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Afghanistan, fallisce attentato a Karzaì Afghanistan, fallisce attentato a Karzaì Era in visita a Kandahar, è il terzo agguato in due anni Carla Reschia Un nuovo attentato contro Hamid Karzai, il terzo in meno di due anni e il secondo a Kandahar, maggior centro commerciale dell'Afghanistan e roccaforte talebana, dove il presidente non metteva piede dal 5 settembre 2002, quando un uomo vestito con l'uniforme dell'esercito aveva preso di mira la sua auto. Nel conflitto a fuoco erano morti l'attentatore e una guardia del corpo del capo di stato, mentre il governatore della città e un soldato dei reparti speciah statunitensi erano stati feriti. Stavolta il massiccio servizio di vigilanza che ha blindato la città - chiusa al traffico, pattugliata da soldati americani e afghani e sorvolata da elicotteri statunitensi - ha permesso di intervenire per tempo. Il presunto attentatore è stato arrestato in un bazar, nei pressi di una strada che il convoglio di Karzai avrebbe dovuto percorrere di lì a pochi minuti. L'uomo, secondo un por¬ tavoce del governo, era nascosto dietro una casa e stava aspettando informazioni da complici, che non sono stati identificati. Con sé aveva una granata e una pistola. Un'accoglienza significativa agli inviti alla riconciliazione del presidente a interim Karzai che, proprio in occasione della visita in città, durante un incontro con i capi tribali dell'area, aveva dichiarato di stimare in non più di 150 gh «irriducibili» fra i taleban, invitando gh altri - «quelli che lavorano, faticano nei campi o commerciano nei negozi» - a partecipare alla ricostruzione del Paese e alle prossime elezioni. Elezioni già fissate per giugno e poi shttate a settembre in seguito alla rinnovata ondata di attentati e sabotaggi che ha colpito il Paese e soprattutto il Sud, dove il movimento taleban è ancora forte e ben radicato. Solo giovedì scorso, nei dintorni di Kandahar, un convoglio delle Nazioni Unite che trasportava operatori internazionali, in Afghanistan per mettere a punto la complessa macchina elettorale e la registrazione degh aventi diritto al voto, era stato attaccato con granate e bombe a mano, mentre il 21 aprile il governatore della provincia era scampato a una motobomba piazzata davanti all'edificio dove si trovava. Da tempo il governo Karzai sta trattando con gh elementi meno fanatici della milizia islamica che fino al 2001 dettava legge nel Paese, promettendo incentivi economici ai guerriglieri fedeli ai signori della guerra - oltre 100 mila secondo stime forse ottimistiche - che accettino di deporre le armi, e ventilando la possibilità di un'amnistia generale. Un tentativo di recupero che, se da alcuni critici è visto come un Dericoloso cedimento verso .'estremismo legato ad Al Qaeda, non basta comunque ad ammansire i taleban. Prima ancora dello sventato attentato alla sua vita, l'invito di Karzai era stato infatti respinto dal mullah Dadullah, che aveva ribadito l'intenzione di boicottare la prima consulta¬ zione, legislativa e presidenziale della tormentata repubblica centroasiatica. Karzai, che è originario di Karz, a una ventina di chilometri da Kandahar, aveva approfittato della visita di stato per recarsi a pregare sulla tomba del padre: sulla strada del ritomo lo aspettava l'attentatore. Anche nel 2002, poco prima di essere aggredito, era reduce da un impegno familiare, il matrimonio di un fratello. Neh'aprile dello stesso anno, a pochi mesi dal suo ritomo in patria blindato da armi e mezzi messi a disposizione dalla comunità intemazionale e dagli Stati Uniti, Karzai aveva dovuto fronteggiare un complotto, capeggiato dall'ex premier Gulbuddin Hekmatyar, per rovesciare il suo governo provvisorio e restaurare il potere talebano. A luglio gh ufficiali addetti alla sua sicurezza avevano trovato e disinnescato un'auto imbottita di esplosivo che avrebbe dovuto saltare per aria al suo passaggio. Hamid Karzai, presidente afghano ad interim