Allarme alcolisti in Canavese

Allarme alcolisti in Canavese IVREA DATI SEMPRE PIÙ' PREOCCUPANTI RACCOLTI DALL'ASI 9 E DALLA «FONDAZIONE RUFFINI» Allarme alcolisti in Canavese «E in netta crescita il numero dei giovani» Giampiero Maggio Alberto (il nome è di fantasia) ha poco più di 25 anni e da tempo combatte contro la bottiglia presentandosi quasi ogni giomo ad uno dei cinque club alcolisti in trattamento. Ha iniziato per caso, poi è diventato alcolizzato, ora sta tentando di uscirne: «E' uno dei casi più emblematici che abbiamo - spiega Giovanni Zenone, presidente di uno dei cinque club anche perché rappresenta la nuova generazione che combatte contro la bottiglia, quella giovanile». E aggiunge: «Il problema è che è uno dei pochi che ha avuto il coraggio di affrontare questo dramma, il mio timore è che ce ne siano molti là fuori e che quasi nessuno di loro si renda conto di essere entrato in un tunnel assai pericoloso». L'allarme alcol in Canavese lo confermano anche i dati in possesso della Provincia che dipingono un quadro tutt'altro che roseo. L'Asl 9 è seconda solo a quella di Torino, dove la popolazione però è dieci volte superiore, per i decessi correlati all'abuso di alcolici. Ogni 100 mila abitanti muoiono 96 persone all'anno, mentre il totale del ricoveri è mediamente di quasi 400 individui. E' vero che sullo studio effettuato dai servizi socio assistenziali della Provincia non ci sono riferimenti a fasce d'età, ed è altrettanto vero che resta quella superiore ai 50 anni la popolazione più a rischio, ma l'abuso di alcol tra adolescenti e adulti sta aumentando in modo drammatico. Lo sostengono anche dalla Fondazione Ruffmi di Ivrea, da tempo impegnata nella lotta alla dipendenza da alcol. «E' indubbio - spiega Laura Lettini, psicologa della Fondazione - che la particolarità del territorio, perlopiù montano e collinare favorisca l'abuso degh alcolici, ma mentre negh anni passati il problema riguardava le persone anziane, oggi coinvolge sempre di più le fasce giovanili e sta diventando sempre di più una questione culturale». Non a caso anche i dati in possesso di carabinieri, polizia, vigili urbani e stradale sul ritiro patenti nei primi tre mesi del 2004 confermano questa linea di tendenza. Circa 70 i documenti ritirati per guida in stato di ebbrezza per tassi alcolici che vanno da 1,3 a 2,5, cioè da 2 a 5 volte superiore a quello consentito dalla legge. Il dramma è che la maggior parte degh automobilisti fermati sono in età giovanile, tra i 20 e i 35 anni. Zenone si è liberato dalla schia¬ vitù della bottigha dodici anni fa, ma spiega: «Non sei mai veramente libero. L'alcol è una bestia infida, maligna, si insinua dentro di noi e non ce ne accorgiamo. Nemmeno io che da dodici anni non tocco un goccio posso dire di essere definitivamente fuori». E aggiunge: «Si fanno tante campagne contro la droga ma dell'abuso della bottigha non si parla mai, eppure c'è gente che muore, che si riduce in uno stato pietoso». Nel suo centro sono una settantina le famiglie in trattamento: «E adesso - racconta - stanno aumentando le persone che hanno problemi con l'alcol già quando sono adolescenti. In Canavese si comincia a bere ;ià quando si è poco più che jambini perché il bere rappresenta un rituale e quando hai imboccato quella strada, rientrare diventa sempre più difficile». I dati indicano un aumento degli alcolisti in età giovanile

Persone citate: Dalla, Giampiero Maggio Alberto, Giovanni Zenone, Laura Lettini

Luoghi citati: Ivrea, Torino