La Mostra della Ceramica dice addio al suo passato di Alessandro Ballesio

La Mostra della Ceramica dice addio al suo passato CASTELLAMONTE LA RASSEGNA SI RINNOVA E DIVENTERÀ' «MOBILE» La Mostra della Ceramica dice addio al suo passato Alessandro Ballesio Addio alla vecchia mostra della Ceramica. Quest'anno vanno in pensione i punti espositivi fissi distribuiti nei punti cruciali del centro, dalla Rotonda Antonelliana a piazza Repubblica: un modulo adottato per oltre quarant'anni, che aveva regalato al curatore storico Nicola Mileti un grande successo di pubblico e di consensi, ma che negli ultimi tempi, con l'assenza delle grandi firme del passato e il calo vertiginoso degli spettatori, andava rivisto. Quella che andrà in scena dal 22 agosto al 12 settembre punta a diventare la rassegna della svolta: di sicuro, a sentir parlare del programma che il direttore artistico Enzo Biffi Gentih sta predisponendo con una curatrice d'arte di Mondovì salta agli occhi il tentativo di voltare pagina per cercare di riportare in auge la manifestazione. Un taglio netto con il passato, anche per dimenticare il ciclone Agecer, l'agenzia che ne aveva assunto la gestione per poi finire risucchiata nel baratro del fallimento. L'assessore alla cultura Maurizia Bertoncino parla di una rassegna «mobile». Perfino di una «prima edizione», perché questo modo di «fare mostra» è completamente diverso da quello che si è visto fino all'anno scorso. «Finora i visitatori erano abituati a seguire un tragitto espositivo uguale dal primo all' ultimo giorno. Non sarà più così: sia nella Rotonda Antonelliana che in altri punti della città prima adibiti alla rassegna, ma anche nelle zone più periferiche, ogni tre, quattro giorni verranno organizzate iniziative diverse: spettacoli, eventi "flash" che avranno come linea comune la ceramica e l'arte. In questo modo si potrà tornare a visitare la mostra più e più volte». Un esempio? Il «Tomeo della ceramica», una vera e propria competizione (con tanto di giuria e di premiazione finale) nel quale gareggeranno con le proprie opere non soltanto i ceramisti e gli artigiani locali, ma anche quelli delle altre trentatré città italiane della ceramica che con Castellamonte possono fregiarsi del marchio «doc»: Faenza, Vietri sul mare, Albissola, Orvieto ed Oristano, tanto per citarne alcune. L'unico punto fermo rimarrà palazzo Botton: «Il museo permanente della ceramica sarà il punto di riferimento dell'intera manifestazione - promette l'assessore Bertoncino - E' qui che ospiteremo le opere degli artisti più prestigiosi». Il tentativo è quello di «dare vivacità al programma». Per il Comune «è stato essenziale affidare la gestione a persone che vivono fuori dalla nostra realtà. Senza dimenticare la scuola d'arte Faccio e i produttori locali, che sono un patrimonio da sfruttare e per questo nella nuova mostra avranno un ruolo di prim'ordine». \ Non ci saranno più punti fissi per la Mostra ceramica, a parte Palazzo Botton

Persone citate: Bertoncino, Botton, Enzo Biffi Gentih, Faenza, Maurizia Bertoncino, Nicola Mileti, Tomeo

Luoghi citati: Mondovì, Oristano