosa al di là di ogni più fosca aspettativa per molte ragioni, una delle quali la più delicata, forse - è che, all'inizio, gli organizzatori avevano probabilmente sottovalutato le difficoltà e i rischi che il varo di un'Olimpiade comporta. Ci è voluto un bel po' di tempo j prima che la questione venisse affrontata e pianificata con il giusto piglio. Cruciale è stato il cambio di leadership: con l'arrivo della signora Angelopoulos ai vertici del comitato promotore, le cose hanno cominciato a muoversi in maniera più spedita e razionale. Il problema è sempre lo stesso: un Paese si candida, vince e, nove volte su dieci, si abbandona a una sorta di autocompiacimento che lo porta a credere che tutto verrà da sé, senza intoppi: e che i mesi, gli anni a disposizione non finiranno mai». Invece? «Invece ci cascano, e non afferrano la complessità dell'opera. Una distorsione, questa, che abbiamo sempre cercato di correggere invitando le città in lizza a presenziare ai Giochi, in modo tale da studiare la rotta che poi dovranno tenere. Ripeto: da quando la signora Angelopoulos ha preso in pugno il timone, c'è stata una forte accelerazione. In base ai dossier ricevuti dalla commissione di controllo, posso dire che siamo a buon punto. Atene ce la farà. Appena in tempo, ma in tempo. Magari non avremo impianti perfetti, ma pronti, sì». Fra perfetti e pronti c'è una bella differenza. «Appunto. Tutto ciò che è necessario per godere di competizioni credibili, sarà disponibile: gli impianti, le tribune per i media, gli spazi deputati alla sicurezza. Ciò che potrebbe non essere pronto sono elementi non vitali, come il verde. Stanno ancora piantando gli alberi. Cresceranno? Dipende dal clima. E comun¬ que, non sono elementi indispensabili. Piuttosto, abbiamo deciso di rinunciare al tetto della piscina perché non "determinante" ai fini delle gare. Lo costruiranno dopo, forse. Ecco, questo è il confine tra essere perfetti ed essere pronti. Passando per un attimo da un'Olimpiade all'altra, da Atene a Torino, esistono affinità? E se sì, dì che tipo? «Almeno nella prima fase dell'organizzazione, non abbiamo riscontrato gli stessi problemi. E questo perché Torino ha avuto subito, fin dall'avvio dell'operazione, un "direttorio" chiaro,, omogeneo: e tale è rimasto. Ciò premesso, non nascondo che ci sia ancora un sacco di cose da fare. La "squadra" sta lavorando duro e di buona lena. Le scadenze sono molto vicine, molto rigide e, naturalmente, non potranno essere cambiate, diluite. Ma se resto ottimista per Atene, a maggior ragione lo sonp per Torino». La sicurezza è diventata il metro con cui misurare ogni attività: lo sport non può chiamarsi fuori. Per tacere di un obiettivo così statico e ghiotto come un'Olimpiade. «Fin dall'attentato di Settembre Nero a Monaco 1972, ha sempre rappresentato la nostra priorità numero uno. Dai casi s^KSreSSaa si è passati, dopo l'Il setteifibre'.lé gli attacchi a^li Staiti Uditi, à'tìn vero e proprio perieolo teitorismo, sempre e comunque,ìttuianente. Non potevamo hbtf.|'deguarci e pretendere, ^dàTSaesi^ organizzatori, imo strettò^Ojdi' vite. Lo sforzo che staiitoiacéiadcJ igreciè encomiabile, s«fiSAl[)|k:edenti. Lavorano giorno;-^ nbtte con le intelligence di Stati tftfiti, Gran Bretagna, Austraha, Germania, Francia. Hanno chiesta aiutò alla Nato. L'efficienza di ùffifeiOr. ne così coordinata.e ca^ffim^fia già fornito ottimi risultati)). ' 4d. . Intanto, però, il Ciò ha sottoscritto una polizza assicurativa da 170 milioni di dollari contro la prospettiva di tm eventuale annullanieiito dei Giochi per «atti r icosiducibili al terrorismo»; la «RBstione dei rischi» coinvolge l'edizione di Atene, ma anche Torino e poi Pechino 2008 e Vancouver 20ld.1 «Seguire un simile iter per coprire i pericoli legati alle proprie attività è una pratica abituale e prudente, adottata da tutti gli organismi moderni. Siamo soddisfatti del contratto che coinvolge, Ciò a parte, i Comitati olimpici nazionali e le Federazioni intemazionali». E proprio sicuro che, con la bruttissima aria che tira nel mondo, le Olimpiadi di Atene avranno regolarmente luogo? , «Io dubbi non ne ho. Il calendario verrà rispettato alla lettera: dal 13 al 29 agosto. Siamo di fronte a un incubo che tocca tutti, non solo lo sport. Viviamo in un mondo che non è più quello di dieci anni fa. Il terrorismo condiziona ogni Nazione, ogni democrazia e, più in generale, ogni società. Paradossalmente, non se ne può più fare a meno: gli atleti, i giornalisti e gli spettatori di Atene devono prepararsi a condizioni straordinariamente rigide». Le Olimpiadi di Atene ormai dietro l'angolo. I Giochi di Torino sullo sfondo. E, naturalmente, la situazione dello sport mondiale, fra doping e terrorismo, simboli religiosi e naturalizzazioni facili. «La Stampa» ne ha discusso a Losanna con l'ottavo presidente del Comitato olimpico intemazionale, il belga Jacques Rogge, in carica dal 16 luglio 2001. È stato un giro d'orizzonte al termine del quale il successore di Juan Antonio Samaranch ha tracciato un quadro del movimento (e del momento) più realista che ottimista, conscio del fascino che l'idea decoubertiniana continua a emanare, riveduta e corretta, ma anche dei problemi che la crisi economica post 11 settembre e la diffusione delle sostanze dopanti hanno contribuito ad accentuare. L'atleta di vertice è, oggi, metà azienda e metà laboratorio, soggetto a pressioni tremende, in balìa di regolamenti che non sempre riescono a sottrarlo alle tentazioni. L'intervista concessaci da Rogge costituisce, di fatto, una sorta di discorso sullo stato dell'unione sportiva, a tutti livelli. Il Forum cui ha partecipato anche Evelina Christillin, vice presidente del Toroc - è stato condotto dal direttore Marcello Sorgi e da Marco Ansaldo, Giorgio Barberis e Roberto Beccantini della redazione sportiva de «La Stampa». ^^ Sì, Atene 2004 ™^ è in ritardo ma ce la farà. Avremo impianti pronti, anche se non perfettissimi Quanto basta per godere di gare ad alto livello Pure Torino 2006 deve lavorare sodo Ha però avuto il vantaggio almeno nella prima fase di una leadership più omogenea 99 (/Lfc II terrorismo ^" non impedirà 10 svolgimento dei Giochi di agosto 11 sistema di sicurezza è stato preparato con sforzi e iniziative senza precedenti E molte delle opere costruite resteranno a beneficio dei greci anche dopo la chiusura 99 :Wv:':-:,;i-.:r^-::..\..:::.-.::.-,:: Jacques Rogge, belga, 62 anni, è stato eletto alla presidenza del Comitato Olimpico Internazionale ili 6 luglio del 2001, dieci anni dopo il suo ingresso nel Ciò come presidente dell'Associazione che raccoglie i comitati olimpici europei; a lato, un momento del forum di Losanna