Senza il pane e il vino la Messa è «vietata» di Marco Tosatti

Senza il pane e il vino la Messa è «vietata» NUOVO VADEMECUM CONTRO GLI ABUSI Senza il pane e il vino la Messa è «vietata» li Vaticano: romelia non si affida mai ai laici «Attenti ai rischi di profanazione delle ostie» Marco Tosatti CIUÀ DEL VATICANO Lungamente atteso, esce il «regolamento applicativo» dell'enciclica papale sull'Eucarestia. E' un documento di 67 pagine, una «Istruzione» intitolata «Redemptionis Sacramentum», e che ha un sottotitolo molto chiaro: «su alcune cose che si devono osservare ed evitare circa la santissima eucarestia». Centottantasei paragrafi, un vero e proprio vademecum. «E' un grave abuso fare ostie con altre sostanze che non siano farina di frumento e acqua. Altre sostanze come zucchero, frutta o miele sono bandite. Il vino nella celebrazione del santo sacrificio eucaristico deve essere naturale, genuino, non alterato. Vietato usare vino sulla cui genuinità e provenienza ci siano dubbi». La versione definitiva del testo, che ha subito una nascita travaghata, non presenta la «marcia indietro» temuta rispetto alle aperture del Concilio Vaticano II. Gli abusi individuati riguardano pratiche sincretistiche o fughe di fantasia. Si pone a questo punto l'interrogativo: perché allora emanare un testo sempUcemente per rib^diT re nonne già note e assplutani oranza dèi: saceriioti, per' non dire dalla lóro tòraHtà? ì D PrefettojaSHà Còlàgì^jBSU)ne per il Culto Divino, il cardinale Francis Arihze, ha spiegato ieri che l'Istruzione individua infatti «gli elementi irrinunciabili per la celebrazione eucaristica, escludendo che si possa ad esempio celebrare con la Coca Cola». Qualche problema in effetti può presentarsi in territori di missione, soprattutto in Asia. Ci si può chiedere se abbia senso celebrare anche lì con il pane e il vino, alimenti non abituali per quei popoli; e se non si potesse sostituirli con il riso e il saké. Fra i numerosi possibili abusi si cita l'usanza di alcuni sacerdoti di distribuire la comunione ai fedeli prima di prenderla essi stessi; e si suggerisce di evitare la distribuzione nella mani dei fedeli quando c'è il rischio di profanazioni; cioè che qualcuno possa appropriarsi di particole consacrate per poi utilizzarle nei riti satanici. Altri divieti; «far fare la predica a un laico»; «sostituire letture che contengono la parola di Dio con altri testi non biblici»; e si sottolinea di non fare comizi politici, nelle omelie. «Nel tenere l'omelia raccomanda l'Istruzione - si abbia cura di irradiare la luce di Cristo sugli eventi della vita. Ciò però avvenga in modo da non svuotare il senso autentico e genuino della parola di Dio, trattando, per esempio, solo di politi: ca o di argomenti profani o attingendo come fonte a nozioni provenienti da movimenti pseudo religiosi diffusi nella nostra epoca». La musica sia «idonea e sacra» e i paramenti «splendano secondo le norme per dignità, decoro e pulizia». Non si può dare l'eucarestia ai divorziati risposati, e ai fedeli protestanti. E, per favore, niente innovazioni: «Qualche sacerdo^tijijftsoprattutto in Africa, - ha detto il cardinale Arinze - il sàbato sera ha una sua nuova idea su come celebrare e la domenica mattina la mette giù nella messa. E poi la chiama inculturazione». Ma non può: «le norme liturgiche sono necessarie perché il culto pubbhco integrale viene esercitato dal Corpo Mistico di Gesù Cristo, cioè dal Capo e dalle sue membra. Di conseguenza, ogni celebrazione litui^gica, in quanto opera di Cristo sacerdote e del suo Corpo che è la Chiesa, è azione sacra per eccellenza».

Persone citate: Arinze, Francis Arihze

Luoghi citati: Africa, Asia