Il cuore, per dimenticare
Il cuore, per dimenticare Il cuore, per dimenticare E come uno specchio rovesciato della «Meglio gioventù», lo sceneggiato di sempre maggior successo in onda su Canale 5, «Le stagioni del cuore», con Alessandro Gassman, Anna Valle, Martina Stella. Attrici assai presenti nelle fiction itahane (in questo caso madre e figlia), indimenticabilmente improponibili quando vestivano le tuniche romane in «Augusto», un po' meglio quando indossano con eleganza abiti contemporanei, piangono, odiano, amano, parlano, magari con la lisca, sfoggiano con impeccabile coerenza la stessa espressione e lo stesso tono. Insomma, Eleonora Duse è un'altra cosa, però Anna Valle è così elegante, Martina Stella è così bella (come già la Vittoria Puccini di Elisa di Rivombrosa), da far dimenticare agh spettatori certe vecchie trombonate dei benpensanti, tipo interpretare bene un ruolo. D'altronde, importante è affiancare a chi «buca lo schermo» chi sa lavorare, vedi Alessandro Gassman (ma anche gli altri interpreti), e il cast è fatto. «Le stagioni del cuore», sceneggiatori Marco Alessi e Paolo Bodrato, regista Antonello Grimaldi) segue le vicende intrecciate di un gruppo di persone per trent'anni. In primo piano, i sentimenti e i tradimenti, i quasi incesti, le scene madri, le mani insanguinate, l'uccisione di uno dei protagonisti; di sottofondo, il mondo che cambia. Mercoledì, serata di rimonta e di successo (7 milioni 275 mila spettatori), due giovani fuggiaschi poi agguantati cercavano di scappare a Parigi con la «Due Cavalli», il saluto era, con il pugno chiuso, «Hasta la Victoria. Siempre», in una comune hippy qualcuno raccontava com'era stato il concerto di Woodstok e come Jimi Hendrix aveva stravolto l'inno nazionale americano. Intanto, mentre tutti i protagonisti incrociati se la dovevano vedere con l'omicidio del vecchio amante della Madre (Valle) che incidentalmente era andato anche a letto con la Figlia (Stella), una bomba aveva ucciso tredici persone nella Banca dell'Agricoltura, a Milano. Però è come se le vicende del mondo passassero sopra la testa dei personaggi e dei loro drammi. Lo specchio rovesciato della «Meglio gioventù», appunto: là i protagonisti avevano i loro amori e i loro pasticci, ma nello stesso tempo pensavano persino di cambiarlo, il mondo. Qui è tutto e soprattutto una questione di sentimenti. Oh, fondamentah, certo, ma tanto funzionali a dimenticare, nella rappresentazione collettiva, la società in faticoso cammino.
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