Blatter: «Boccio l'Italia che non sa darsi regole Mai moviola in campo»

Blatter: «Boccio l'Italia che non sa darsi regole Mai moviola in campo» IL PRESIDENTE DELLA FIFA ANALIZZA IL CALCIO MONDIALE. ASSOLVE ARBITRI. TECNICI E GIOCATORI E SE LA PRENDE CON I «NUOVI VIOLENTI»: I DIRIGENTI Blatter: «Boccio l'Italia che non sa darsi regole Mai moviola in campo» «Più errori, più emozioni: non siamo gli Harlem Globetrotters Stimo Carrara ma gli manca il coraggio di far rispettare le norme» intervista Roberto Beccantini inviato a ZURIGO PRESIDENTE Blatter, dove va il calcio? «È un fenomeno che coinvolge 250 milioni di persone su sei miliardi, la Fifa ha più Paesi affihati dell'Onu, abbiamo un volume d'affari stimato in 200 miliardi di dollari l'anno e superiore, tanto per rendere l'idea, al bilancio della General Motors: direi che va nella direzione giusta. Nato come divertimento, è diventato un prodotto che coinvolge politica, cultura, mondo sociale, economia. Ha insegnato il rispetto, la disciplina. Lo considero una scuola dì vita. Perfettibile, ma prezioso e generoso. Molto generoso». Dovrebbe essere anche uno sport: lo è ancora? «Certo. Prenda il gioco: era caduto così ih basso che, nel 1990, in occasione dei vostri Mondiali, varammo una speciale commissione. Football 2000. Platini, Beckenbauer, Cruijff... Bisognava incidere in profondità. Lo fecero e, da cpiel periodo, il livello medio si è impennato. Come la qualità degli arbitri...». Parla così perché non legge i giornali italiani o non guarda la nostra tv... «Li leggo e la guardo, non si preoccupi. Mi chiedeva dove va il calcio. Non certo dove vorreste voi. O più in generale, dove vorrebbero i dirigenti. Il problema è semplice. Si pretende rispetto dai giocatori, dai tecnici, dai tifosi: e tutti, chi più chi meno, rispondono.- Oggi, i più "violenti" sono proprio i dirigenti di club, così avidi di denaro da aver alterato le regole». Allude alG-14? «Ha denunciato la Fifa al tribunale di Berna per "posizione monopohsta". Pretende indennizzi per ogni giocatore arruola¬ to in Nazionale. Eppure è un consorzio che nemmeno l'Uefa riconosce. I club che lo compongono sono quasi tutti con l'acqua alla gola, per questo strepitano e vogliono soldi da noi. Sinceramente: il fatto in sé mi intristisce, ma le garantisco che dovranno passare sul mio cadavere». Il modello Italia è in crisi. «Troppa politica. Non esiste che sia il governo a dettare i format dei campionati, come è capitato l'estate scorsa. Stavamo per intervenire, e se qualcuno della Figo ci avesse sollecitato, lo avremmo fatto. Non esiste neppure che la Fifa proponga un massimo di 16 squadre e la serie A balzi a 20, in palese controtendenza, con inevitabili ricadute sul valore e l'interesse del prodotto. Sbaglio o l'Ancona ha vinto una partita su trenta?». Non sbaglia. «E allora, complimenti. Quanto ai bilanci, in assenza di leggi severe e controllori forti, la credibilità del sistema rischia di saltare per aria. Adoro la passionalità di voi italiani, la fantasia e la creatività di uno stile che reputo unico al mondo, ma avete smarrito la bussola. Chi bara deve pagare. In Francia si retrocede, in Germania si assegnano punti di penalizzazione. In Italia, che sappia io, poco o niente. Urge una sterzata radicale. I dirigenti federali devono avere più coraggio». L'ha detto a Carraro? «Non solo gliel'ho detto, ma glielo ripeterò domani a Larnaca, in occasione del congresso Uefa. So che concorre per entrare nell'esecutivo. Credo che ogni grande federazione dovrebbe contare su un suo rappresentante, e Carraro ha esperienza, competenza, pazienza. Non a caso lo invidiano». Per la verità, il presidente del Perugia, Luciano Gaucci, non lo può vedere: parla di congiura, ha sparato sugli arbitri, medita di ritirare la squadra. «Se un dirigente si esprime così, si figuri l'uomo della strada. Proprio non vi capisco: possibile che