Rossi, che spettacolo Biaggi cede in volata di Enrico Biondi

Rossi, che spettacolo Biaggi cede in volata GRANDESFIDATRAILCAMPIONEPESÀRESEEILSUOETERNORIVALE Rossi, che spettacolo Biaggi cede in volata Brividi e sorpassi dal via al traguardo, alla fine una stretta di mano Schiaffo alla Honda: la Yamaha torna al successo dopo due anni Enrico Biondi inviato a WELKOM Probabilmente non aveva bisogno di dimostrarlo ancora una volta, ma per non lasciare nulla di intentato, ieri pomeriggio Valentino Rossi ha voluto dimostrare di essere il miglior pilota in attività e, forse, il mighor pilota che il Motomondiale abbia mai avuto dalla sua nascita, nel lontano'49. Per entrare nel Guinness dei primati, ha fatto un paio di cose eccezionah: ha vinto a un ritmo incredibile, impiegando 20" meno del tempo complessivo di Gibernau lo scorso anno, ha conquistato la sua prima vittoria in MotoGp sul circuito sudafricano di Welkom, ha staccato il grande Agostini nel numero di podii consecutivi nella massima categoria (23 contro i 22 di «Mino») e ha riportato la Yamaha sul gradino più alto dopo anni di delusioni (ultima vittoria di Biaggi a Sepang, Malesia, nel 2002). Quello che i numeri non diranno mai è che Valentino con il suo successo ha mandato in tilt la Casa giapponese più potente del mondo, la Honda, che scaricandolo a novembre ha peccato di superbia pensando di poter vincere con qualsiasi pilota, forte della sua superiorità tecnica. Valentino ha ribaltato la situazione e ha dato lezione di motociclismo a tutti: balzato al comando, ha guidato la danza facendo ben presto il vuoto alle sue spalle. Soltanto Biaggi gh si è incollato addosso. Gibernau, dopo un tentativo con il rischio di finire a «sportellate» con il romano, ha ripiegato le ah e si è messo buono buono in terza posizione, lasciando gli altri due a combattere. Perché di guerra aperta si deve parlare. Sempre, comunque, con la massima correttezza, da veri professionisti che hanno deciso di mettere la testa a posto una volta per tutte. I tempi sul giro, quelli, si abbassavano a ogni passaggio, incredibilmente con la stessa velocità con le quali le gomme davano meno grip e andavano a sbriciolarsi. Ma quando si deve «guidare sulle uova», come si dice in gergo, i due sanno essere i più grandi in assoluto. Mano a mano che passava il tempo è apparso chiaro che si stava per assistere a un'impresa straordinaria, di quelle da raccontare ai nipotini nelle notti di inverno accanto al caminetto. Valentino davanti, Biaggi a inseguire. Poi Max davanti e Rossi dietro, in un valzer su due ruote impressionante, con gli altri piloti indietro, inesorabilmente indietro. Lontani i piloti «ufficia- li» Honda, Barros e Hayden, lontano Capirossi, con una Ducati difficile da far restare in pista. Lontani Suzuki, Kawasaki, Aprilia... Solo loro due. Gh ultimi due giri da cardiopalmo, con Valentino che brucia Max per 210 millesimi, un'inezia. E poi il trionfo. Tanta tensione, non poteva che far passare in secondo piano le altre prove, che pure hanno visto gh italiani protagonisti: dal giovane Andrea Dovizioso, 18 anni, da Forlimpopoli, vincitore della classe 125 su «nonno» Roberto Locatelli. Anche qui un finale sprint tra i due. Anche qui tanta cavalleria, in una cilindrata in cui le «sportellate» sono di prammatica. Una vittoria della Honda sulla Aprilia, così come quella del piccolo spagnolo Pedrosa (iridato in 125 nel 2003) su De Puniet nella quarto di litro, che ha vissuto momenti di tensione per una «toccata» ad alta velocità tra Nieto ed Elias che per un nulla non sono finiti in terra. Rolfo, solo 9", era piuttosto giù di morale per via di una Honda inguidabile causa il logorio delle gomme: ma il torinese non molla, piuttosto che eccedere ieri si è accontentato, a Jerez sarà di nuovo competitivo, su una pista che ama tantissimo. Tutto faceva pensare a un'altra, l'ennesima, giornata gloriosa per la Casa di Tokyo. Poi è sceso in pista Valentino e per tutti sono stati dolori. In tarda serata lo stato maggiore della Honda è stato visto lasciare il circuito in auto. Sul sedile posteriore di una vettura di servizio, c'era Koji Nakashima, il grande capo, principale «colpevole» di aver fatto di tutto per mandar via Valentino. Aveva lo sguardo spento e la testa bassa. Tra le mani reggeva un foglio: forse erano i risultati della MotoGp. Quelli della prima vittoria di Re Valentino nell'era Yamaha. Con 23 podi consecutivi Vale batte il primato di Giacomo Agostini Al terzo posto Gibernau che non regge il ritmo dei due italiani Lontani Barros e Hayden Capirossi (60) su Ducati riesce a limitare i danni ^ : v : i - v Valentino Rossi si ferma durante il giro d'onore, si inginocchia e bacia più volte la sua Yamaha

Luoghi citati: Aprilia, Forlimpopoli, Malesia