«Svolta solo con il controllo pieno dell'Onu»

«Svolta solo con il controllo pieno dell'Onu» L'ITALIA Per i Ds Bersani propone un avvicendamento sul campo: «Siano contingenti arabi a garantire la sicurezza nel passaggio dei poteri». Cossutta: «Una mozione per il rientro immediato» «Svolta solo con il controllo pieno dell'Onu» Il no del centrosinistra a una transizione dimezzata a Baghdac ROMA Il governo Berlusconi appoggia gh sforzi dell'Gnu per efare una svolta alla situazione. irachena. E si attende dall'opposizione un riconoscimento in Parlamento. Almeno, per dirla con le parole del ministro degli Esteri, Franco Frattini, «da quella parte della sinistra, da Fassino, Amato e Rutelli, che ha fatto dichiarazioni coraggiose». Ma un 25 acrile con il popolo di sinistra in piazza a ricordare la Liberazione, i giornali zeppi di pagine sui nuovi morti in Iraq, e la sinistra ultrapacifista a soffiare sul fuoco, non è il contesto più facile per il centrosinistra. Così Piero Fassino ributta subito la palla verso il centrodestra: «In Iraq c'è bisogno di una svolta forte, che cambi radicalmente e in modo sostanziale e visibile la questione irachena». E' la sua risposta a Frattini, che chiedeva unità: «Quello che abbiamo sempre detto è che le cose in Iraq così non possono continuare. Che si affidi all'Orni la guida dell'Iraq per i prossimi mesi e gli si consenta di imboccare la strada di una transizione democratica che fin qui non ha conosciuto. Chiediamo è una svolta forte che cambi radicalmente, in modo sostanziale e visibile, la questione irachena», A cosa si pensa dentro i ds, lo chiarisce .'ex ministro Pierluigi Bersani: «Bisogna che l'Onu prenda il controllo politico e militare della situazione. Bisogna che sul campo ci siano forze che rappresentino Paesi che non hanno fatto la guerra, come quelli arabi. E' stato un errore andarci e sarebbe un errore continuare a restare lì». E d'altronde il giorno prima aveva precisato Luciano Violante: «Se dovessimo vedere che non c'è alcun cambio drastico, nessuna svolta e cioè l'intervento dell'Gnu, il comando a rotazione delle Forze armate, l'integrazione dei corpi militari con quelli di origine araba, allora occorrerà una maggiore pressione sugli Usa». Il ministro degli Esteri in un'intervista a «Il Messaggero», aveva sostenuto: «Sono pronto ad andare in Parlamento. Dico no a un governo fantoc¬ cio». Ieri la replica presidente dell'Assemblea federale della Margherita Arturo Parisi: «Siamo sole ai titoli. Se dai titoli non si passa al loro svolgimento, rischiamo di restare sul piano delle dichiarazioni di intenti». Il ministro della Dife¬ sa, Antonio Martino, precisava schiettamente a «La Stampa» che il governo iracheno che verrà, «subentra con un meccanismo ancora non totalmente democratico e alcuni gruppi si sentiranno esclusi dal processo. Solo la democrazia conferi¬ sce a un governo sovranità effettiva: potrà accadere del gennaio 2005». E' stato un lungo weekend di posizionamenti. La settimana che viene ruoterà tutta attorno alla vicenda irachena. A sinistra ci saranno riunioni cruciali per definire la linea. Martedì si riuniscono i parlamentari diessini. Mercoledì, poi, i capigruppo Violante e Castagnetti vedranno i leader dei partiti raccolti nel Forum contro la guerra, ossia Rifondazione, Pdc, Verdi e Occhetto-Di Pietro. Questi ultimi scalpitano. Armando Cossutta ieri ha annunciato che già oggi presenterà alla Camera una mozione per chiedere il ritiro immediato dei soldati italiani dall'Iraq. «Fassino e Rutelli si devono decidere, tutto l'Ulivo deve dire subito che i nostri soldati devono tornare a casa». Sulla stessa linea c'è Fausto Bertinotti: «Sono per il ritiro delle truppe e mi pare davvero una idiozia non farlo». Oppure Alfonso Pecoraro, Verdi: «La politica deve prendere atto del successo oltre ogni previsione delle manifestazioni del 25 aprile: basta con i tentennamenti, subito la mozione unitaria delle opposizioni e il voto in Parlamento per il ritiro». Ed è esplicito anche l'ex Presidente della Repubblica, Oscar Luifji Scalfaro, dal palco della manifestazione di Milano; «La guerra preventiva è contro il diritto intemazionale e contro ogni morale umana. Le armi non risolvono il problema del terrorismo». Ed è quanto sostiene Guglielmo Epifani, segretario Cgil: «C'è bisogno che l'Onu riprenda voce. Giorno dopo giorno tutto precipita e tutto diventa più difficile. Penso agli ostaggi, ai nostri ostaggi, al dramma che stanno vivendo le famighe di questi giovani, alle famighe dei morti e anche ai due bambini morti questa mattina. E mi domando: che senso ha tutto questo?». [fra. gii.] Il ministro degli Esteri chiede che «si affidi al Palazzo di vetro la guida del paese fino al passaggio pieno dei poteri» Il ministro della Difesa «Democrazia effettiva solo dopo il 2004» Fassino sollecita un cambiamento radicale ma il fronte pacifista lo incalza per un ritiro «alla Zapatero». Bertinotti «Non riportare i soldati a casa subito sarebbe una vera idiozia» Soldati italiani di pattuglia nel centro di Nasslriya

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