«L'Open, magica vetrina del golf per tutti» di Daniela Cotto
«L'Open, magica vetrina del golf per tutti» IL PRESIDENTE FEDERALE LANCIA LA MANIFESTAZIONE IN PROGRAMMA DAL 29 APRILE A MILANO «L'Open, magica vetrina del golf per tutti» Chimenti: il nostro è uno sport in salute e non più elitario intervista Daniela Cotto inviata a MILANO E f tempo di Open. Con la 61a edizione toma la prestigiosa vetrina d'Italia, presentata a Milano. Appuntamento dal 29 aprile al 2 maggio (il 28 ci sarà come di consueto la Pro-Am) al Tolcinasco Golf 8Country Club di Pieve Emanuele (Milano). Attesi campioni del calibro di Paul Lawrie, scozzese, vincitore del British Open nel '99, e dello spagnolo José Maria Olazabal, trionfatore del Masters nel '94 e nel '99. Ci saranno anche lan Poulter, re l'anno scorso. Ricardo Gonzalez, di Michael Campbell, Greg Owen e il thailandese Thongchai Jaidee. Tra gli italiani le speranze sono riposte, oltre che su Emanuele Canonica, sull'intramontabile Costantino Rocca. 1161" Open d'Italia, gestito da Fedei^olf e European Tour e sponsorizzato da Telecom, promette scintille. Lo spiega Chimenti, ex presidente della Lazio, tennista di ottimo livello convertitosi definitivamente alla religione del green. Religione che osserva e pratica. Presidente Chimenti, cosa significa per l'Italia del golf questo appuntamento? «Stiamo vivendo un momento molto positivo e l'edizione 2004 dell'Open si presenta con ottime chanche di successo. Lo spettacolo è assicurato. E poi c'è il budget. La manifestazione ha un costo di due milioni 400 mila euro, un montepremi di un milione 200 mila euro (il vincitore si assicura un assegno di 200 mila eviro), e per la prima volta chiudiamo l'Open in pareggio. Un evento straordinario, perché i conti della manifestazione sono sempre stati un grosso problema della Federazione. In passato avevano costituito una voce negativa talmente importante che un mio predecessore aveva ceduto la manifestazione ad un imprenditore». Grazie alla sua politica, il golf ha rialzato la testa? «Sì. Nel '98 l'Open rappresentò per la Federazione un salasso. Oui siamo nella sede di Telecom che insieme con altri grandi sponsor finanzia questo sport attraverso l'Open d'Italia. Significa che il nostro sport tira. Oggi non viene più considerata una disciplina elitaria. Sta diventando po- polare adeguandosi al resto del mondo. Non dimentichiamo che è l'attività più praticata nel mondo: più del calcio». Lei punta sui giovani. Spera di ottenere dal golf ciò che la Federtennis non riesce a fare, cioè una politica produttiva per i giovani? Ma come può allargare la base se i costi sono alti? «A noi ora mancano i risultati. E ci manca un atleta di punta. Per questo investiamo sui giovani, la linfa vitale. In Italia abbiamo 72 mila tesserati ma ci stiamo avvicinando ai 100 mila. Una volta nei circoli si vedevano solo soci che giocavano a carte. Ma io voglio sapere quante sacche ci sono adesso. La risposta è positiva. Si stanno avvicinando molti bambini. Questo significa progresso nei tesseramenti e nei risultati. Il golf costerà sempre meno. La nostra politica è permettere ai giovani di praticare gratuitamente fino a 18 anni. L'attrezzatura costa 700-800 euro ma dura una vita. Con 200 euro ti iscrivi ad un centro di addestramento e hai la tessera per giocare ovunque». I campi restano un problema. «Non più, dalla Puglia alla Sicilia, ma anche in Toscana, Liguria e Sardegna stanno nascendo nuovi impianti. Pensate al ritomo che ciò rappresenta per il turismo». Quest'anno verranno rinnovate le cariche federah. Lei su cosa punterà? «I fatti. Assistere al lancio di questo sport che passa - lo ripeto - attraverso gli aiuti federali ai giovani. E mi aspetto un grande Open d'Italia». «Avremo i campioni e per la prima volta un bilancio in pareggio grazie alla Telecom Nascono nuovi campi e i tesserati aumentano» Franco Chimenti, presidente della Fig Emanuele Canonica, 33-3 Siviglia
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