Utili d'oro per Wall Street di Ugo Bertone

Utili d'oro per Wall Street GLI ANALISTI SCOMMETTONO SUL DIVIDENDO SUPER DI MICROSOFT Utili d'oro per Wall Street Trimestrali ok; ma spaventa il rischio inflazione Ugo Bertone La ripresa c'è. Ma, ahimè, si rivede l'inflazione. Il bollettino in arrivo da Wall Street segnala tante novità in questo primo scorcio di aprile. Ci sono, come previsto, i conti delle trimestrali della «corporate America», il termometro più atteso dagli analisti per misurare l'intensità della ripresa. E, almeno a giudicare dai conti delle prime 130 aziende dello S&P 500 che hanno presentato i bilanci trimestrali, questa volta gli ottimisti hanno avuto ragione. E' probabile, infatti, che la media della crescita dei profitti superi di slancio quota 200Zo (contro una previsione di 170z4); sarebbe il terzo trimestre di fila, un indizio di buona salute per l'economia. L'unico segnale negativo, si fa per dire, arriva da Intel. Il colosso dei chips segnala una crescita del fatturato del 200Zo (-l-890Zo i profitti) ma mette in guardia gli analisti sull'andamento del secondo trimestre. Al contrario, sono in pieno boom i «nemici» Amd e Texas Instruments. Più ancora, ad allietare la settimana degli appassionati di tecnologia, sono arrivati i conti di Yahoo (utili raddoppiati), di Dell (60 miliardi di profitti) e di Apple. Nel trimestre tra gennaio e marzo, la società di Steve Jobs ha 1 triplicato gli utili per azione, S vexxaaxvdLO ^ra" Teatro 749 -mila Macintosh (H-507o in volume) e ben 807 mila iPod (H-90907o!) a dimostrazione del successo della musica online (e scaricata su iPod) targata Apple. Il boom dell'economia made in Usa, comunque, non si limita alllii tech, per cui si prevede una crescita dei profitti del 5407o (un anno fa il dato segnava -707o). Fanno utili d'oro le banche d'affari (raddoppiano gli utili di Merrill Lynch) ma anche la chimica, come dimostra l'aumento dei profitti di DuPont, trainato dalla crescita del settore agricolo. E gli effetti della ristrutturazione si fanno sentire anche in comparti della «old economy», come Harley-Davidson (che batte le stime degli analisti) o nel trasporto aereo. Fa affari d'oro l'Alcoa, spinta dalle quotazioni dell'alluminio, anche se il colosso minerario (e non è il solo) approfitta della buona congiuntura per fare pulizia di bilancio eliminando crediti incagliati o dubbi. Fin qui, si potrebbe obiettare, nessuna sorpresa. Era abbastanza scontato, infatti, dall'iniezio¬ ne di denaro a basso costo nei conti aziendali e dal traino della domanda intema, favorita dagli stimoli fiscali. Ma, a sorprendere Wall Street, ci si è messa la moda della grande pace. Ha cominciato Microsoft chiudendo il contenzioso con Sun Microsystems ma anche con Inter Trust. Lo stesso ha fatto Intel con Inter Graph chiudendo una lite sui brevetti. E gli esempi si moltiplicano. La sensazione è che i grandi della tecnologia abbiano deciso finalmente di puntare su standard comuni per evitare di essere spiazzati dai nuovi mercati, che possono scaturire dalla convergenza tra suoni, immagini, trasmissione dati. Una pace imposta dalla necessi-' tà (Microsoft si allea con Sun di fronte alla «minaccia» di Linux) ma che può cambiare l'orizzonte di Wall Street. Ormai, secondo gli analisti, occorre una netta distinzione tra i titoli «a grande crescita» (l'esempio più clamoroso è Research In Motion, creatore del Blackberry, che quota 170 volte gli utili) e i grandi della tecnologia, che sono ormai «titoli di valore». Tra questi spicca proprio Microsoft che dispone di una liquidità strabiliante (più di 50 imbardi di dollari) che, secondo alcuni, potrebbe essere parzialmente ridistribuita tra gli azionisti. La decisione dovrà es- ' sere comunicata entro luglio. Per l'azionario, insomma, sembrano in arrivo buone notizie da Wall Street. Ma la fiammata dell'inflazione (trainata dalla benzina) e l'aumento dei rendimenti dei bond a medio lungo termine, nella presunzione che la Federai Reserve si accinga a un primo ritocco dei tassi, spingono gli operatori a una certa cautela. Qualcuno, anzi, comincia a parlare di «effetto 1994» ricordando le scelte di Alan Greenspan di dieci anni fa (tre aumenti consecutivi del costo del denaro) che colsero la Borsa in contropiede. Stavolta, però, il rialzo sarà modesto: non più di un quarto di punto prima dell' estate. Per il resto occorrerà attendere il voto di novembre. Nel frattempo? «Non c'è dubbio risponde Alessandro Frugnoli, strategist di Abaxbank - sul fatto che l'azionario offra oggi un profilo rischio/benefici decisamente migliore del mercato delle obbligazioni». A Wall Street, quindi. Con prudenza, ma sperando anche nei guadagni del dollaro. [borsa&finanza] COM'E CAMBIATO IL DOW JONES *Nuove entmte | P—i ^1 '■'^rl^^JXM^a^W K~ 1 '■:1lil':l:.l.:!i'/Ml:J:1.'ff 1^4 ^iVi'^;jP*W.TJMic!;.(i'VJ.iiiJ H :£ci=ivM^iyiHLT]t*io].LB Srai i»iii'j*]oi ■Hi -iB'iii^*]^ MS 'Irtiltit] TrT^HI Wti '■yt\rt]VtM 'J|3 + 1*1^11 1 ■i'aVT*l*n_i!l*C^u' ■ t,I,J Vi'(*J 1 iTBl In la i/'I tji ;f'Vl B "1 L'^rlnBI

Persone citate: Alan Greenspan, Alessandro Frugnoli, Harley, Merrill Lynch, Steve Jobs, Yahoo

Luoghi citati: Intel, Texas, Usa