E alla fine potrebbe arrivare un messaggio di Giovanni Paolo II di Marco Tosatti

E alla fine potrebbe arrivare un messaggio di Giovanni Paolo II E alla fine potrebbe arrivare un messaggio di Giovanni Paolo II Ma il Papa potrebbe anche ricevere i parenti, meno probabile che si affacci Marco Tosatti CinÀ DEL VATICANO «Deciderà il Papa se affacciarsi o inviare un messaggio, ma certamente la Chiesa è sempre e in ogni caso per la difesa della vita»: così il cardinale Renato Raffaele Martino, presidente del Pontificio Consigho «Justitia et Pax», ha risposto a chi gh chiedeva qualche lume sull'interrogativo che tiene sospesi tante persone in queste ore. E cioè se la marcia per la pace che sfilerà da Castel Sant'Angelo a Piazza Pio XII, fino alle transenne che chiudono Piazza San Pietro, potrà «sfondare» verso la basilica, e ricevere un saluto e una benedizione pontificia. In serata si è diffusa un'altra ipotesi: Giovanni Paolo II potrebbe essere accanto ai familiari degh ostaggi con un messaggio, un breve testo affidato ad alcuni stretti collaboratori. Sembra comunque certo che Wojtyla non si affaccerà dalla finestra del suo studio, anche se ogni decisione è rimandata a oggi. Quindi, oltre il Portone di Bronzo non si esclude che Giovanni Paolo n possa anche ricevere privatamente i familiari dei tre ostaggi, accompagnati dai loro vescovi. «E' un gesto da pastore, è un segno di comprensione, più significativo per le famighe, e che non può essere interpretato in nessun modo che non sia questo, della preoccupazione e della solidarietà)», ci spiegano in Vaticano. Non solo: il Pontefice e il suo entourage sono stati colpiti dalla dignità con cui le famighe hanno vissuto questo dramma, e un incontro sarebbe il modo per manifestare questo sentimento. Invece l'altra possibihtà - quella del corteo in piazza San Pietro presenta incognite ad ogni passo. In piazza San Pietro si entra solo per pregare, è la posizione ufficiale della Santa Sede; ma comunque non è giunta «per il momento» alcuna richiesta di autorizzazione ad entrare nella piazza da parte dei familiari dei tre ostaggi e dei partecipanti alla manifestazione in programma per oggi pomerìggio. È quanto si apprende in Vaticano in forma ufficiosa. Pur nella «solidarietà, comprensione e rispetto deUe famighe» e del dramma che stanno vivendo in queste ore, in Vaticano si fa notare che per prassi non viene mai autorizzato l'accesso all'emiciclo beminiano per manifestazioni ispirate a motivi non religiosi. Una dichiarazione del genere fa pensare dunque che i manifestanti sarebbero bloccati al «confine», transennato e vigilato con grande attenzione dalla polizia italiana. Anche se il corteo è per la pace, la Santa Sede vuole evitare che possa esserci una lettura «politica», in chiave magari anti governativa, della benedizione papale. E' naturale che nella manifestazione ci siano anche cattolici, ha comunque rilevato il cardinale Martino, che è parso dare il suo appoggio all'iniziativa: «Bisogna fare di tutto per salvare le vite, questa è la priorità, non bisogna invece perdersi in ripicche e alchimie politiche». I cattolici ci sono perchè «chi sente il dovere di difendere la vita si deve comportare conseguentemente». Ma anche se si affacciasse, che cosa potrebbe dire il Papa? Due domeniche fa ha già rivolto un appello preciso ai rapitori, chiedendo di liberare gli ostaggi. Ieri il presidente delTUcoii, Dachan Mohamed Nour in una lettera inviata a Giovanni Paolo U gh chiede di benedire la marcia umanitaria organizzata dalle famighe: «La Sua presenza benedicente sarebbe il segno più grande della realizzata concordia tra uomini e donne di diversa fede ma di identici umani sentimenti, sarà sufficiente che si apra quella finestra per dare a tutti noi il senso della Sua vicinanza». La richiesta sarà accolta? Forse no; ma comunque Giovanni Paolo n si è riservato di decidere all'ultimo minuto. Anche perché - ed è questo il motivo di fondo - in maniera silenziosa ed efficace la Chiesa cattohca, tramite il nunzio a Baghdad, Filoni, e gh esponenti della comunità cattohca caldea, sta lavorando nella speranza di un heto fine per i tre ancora prigionieri. La consegna partita dal Vaticano è quella del riserbo, e del silenzio. E forse proprio per questo ieri il Papa si è rifugiato nella categoria della metafora: «C'è nel mondo un male aggressivo che ha in Satana la guida e l'ispiratore, come ricorda San Pietro: il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro, cercando chi divorare». Ma il «fedele», ha sottolineato Wojtyla, ha fiducia, «spera nel Signore» e per questo è «forte». Il Papa invita comunque a «vigilare» e a cercare il «volto del Signore», con la preghiera. •: | La posizione vaticana : sì a un gesto umanitario ma no ad atti che possano prestarsi a strumentalizzazioni Wojtyla comunque deciderà all'ultimo Giovanni Paolo II a bordo della «papamobile» scoperta saluta i circa 15 mila fedeli e turisti radunatisi ieri in piazza San Pietro per la consueta udienza generale del mercoledì

Luoghi citati: Baghdad, Castel Sant'angelo