I libro italiano? E' malato, però ha sprint di Mirella Serri

I libro italiano? E' malato, però ha sprint VIVACITÀ EDITORIALE) BOÒKSHOP IN CRISI, RISORSE SPRECATE: ALLA GIORNATA MONDIALE DELL'UNESCO UNA RADIOGRAFIA I libro italiano? E' malato, però ha sprint Mirella Serri ROMA NON più maratoneti ma sprinter. Ossia; il libro itahano e i suoi editori sono maturi per una bella accelerazione. Ecco il leit motiv della jnanifestazione «Il libro tra presente e futuro» svoltasi ieri presso la Biblioteca del Senato Giovanni Spadolini, in occasione della Giornata mondiale del libro e del diritto d'aurore, organizzata in collaborazione con la Commissione italiana per l'Unesco. Dal palco del convegno è arrivata subito una novità. Per produzione culturale l'Italia ha raggiunto un bel peso: siamo quasi alla pari con gh altri paesi occidentali. Lo ha annunciato Giuliano Vigini, esperto di numeri e statistiche librarie e responsabile della casa editrice Bibliografica. Nascono in Italia più di 50 case editrici al mese e sono 5.382 le sigle editoriali esistenti. Produciamo 160 libri al giorno tra novità, edizioni e ristampe. Ma ogni an- no 30 mila titoli escono dal mercato. Siamo di fronte a un enorme spreco, dovuto anche a numerose carenze di distribuzione, di organizzazione, di mancata^utihzzazione delle risorse. Ma chi legge e consuma tutti questi libri che produciamo? Que¬ sto inquietante interrogativo è aleggiato in varie forme ed è stato un altro dei punti caldi della giornata che ha visto intervenire Giovarmi Puglisi, Fulvio Tessitore, Anna Blefari Melazzi, Federico Motta, Rodrigo Dias, Vittorio Bo e Gino Roncaglia. A esortare che la nostra editoria sia attraversata da un moto di rinnovamento è stato, per primo, il presidente del Senato, Marcello Pera. Ha aperto i lavori ricordando che i hbri non solo sono un grande, incalcolabile bene collettivo, ma che a volte hanno anche trasformato la storia dell'Occidente in un percorso disseminato «di errori e di orrori». L'antidoto ai veleni che può emanare una pagina? Il dibattito e la circolazione delle idee. Pera non ha avuto dubbi e ha condannato qualsiasi ipotesi o tentazione di formare commissioni nazionah centrah per promuovere la diffusione.della lettura e dei libri. La promozione può diventare strumento indiretto di pressione. E rischia di mutarsi in espressione degh orientamenti, deUe opzioni politicoculturali di chi vi fa parte. Concorrenza e libertà sono invece il mighore stimolo sia per gh autori che per la circolazione delle opinioni dal momento che «tra la diffusione dei libri e la qualità della vita democratica di un paese c'è uno stretto legame». Sul libro come terreno di confronto critico hanno concordato sia il senatore Tessitore, che il presidente dell'Associazione italiana Editori, Motta, ricordando che le iniziative a favore della lettura possono rinsanguare anche la lingua italiana impoverita dalla comunicazione telematica. Puglisi, responsabile della Commissione italiana per l'Unesco.. ha aggiunto che i libri sono anche un volano per l'economia: può trarre vantaggi dall'investimento editoriale. Per i librai ha preso la parola il presidente Rodrigo Dias. Ha ricordato che la produzione editoriale e le vendite attraversano un momento di stallo. Ma se gli acquisti vanno giù in libreria, e in parte ciò si può addebitare anche alla progressiva scomparsa della figura del libraio, crescono a buon ritmo le vendite in edicola (trentaduemila contro le tremila librerie). Un fatto su cui riflettere, magari all' appuntamento del prossimo armo. E' la libreria uno dei gravi problemi del sistema editoriale italiano

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