De Luigi: «Paura, eh? Ora ci provo con il ballo liscio»

De Luigi: «Paura, eh? Ora ci provo con il ballo liscio» IL COMICO AMATO DALLA GIALAPPA'S ATTORE IN «OGNI VOLTA CHE TE NE VAI» De Luigi: «Paura, eh? Ora ci provo con il ballo liscio» «Il cinema è affascinante, non a caso lo chiamano "arte dei folli" a tv è divertente ma certi talk show sono quasi una perversione» intervista Fulvia Caprara ROMA RIGOROSO, serissimo, «a volte quasi insopportabile». Questo nella fase della scrittura e della preparazione. Poi', una volta sulla scena, tutto cambia: l'ilarità prende spesso il sopravvento e Fabio De Luigi, colonna portante della Gialappa's, comico amatissimo, inventore di tormentoni celebri, scoppia a ridere in modo talmente irrefrenabile da essere costretto a interrompere le prove. «Con la Gialappa's - dSce - c'è un clima familiare che permette di alternare gli impegni. Cioè di fare un'edizione del programma, poi magari di saltarne una, e dopo di ritornare ancora». In questo modo De Luigi riesce a dedicarsi alla tv, ma anche al teatro e al grande schermo dove (da venerdì) sarà di scena con «Ogni volta che te ne vai» dell'esordiente Davide Cocchi, commedia nata da una sua idea, ambientata nel mondo del liscio e recitata al fianco di Cecilia Dazzi. Riminese, classe 1967, l'attore ha portato nel ruolo del protagonista Orfeo, le esperienze personah legate alla vita in provincia, ma ha anche fatto delle importanti scoperte riguardanti, per esempio, la bellezza del ballo in coppia: «So fare la mazurca, il ricciolo, il saltello e anche un po' di tango. Ho capito che ballare stretto a un'altra persona è una cosa molto coinvolgente, quasi intima. Ci si conosce molto di più che con le parole». Il cinema le ha tolto la voglia della tv e del teatro, oppure è solo una delle varie cose che le piacefare? «No, cinema e tv si possono conciliare benissimo anche perchè, in genere, si fanno in periodi diversi dell'anno. Il primo d'estate, la seconda d'inverno. Con il palcoscenico, invece, è un po' più difficile, infatti sto rimandando da tempo uno spettacolo di Giorgio Gallione die dovrei mettere in scena con il teatro dell'Archivolto. H cinema è molto affascinante, non a caso lo chiama¬ no "l'arte dei folli"; quanto alla tv, continuerò a farla finché mi sentirò tutelato, come accade appunto con la "Gialappa's". Il lavoro del comico garantisce alcune cose, voglio dire che non mi piacerebbe assolutamente finire nei talk-show a sparare giudizi sugli argomenti più vari». Che cosa pensa della televisione, ingenerale? «E' banale dirlo, ma credo che la tv abbia delle potenzialità, sia in negativo che in positivo. Quella attuale non è sicuramente una bella televisione. Penso soprattutto a quei programmi in cui si vede gente felice di portare i fatti propri sul piccolo schermo. La trovo una perversione che, purtroppo, ha preso sempre più piede fino a diventare un fenomeno sociale. C'è anche chi ne resta vittima perchè è convinto che quello sia l'unico modo per risolvere i propri problemi». Tra i suoi tanti tormentoni di successo c'è quel «paura eh» riferito a Carlo Lucarelli e al programma «Blu notte». Ormai non esiste spettatore tv che non associ l'immagine dello scrittore alla parodia che lei ne ha fatto. Come è nata? «Come tutte le cose che facciamo, anche "paura eh" è nato quasi casualmente, in modo spontaneo. E non potrebbe essere che così. Mettiamo grande attenzione nella preparazione dei monologhi, ma poi le cose vengono fuori da sole, altrimenti suonerebbero artificiose». Lucarelli, infatti, non se l'è presa. «Per niente. Anzi. Poteva risentasi e invece ha dimostrato di essere una persona intelligente, è venuto perfino in trasmissione». Quali sono i personaggi che preferisce nella sua personale galleria? «In genere mi piacciono soprattutto quelli inventati, che non si rifanno alla realtà, quindi Olmo, Medioman... Sviluppare i personaggi di fantasia è più stimolante, mi diverte di più». Attraverso la figura di Orfeo, il protagonista di «Ogni volta che te ne vai», lei parla del suo rapporto d'amore con la provin¬ cia. E' tuttora convinto che sia meglio restare nelle piccole città? «Vivo a Sant'Arcangelo dove sono nato, ma questo non significa che le metropoli non mi piacciano. Trovo che l'ideale sia tenere insieme le due cose e infatti è quello che cerco di fare. Sono contento quando sto nelle grandi città, dove si possono vedere tutti i nuovi film, tutti gli ultimi spettacoli... ma mi piace pure starmene a casa, avere un porto tranquillo dove posso sempre tornare». Fabio De Luigi, comico televisivo, debutta al cinema con «Ogni volta che te ne vai»

Persone citate: Carlo Lucarelli, Cecilia Dazzi, Davide Cocchi, De Luigi, Fabio De Luigi, Fulvia Caprara, Giorgio Gallione, Lucarelli

Luoghi citati: Amato, Roma, Sant'arcangelo