La Honda frena Biaggi «Per noi è un diente»

La Honda frena Biaggi «Per noi è un diente» MOTOMONDIALE: NESSUNO ROVINA LA FESTA DEL CAMPIONE DI TAVULLIA La Honda frena Biaggi «Per noi è un diente» Malgrado il secondo posto alle spalle di Rossi, la casa giapponese esclude il romano dal team ufficiale: Barros e Hayden i titolari A Max sarà garantito pari trattamento se otterrà buoni risultati Enrico Biondi inviato a WELKOM Che cosa si prova a svegliarsi un mattino e scoprire di non essere più invincibili? Abbiamo provato a chiederlo ai vertici deUa Honda Hrc, la diretta emanazione sportiva deUa Casa giapponese, ma nessuno si è fatto vedere in giro. Una fuga precipitosa verso l'aeroporto di Johannesburg aUa ricerca di un volo per Tokyo. Non è stato un weekend tranquillo per gli uomini del colosso industriale che, nel solo mondo delle due ruote, sforna qualcosa come 8 milioni di veicoli l'anno e ha un budget per le gare praticamente iUimitato. Domenica notte mister Kouji Nakajima, il capo supremo, non ha di certo riposato bene: forse il «fantasma» di Valentino Rossi che taglia il traguardo davanti aUe sue Honda (queUe clienti di Biaggi e Gibemau e quelle ufficiali di Barros e Hayden) deve avergli procurato qualche incubo. A fine gara Carlo Fiorani, il direttore sportivo del team campione del mondo, l'uomo che più di ogni altro ha tentato di far desistere i dirigenti Honda dal privarsi di Valentino, mandava messaggi rassicuranti sulle condizioni di salute dei boss: nessuna katana nascosta in albergo, scongiurato qualsiasi tentativo di harakiri. Nakajima non sorride mai, per natura. Chi lo conosce dice che lo avrà fatto un paio di volte in tutta la sua vita, però ieri era ancora più triste, forse tormentato dal pensiero di cosa gli capiterà se non dovesse vincere U titolo. Tanto per capirci, riportiamo il pensiero di un tecnico Honda che vuole mantenere l'anonimato: «Lui resterà fino a fine stagione. Magari, poi, andrà a pescare salmoni». I giapponesi, infatti, non amano «cambiare in corsa» i propri cavaUi. E qui sta U punto. Contro un Valentino così, capace di cambiare volto a una moto in soli tre mesi, per dare un segnale qualsiasi Casa euro¬ pea correrebbe ai ripari immediatamente, rivoluzionando la scuderia e puntando su altri piloti. Che i due «ufficiali» non siano dei fulmini di guerra è risaputo: Barros è reduce da un'operazione alla spalla (ed è caduto 18 volte nel 2003 quando era, guarda caso, pilota della Yamaha); l'americano è bravo, ma «prende la paga» (come direbbe Valentino, da buon marchigiano) con una frequenza disarmante. Allora perché non puntare su Biaggi, il più costante sugli alti rendimenti? Perché non favorirlo direttamente, prima che questo magnifico pilota, sentendosi bistrattato, magari si perda d'animo e non renda più come sa? Non è una questione di campanilismo, sia chiaro, ma è indubbio che soltanto Biaggi, oggi, è il vero e unico antagonista di Valentino Rossi. E quindi va aiutato in tutti i sensi. Ma aUa Honda tutto ciò è impensabUe: una volta scelti i piloti non si toma più indietro. Ecco perché Barros e Hayden potranno dormire tra due guanciali. Semmai, come dice Fiorani che è uno stimato manager itaUano e certe pazzie non le sopporta, a Biaggi verrà assicurata ima adeguata «assistenza», ma mai e poi mai un'aiuto da «prima guida». Il che, in parole povere, vuol dire che Biaggi si appresta a diventare un pUota «molto considerato», però dovrà fare i salti mortali (leggi risultati) per ottenere un trattamento di favore. Con i giapponesi è così, prendere o lasciare, non si può far loro cambiare idea da un giorno aU'altro o modificare strategie di lavoro che vanno avanti da decine e decine di anni. Il «mostro» Valentino, intanto, se la gode, mette fieno in cascina, vive sereno, dorme pacificamente in attesa che qualcuno gli vada a dare fastidio. A meno che, tra la concorrenza, non salti fuori «Cuor di Leone» Capirossi. La sua Ducati, nuova di pacca, si spera cominci presto a mettere giudizio e a diventare competitiva. Per il momento sono dolori e solo il cuore di Loris (6" domenica) la tiene in pista. Il suo compagno Bayliss a Welkom è naufragato al 140 posto. A Borgo Panigale lavorano sodo, ci sono già idee per rimettere in carreggiata il bolide, renderlo meno scorbutico, magari depotenziando un motore zeppo di cavalleria. Basterà per fermare re Valentino? La risposta a Jerez, il prossimo 2 maggio, secondo round di un Mondiale «made in Rossi». Capifossi sogna il ruolo di outsider ma la Ducati rimane difficile da guidare I tecnici meditano di ridurne la potenza per farne una rivale credibile della Yamaha trasformata in tre mesi da re Valentino Valentino Rossi, vincitore domenica in Sud Africa del primo Gp della stagione dopo un duello spettacolare con Biaggi

Luoghi citati: Borgo Panigale, Sud Africa, Tavullia, Tokyo