«Eda» e «Gino» due volti della Resistenza

«Eda» e «Gino» due volti della Resistenza LUTTO TRA [PARTIGIANI «Eda» e «Gino» due volti della Resistenza Lei era «Eda», la moglie di Valdo Fusi, il membro del Comitato militare regionale del Gin arrestato e processato con gh eroi del Martinetto, scampato al plotone di esecuzione grazie a un rosario. Lui era «Gino», Luigi Trivero, che si salvò dalla strage di Cudine fuggendo tra i campi, in Val di Lanzo. Se ne sono andati in punta di piedi, in questi giorni a cavallo del 25 aprile: due lutti che riportano alla Resistenza. «Eda», Edoarda Bighe, è stata sepolta ieri. Aveva 78 anni e da che era morto, nel '75, il marito «aveva vissuto nel suo ricordo, raccogliendone scritti e lettere», racconta il cognato Luigi Fusi, anch'egli ex partigiano. L'intero comitato militare del Cln - il generale Perotti, Giambone, Fusi, Braccini, Balbis, Geuna e Brosio - fu arrestato il 31 marzo del '44 in Duomo. Fusi, fervente cattolico, per caso non era in quel momento in sacrestia con gh altri; aveva in tasca un rosario, e disse che era in Duomo per confessarsi. Fu assolto per insufficienza di irove. Dopo la Liberazione, «Conob)e Eda - dice ancora Luigi Fusi - che gh chiese d'intercedere perché salvasse la vita al padre, e se ne innamorò». Un amore che. fu al centro di una querela, da parte di Fusi, contro Pisano, che l'accuspja torto) d'essere scampato al Martinetto proprio grazie a quel giudice. Eda e Valdo hanno vissuto tutta la vita insieme, dagli anni dell'immediato dopoguerra in cui lui fu deputato De a quelli in cui presiedette il primo ente per il turismo di Torino e l'Ordine Mauriziano. Luigi "Gino" Trivero, morto lunedì, aveva invece 80 anni. Quando era il partigiano "Caramba" fu l'unico scampato alla strage del 17 novembre del '44 a Cudine di Corto, dove vennero trucidati 27 partigiani e 7 civili. Raccontava: (Avevo 21 anni e non volevo morire. Ero stato messo in fila nel terzo gruppo. Stavamo per entrare nel gioco da bocce di fianco all'osteria, dove una decina di miei compagni erano già stati fucilati. Raccolsi tutte le forze e scappai nei prati. Mi inseguirono, mi spararono, ma riuscii a salvarmi». Dopo la guerra fu nell'Arma dei Carabinieri, poi nei corpi speciali. Una volta in pensione, entrò nel mondo del calcio dilettantistico. Fu nella dirigenza del Cafasse nell'indimenticabile stagione della promozione in serie D e poi presidente dell'Us Robassomero, cittadina in cui è stato per due mandati consighere comunale.

Luoghi citati: Cafasse, Robassomero, Torino