solo da voi - o comunque: soprattutto da voi - germogli una cultura del sospetto così diffusa, così volgare?». Sta crescendo il Polo della moviola in campo: spazzerebbe via le ombre, dicono. «Mai, mai, mai. Almeno fino a quando il sottoscritto sarà presidente della Fifa. Al massimo, ma proprio al massimo, un qualcosa di elettronico che risolva il problema dei gol-fantasma. Di moviola in campo, non se ne parla. Il calcio è bello così: più errori, più emozioni. Sorrido al pensiero che ancora oggi, a 38 anni di distanza, si discuta del gol di Hurst in Inghilterra-Germania, la palla era entrata o no? La nostra popolarità la dobbiamo anche e soprattutto al fatto che le partite non finiscono mai. Non siamo gli Harlem Globetrotters, talmente perfetti, talmente negati all'errore che un bel giorno hanno stufato tutti, persino i bambini». Ma in ballo ci sono milioni e milioni di euro. «E con questo? VogUo un calcio umano, che consideri un fuorigioco erroneamente segnalato alla stregua di un rigore tirato addosso al portiere». A proposito di fuorigioco. L'Italia ha preso ima strada tutta sua. «Sul mio tavolo ci sono cinque dossier. Cinque, non uno. Riguardano l'interpretazione del fuorigioco. Ognuno lo spiega a modo suo: europei, sudamericani, africani... Va semplificato. L'Intemational Board affronterà l'argomento nella prossima seduta, in modo da arrivare a una stesura chiara e uniforme per la stagione 2005-2006. Prima, non si può». Lei cosa pensa? «Sto con coloro che sostengono che soltanto chi riceve la palla possa essere considerato in fuorigioco, se lo è. Lui e nessun altro. Dunque, sto con Bergamo e Pairetto. Sia chiaro: è la mia opinio- ne, non il pensiero di tutta la Fifa». Ma allora tanto vale abolirlo. «L'importante è giungere a una sintesi comune. Così, lo riconosco, non si può andare avanti. Né da voi né all'estero». Questa sera, all'Olimpico, si recupera Lazio-Roma: fu giusto sospenderla? «Assolutamente sì. Non c'erano la condizioni per proseguire: e sono contento che sia stata la gente del calcio ad assumersi la responsabilità di dire basta». Non trova scandalosi i sei punti di penalizzazione inflitti al Camerun per la storia del body proibito. «Scandalosi? Al contrario, doverosi. Alla recente Coppa d'Africa, il Camerun aveva ottenuto una "dispensa speciale" per tre partite. Ci aveva assicurato che, dalla quarta, sarebbe tornato alle divi-. se tradizionali. 'Non'hamantenuto la parola, ha mancato di rispetto alla Fifa. Gli sponsor non c'entrano». E come si difende dall'immagine del Blatter guardone, che vorrebbe «spogliare» le calciatrici? «A mettermi in bocca la stupidaggine degli hot pants, fu un giornalista inglese. Una balla, naturalmente. A gentile richiesta, mi ero limitato ad auspicare "completi" più femminili. Tutto qui». Parlando di argomenti più seri, non mi dirà che sul doping non ha cambiato idea? «Più che altro, mi sono arreso all'evidenza. Il doping ha piantato solide radici e, quindi, va combattuto, sconfitto, estirpato. Abbiamo adeguato i nostri regolamenti. Sei mesi la sanzione minima, senza vincoli la massima. I casi verranno affrontati singolarmente, in base all'età, alla sostanza, eccetera». Presidente, Maradona sta lottando contro la morte. «Forza Diego, ora e sempre. Quello che ha fatto per il calcio, nessuna caduta potrà mai cancellarlo». IfeÉl Al massimo Ww studieremo un congegno elettronico per sciogliere il nodo dei gol-fantasma. Il G-14 ci accusa di monopolio perché non ha più soldi Dovrà passare tikfà sul mio cadavere 77 ^CL Sul fuorigioco ^" ho ricevuto cinque dossier, ognuno con un modo diverso d'interpretazione. Urge semplificare la norma Personalmente, sto con Bergamo e Pairetto: l'offside vale solo per chi tocca la palla AA e nessun altro 77 i"t Joseph Blatter, svizzero, 68 anni, è presidente Fifa dal giugno 1998: prese il posto di Joao Havelange, è stato confermato nel 2002