«Lo pregai: lasciami papà E lui lo guarì dal tumore»

«Lo pregai: lasciami papà E lui lo guarì dal tumore» IL MIRACOLARAGCOMlTATO DAI ^MILIARI MLl/tfOMÓ CHE AVEVA W^NGRO Al POLMÓNE «Lo pregai: lasciami papà E lui lo guarì dal tumore» personaggio MOMPERONE (Alessandria) PRETE dei poveri», «Il folle di Dio», «Il bandito di Dio»: in tanti modi don Orione è stato definito da personaggi e biografi. Lo scrittore Ignazio Silone, da bambino, lo incontrò fra i terremotati della Marsica: «La luce dei suoi occhi aveva la bontà di chi nella vita ha pazientemente sofferto ogni sorta di triboli». E quella bontà di uomo straordinario, «un po' folle» (da seminarista, ad esempio, mangiava i tozzi di pane che trovava per terra: e ne approfittavano per canzonarlo i suoi compagni di studi), si è espressa anche in gesti prodigiosi. Due dei quali sono stati riconosciuti dalla Chiesa come miracoli. Quello che gh varrà la canonizzazione è avvenuto poco lontano da Tortona, a Momperone, paesino della Val Curone adagiato sui colli punteggiati di viti e di alberi da frutto. Il miracolato è Pietro Penac- ca: a 78 anni, alla fine del 1990, gh venne diagnosticata una letale forma tumorale ai polmoni. Prognosi: pochi mesi di vita. Le due fighe, Isaura e Gabriella, e il figlio, Fiorenzo, chiesero l'intercessione di don Orione. Pietro, che non sapeva di essere malato di cancro, cominciò amighorare dopo pochi giorni e guarì. Prodi»iosamente. Nel 2003 la Chiesa la riconosciuto il miracolo. Pietro Penacca è morto a 89 anni, il 2 aprile 2001, per cause estranee a quel tumore. Le fighe e il figlio preferiscono non parlare di quel miracolo. «Papà era un uomo semplicissimo, entusiasta della vita. Non ha fatto nulla di straordinario. Il miracolo? E' un mistero del passaggio divino» commenta Gabriella. Restano però le testimonianze rese in occasione del processo di canonizzazione. Raccontò Gabriella: «Quando seppi della diagnosi infausta per mio papà, rimasi molto colpita. Scesi nella cappella dell'ospedale San Raffaele. Avevo con me ima reliquia di don Orione, la tenevo in mano, stretta, la schiacciavo. Lì in cappella ripensai a papà... E chiesi: don Orione, diglielo (a Dio) tu, lasciami mio padre. Quella sera ho pregato e ho parlato con don Orione. Dopo la preghiera, dopo quel travagho interiore, all'improvviso entrò una grande quiete che sentivo non mia». Pochi giorni dopo, il male cominciò a regredire. E sparì. Il miracolo per il quale don Orione venne beatificato, invece, avvenne il 7 aprile 1944, a Lodi. Un ragazzo, Giorgio Passamonti, era in coma in ospedale: meningite tubercolare. Secondo i medici gli restavano poche ore di vita. Era il venerdì santo. La madre pregò don Orione perché il marito riuscisse ad arrivare in tempo a salutare il figho morente. Poi si assopì. Si risvegliò al mattino del sabato al grido del ragazzo: «Mamma, sono guarito», [m. fa.] Pietro Penacca, Il miracolato, e la statua di don Orione (FOTO F. CASTELLANA)

Persone citate: Curone, Foto F. Castellana, Giorgio Passamonti, Ignazio Silone, Pietro Penacca

Luoghi citati: Alessandria, Momperone