Cancelli sbarrati e presidio alla Cms

Cancelli sbarrati e presidio alla Cms SCARMAGNO CE' UN ORDINE DI PC, MA L'AZIENDA E' ORMAI IN LIQUIDAZIONE Cancelli sbarrati e presidio alla Cms Il tribunale deve decidere sull'amministrazione straordinaria Cancelli sbarrati alla Cms di Scarmagno, dove ieri è incominciato il presidio a seguito dell'annuncio del fallimento di Tecnodifftisione, la holding di riferimento. E se da una parte la speranza degli oltre 200 lavoratori ora è legata alla decisiolie che il tribunale di Pisa e i ministeri Lavoro, Industria e Tesoro dovranno assumere circa la richiesta dell'amministrazione straordinaria avanzata ieri dalla proprietà, dall'altra c'è amarezza: perché Acer, il committente principale della fabbrica, ha pronto un ordine per 200 mila personal computer da realizzare in un anno e che lo stabUimento non può soddisfare. «Se solo potessimo avere la possibilità di lavorare - sostengono i rappresentanti sindacali intemi di Firn, Fiom e Uilm -, cioè di soddisfare le richieste di Acer, l'azienda potrebbe essere salvata». Invece la messa in liquidazione della casa madre, Tecnodiflusione ha fatto precipitare la situazione. Non solo: una speranza, seppur flebile, l'aveva data alcune settimane fa Luigi Luppi, già proprietario di Oliit che si era detto pronto ad acquisire Cms. Le ban¬ che alle quali si è rivolto hanno però risposto picche. E Luppi, che aspetta ancora il finanziamento dalla società svizzera Frama Finanz (si parla di 100 milioni di euro, tutti capitali investiti negli Stati Uniti) e da due mesi non paga gli stipendi ai lavoratori Oliit, si è ritirato dall'affare. Tramontata questa ipotesi l'unica strada perseguibile è l'amministrazione straordinaria. «E' una fabbrica potenzialmente operativa - spiegava i lavoratori - da due mesi mancano gli stipendi e sono due elementi, questi, che potrebbero far leva sull'attivazione della procedura d'urgenza prevista dalla legge Prodi». Non sarà un cammino facile. Da ieri i macchinari sono fermi e fra qualche giomo (per 170 dipendenti a fine mese, per altri 60 il 4 maggio) scadrà anche la cassa integrazione ordinaria. L'assemblea prevista oggi in fabbrica, alla presenza dell'azienda, servirà a chiarire anche questo aspetto: «Dobbiamo capire che cosa la proprietà ha intenzione di fare - spiega lino Malerba, Rsu Fiom -, vogliamo sapere che cosa succederà alla scadenza della cassa integrazione». A partire dal 4 maggio, insomma, i lavoratori non potranno contare neppure su questo ammortizzatore sociale. E qualora il tribunale, in accordo con i vari ministeri, decidesse per l'amministrazione straordinaria, passeranno mesi prima die le macchine possano riprendere la produzione. Acer bussa alla porta, ha chiesto pochi giorni fa se la fabbrica è in grado di garantire almeno 1000 personal: «E questo è un aspetto che accresce la nostra rabbia - spiegano i lavoratori-, c'è un committente alla finestra che aspetta e noi siamo costretti a gettare al vento questa opportunità». Lunedi e previsto un incontro in Provincia. Oltre alla proprietà di Cms e alle rappresentanze sindacali ci saranno anche i responsabili regionali dell'assessorato al Lavoro e Industria. «Sarà il primo tavolo tecnico legato alla crisi dell'azienda» spiega Malerba. Ieri davanti ai cancelli sventolavano le bandiere dei sindacati: un'immagine che riporta indietro di alcuni anni, quando si era aperta la crisi irreversibile di Olivetti. Una storia, però, già vista troppe volte. [gp.mag.l

Persone citate: Luigi Luppi, Luppi, Malerba

Luoghi citati: Scarmagno, Stati Uniti