Via Artom, le nonne contro gli spacciatori di Claudio Laugeri

Via Artom, le nonne contro gli spacciatori UN PALAZZO «OSTAGGIO» DI TOSSICOMANI E FORNITORI DI STUPEFACENTI Via Artom, le nonne contro gli spacciatori I viavai nei dieci piani della casa continua senza sosta tutto il giorno La donna delle pulizie se n'è andata: troppa sporcizia lungo le scale Claudio Laugeri Venti grammi di eroina, un tossicomane a confermare la compravendita e uno spacciatore in carcere. E' Mario Verdoliva, 32 anni, considerato un piccolo fornitore. D suo nome non è certo fra quelli dei criminali più ricercati d'Italia. Ma quest'arresto degli agenti del commissariato Mirafìori significa molto per le nonne di via Artom 81/16, in rivolta perché nauseate da escrementi, sangue, orina, siringhe nell'ascensore e sulle scale del condominio. Dieci piani, due alloggi a piano, altri 7 palazzi come quello e uno già sbriciolato dalla dinamite dopo 38 anni di onorata ospitalità a tante famiglie perbene, ma pure a personaggi plurimenzionati negli schedari delle forze dell'ordine. «Programma di riqualificazione urbana» è la denominazione in burocratese del progetto di risistemazione della zona, che negh Anni 70 aveva meritato l'accostamento con il «Bronx» newyorkese. «Stavamo meglio allora» dice una donna in maglione azzurro, tono di voce da discoteca e sguardo fisso a misurare l'attenzione dell'interlocutore. Lei c'era negli Anni 70 e pure negli Anni 80. L'unica costante da allora è il motto «vivi e lascia vivere», che impone l'anonimato in qualsiasi «esternazione» sulla situazione del condominio. La donna in maglione blu potrebbe essere madre di quasi tutti i tossicomani che fanno la spola su quelle scale per acquistare la dose di morte quotidiana. Aggiunge: «Guardi, per me ciascuno può fare quello che gh pare dentro la propria casa. A me non interessa se voghono drogarsi, spacciare, prostituirsi. Ma non è giusto che le loro scelte impediscano a me di vivere in modo decoroso». Persino la donna delle pulizie ha deciso di abbandonare il lavora nel palazzo. «Non me la sento più» tagha corto al telefono. Colpa delle ultime chiazze di orina e vomito, accompagnate dal sangue schizzato sul muro lungo le scale. «Una volta, ho persino trovato una siringa piantata su uno zerbino» dice un'altra nonna, tuta da ginnastica e parole accavallate dal desiderio di snocciolare tutto l'elenco del disgusto tenuto a mente. «Arrivano tossicomani a tutte le ore, fanno la fila sulle scale davanti agli alloggi degli spacciatori» le dà man forte un'altra donna, maghoncino rosso e occhiah inforcati. Parlano quasi soltanto loro. Don¬ ne. Nonne. Disgustate dall'inerzia di quasi tutti gh uomini del condominio. «Gente che preferisce tirare dritto. E secondo lei, sono uomini quelli?» dicono. L'istinto di madri e nonne le spinge a evitare di coinvolgere figli e nipoti. E lo stesso istinto le guida nel comportamento con quegli spacciatori, un paio in tutto il condominio. Affrontati di petto, sgridati con l'autorità di un genitore, senza timori, quasi pronte a dare uno schiaffone se necessario. Chiedono ragioni di quel degrado, ma i due sovente fingono di non sapere, spacciano bugie nel tentativo di coprire un'attività sotto gli occhi di tutti. «I clienti non sono cattivi, sono poveretti, fanno pena. Sono persino gentili, tengono aperta la porta e aiutano a portare le borse. Ma quando sono in preda alla droga si lasciano anda¬ re, vomitano e fanno di tutto sulle scale. Che figura facciamo se ci viene a trovare qualcuno?» dicono le nonne. Ma sdegno ed esasperazione battono la delusione. «Abbiamo chiamato tante volte le forze dell'ordine, ma c'è poco da fare. Anche quando arrestano questa gente, dopo due giorni toma a casa. E il viavai riprende. Ho una spranga di ferro vicino alla porta, giuro che se trovo qualcuno accovacciato a fare i bisogni sul pianerottolo gh spacco la testa» dice la nonna in maghone rosso. E c'è da crederle. «Negh ultimi mesi abbiamo fatto una decina di arresti proprio in via Artom. E da ottobre, il commissariato Mirafiori ha sequestrato 60 chili di droga» spiega il dirigente, il vicequestore Michelangelo Gobbi. In ac¬ cordo con la X Circoscrizione del presidente Maurizio Trombetto, la polizia municipale ha organizzato servizi di sorveghanza di alcuni punti «a rischio». Ma nei condomini, nessuno entra senza motivo. E c'è pure un paradosso. «Dal punto di vista delle forze dell'ordine e della pericolosità sociale, la situazione è mighorata molto negh ultimi 20 anni - spiega ancora Gobbi -. A quell'epoca, quando passava un'auto della polizia o dei carabinieri c'era il rischio di beccarsi qualche pallottola, la zona era controllata da personaggi legati alla criminalità organizzata. Non è più così, quella gente è morta oppure in carcere. Rimangono i parenti, figli, nipoti, cugini, ma la pericolosità sociale è molto limitata». Resta il disagio. «C'è uno "zoccolo duro" difficile da intaccare - spiega don Silvano Rosa, per 30 anni sacerdote nella zona e da poco trasferito nella parrocchia di San Giuliano d'Orta -. Hisogna coinvolgere la gente, evitare l'isolamento dei personaggi più problematici, ma nello stesso tempo è necessario stemperare le tensioni. L'aspetto positivo è che situazioni come quelle descritte dagli abitanti di quel palazzo sono più visibili proprio perché il tessuto sociale è più sano». Le nonne non hanno intenzione di mollare. Almeno finché avranno la speranza di far crescere figli e nipoti in un ambiente migliore. Il sacerdote che è stato per 30 anni nel quartiere: «Bisogna coinvolgere chi ha bisogno di aiuto» Il commissariato Mirafiori ha sequestrato sessanta chili di droga da ottobre l palazzo di via Artom 81/16: da qui è partita la protesta delle «nonne»

Persone citate: Mario Verdoliva, Maurizio Trombetto, Michelangelo Gobbi, Silvano Rosa

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