Il regista: una piccola storia gentile di F. Cap.

Il regista: una piccola storia gentile Il regista: una piccola storia gentile Adesso lavora a una sceneggiatura tratta da un libro di DeLillo ROMA Certe volte le cose vanno dritte, nascono, come dice Davide Ferrario, «sotto una buona stella», e crescono a poco a poco, con i passi giusti, per arrivare, com'è accaduto a «Dopo mezzanotte», a traguardi che non si sarebbero mai immaginati: «Sono in giro per l'Italia a presentare il film e mi sento un po' come una rockstar, piacevolmente sorpreso nel constatare che la bella accoghenza ottenuta al FilmFest di Berlino si rinnova da tutte le parti. Forse in questa storia la gente ritrova qualcosa che era andato smarrito: l'innocenza, la fascinazione del cinema». E magari anche un modo di girare che in Italia si pratica poco: «Siamo -sempre stati impregnati di neo-realismo e di fellinismo, abituati a mettere in scena la realtà in modo problematico, oppure a seguire l'esempio di un genio incontestabile come Fellini che amava partire per la tangente della fantasia, fino ad arrivare a filmare la propria auto-analisi. Io non mi riconosco né nel primo filone, né nel secondo. Credo che gli autori debbano essere prima di tutto narratori di storie, fedeli a se stessi e alla loro indole di raccontatori». Realizzato senza contributo governativo (il regista Iha specificato nei titoli di coda), ma con il sostegno della Film Commission Torino Piemonte, distribuito con il marchio Medusa in 50 copie, venduto in Spagna, Francia e Stati Uniti dove uscirà in autunno, «Dopo mezzanotte» è «un piccolo film gentile» che racconta «una piccola storia», senza «ambire a dire cose fondamentah», ma piuttosto a «far stare bene chi lo vede». Dice l'autore: «Lamia attrazione per il cinema è nel fatto che girare un film vuol dire partire da una cosa scritta e poi arrivare a un prodotto finale attraverso tutta una situazione comphcata. Per questo "Dopo mezzanotte" è soprattutto un omaggio alla capacità di comunicazione del cinema». Adesso Davide Ferrario pensa ai prossimi impegni: «Sto lavorando a una sceneggiatura tratta dal libro di Don DeLillo "Body art", ma quello è un progetto che richiede tempo. L'altra idea, più che altro un desiderio, è quella di fare un film con Marco Paolini. Ci siamo incrociati anni fa un po' per caso e da allora abbiamo iniziato a pensarci. Vorrei che Marco uscisse dalla veste, acquistata con i suoi spettacoli più famosi, di cantore dei disastri italiani. Ci piacerebbe costruire un film vero, in cui lui possa recuperare il suo ruolo di attore a tutto tondo». Intanto, in estate, Ferrario ha in programma un'altra impresa, stavolta grande e importante. Un documentario: «Con Marco Belpoliti vorremmo ripercorrere la strada descritta da Primo Levi nella "Tregua". Praticamente il giro di mezza Europa». La Rai potrebbe partecipare alla realizzazione del filmato (che dovrebbe durare circa cento minuti) e l'intenzione sarebbe di mandarlo in onda il 27 gennaio 2005, durante l'annuale «giorno della memoria», dedicato al ricordo delle vittime dell'Olocausto, [f. cap.]

Persone citate: Davide Ferrario, Don Delillo, Fellini, Ferrario, Marco Belpoliti, Marco Paolini, Primo Levi

Luoghi citati: Berlino, Europa, Francia, Italia, Piemonte, Roma, Spagna, Stati Uniti, Torino