Grinta Juve a Parma La Roma non molla Vieri-Inter: è rottura di Roberto Beccantini

Grinta Juve a Parma La Roma non molla Vieri-Inter: è rottura DOMENICA IL MILAN POTREBBE GIÀ' FESTEGGIARE LO SCUDETTO Grinta Juve a Parma La Roma non molla Vieri-Inter: è rottura I bianconeri pareggiano nel recupero, Totti rianima i giallorossi L'attaccante nerazzurro rifiuta la panchina: «Con Zac non parlo» Roberto Beccantini UNA folgore di Francesco Totti tiene incollata la Roma allo ' scudetto del Milan, Immutato il distacco: meno nove e, derby permettendo, meno sei, L' 1 -0 di Modena, sofferto ma meritato, vale il più temerario dei sogni: anche e soprattutto in vista del faccia a faccia di San Siro, il 2 maggio. Roma decimata e, di conseguenza, pratica, essenziale. Troppo tollerante. Pellegrino: i modenesi, a turno, si sono accaniti con Totti e Mancini, Serviva un altro «metro». Totti, da capitano vero, ha preso per mano la squadra e supplito alla latitanza di Cassano. Era una trasferta insidiosa. Il 2-1 di Ancelotti a Siena non lasciava alternative. I giallorossi hanno gettato cuore e stampelle oltre l'avversario: da libro Cuore, la generosità di Tommasi. Capello non molla: mercoledì la Lazio; domenica, Roma-Empoli sul neutro di Palermo e Milan a Udine, Lotta continua. Sempre domenica, con ogni probabilità, la Juventus si dimetterà dalla carica di campione d'Italia: non resta che il timbro dell'aritmetica, notaio pignolo e, spesso, malfidente. Il pareggio del Tardini è stato una lunga emozione, con il Parma due volte in vantaggio e i bianconeri sempre lì, a ringhiargli addosso sino al gol di Tudor (93') e al match-point clamorosamente sprecato da Di Vaio 05'). Stringi stringi, il risultato placa i pruriti dei suiveur ma si risolve in un mezzo boomerang: Juve più lontana dal secondo posto, Parma sfrattato dal quarto. Come gioca bene, la creatura di Prandelh, quando può scioghere gli ormeggi e navigare in mare aperto. Davanti alla sua «bella», Gilardino si conferma attaccante completo, non solo o non tanto per il gol che le dedica, il primo in assoluto, ma per il modo in cui fa reparto e propizia sponde e corridoi. Il Parma è un'isola sopravvissuta allo sfascio dei suoi padroni, un modello di etica sportiva, senza santi protettori a correggerne il bilancio. Veniva da tre successi di fila, ha graziato e frullato la Juve, esaltandone il furore reattivo. Panchine determinanti: dall'ingresso di Morfeo è scaturito Tassisi per Gilardino; gli innesti di Tudor (per Tacchinardi, infortuna¬ to), Di Vaio e Miccoli hanno fornito le munizioni alla riscossa. Il croato, per la cronaca, è il 14" juventino che va a segno in campionato. Se a 26 anni uno del suo talento non ha ancora sfondato, non occorre ima laurea per risalire ai motivi: problemi alle caviglie, nervi troppo fragili. Il ritomo di Del Piero si esaurisce in un atto di burocratica presenza ai margini del Lima Park. Lippi gli preferisce Miccoli, splendido nel cesellare le azioni che introducono il 2-2 (tacco di destro, sventola di sinistro, traversa, con palla sempre «sospesa) e il quasi 3-2. A giorni alterni si legge di ima sua possibile partenza. Già è stato un errore impiegarlo così poco, figuriamoci che razza di harakiri sarebbe cederlo, non importa se in prestito. La Juve di Parma è lo specchio della stagione: amnesie difensive, Buffon incluso, sprazzi di pura rabbia, ricami d'autore. E la volontà, feroce, di ribellarsi sempre e comunque a un destino che, con i suoi limiti, ha contribuito a forgiare. Questa volta, gli episodi dubbi penalizzano più la Signora che non i suoi spasimanti: da un contatto Castellini-Maresca alla bava di off-side che agita le onde dell'1-0, dal braccio di Blasi a una spinta a Di Vaio. Galhani saprebbe con chi prendersela. Impegnata com'è ad annaffiare il suo orticello, la Juve sta facendo soprattutto il gioco dell'Inter: nel giro di una settimana, le ha battuto la Lazio e bloccato il Parma, Naturalmente, l'Inter non sarebbe l'Inter se non continuasse a darsi delle martellate sulle parti più intime. Il 4-0 al Siena venne suggelato dal caso Materazzi; il 4-2 al Bologna, quinta vittoria consecutiva, è stato inaugurato dall'ennesima panchina rifiutata da Vieri. Il quale, bontà sua, ha confessato di «non avere rapporti con Zaccheroni, ma solo col presidente»: Moratti o Pacchetti? La società ha scelto Adriano, il popolo sta con l'allenatore. Siamo al divorzio, inutile fingere. Solista in campo, solitario negli spogliatoi: Vieri si piace così. Ha sbagliato, e lo sa: ma forse ha sbaghato apposta. In sua assenza, hanno banchettato Recoba (di destro), Cannavaro, Stankovic e Martins. Al serbo, la palla l'ha passata Oba Oba: proprio lui, uno che al bar beve anche i caffè che offre agli amici. CHAMPIONS LEAGUE ANDATA SEMIFINALI CAMPIONATO ^nctwCRv acnic « Mercoledì Fair play al Tardin!: dopo il combattutissimo 2-2 lo suggella questo abbraccio fra Trezeguet e Frey

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