Riflettori su Haydn di Leonardo Osella

Riflettori su Haydn Riflettori su Haydn Albrecht dirige il celebre oratorio Per Lamberto la sinfonia «L'orso» H AYDN è un po' il portabandiera della musica in questo periodo. La Rai e la Filarmonica ne hanno fatto il punto di riferimento nei loro programmi, e anzi la Rai va oltre proponendo anche una pagina contemporanea che ad Haydn fa esplicito riferimento. La doppia serata Rai al Lingotto (giovedì 22 alle ore 20,30 e venerdì 23 alle 21) gira attorno alle «Ultime sette parole del nostro Redentore sulla Croce»: una «propaggine» pasquale con la forma oratoriale di questo lavoro del 1796 che era stato preceduto dalla sua versione per orchestra e per quartetto d'archi. Dopo aver ascoltato casualmente la trascrizione per coro d'un maestro di cappella a Passau, Haydn decise di realizzarne una personalmente e si rivolse al fidato barone Val Swieten che già gh aveva fornito il testo per «La creazione» e «Le stagioni». Il momento del trapasso di Cristo trova drammatica espressione in un'introduzione, una serie di Adagi e la scena del terremoto. In questa versione Haydn inserisce alcuni passaggi strumentali, uno dei quali affidato esclusivamente ai fiati: a quel passo definito come Klangfeld (campo sonoro), il tedesco Peter Ruzicka si basa per il suo lavoro del 1990 «Metamorfosi sopra un campo sonoro di Joseph Haydn», che farà per così dire da complemento in «prima» itahana alle «Sette parole» hayd- niane. Ruzicka - che tra l'altro è dal 2001 direttore artistico del Festival di Salishurgo - apre a una grande orchestra con tre trombe in lontananza e l'eleborazione sonora di un nastro magnetico. Sul podio toma un «aficionado» della Rai come Gerd Albrecht, con il Coro Maghini diretto da Claudio Chiavazza e i cantanti solisti Livia Agh, Michelle Breedt, Markus Ullmann, Christoph Stephinger. Haydn è anche co-protagonista del 7" appuntamento di stagione dell'Orchestra Filarmonica di Torino, martedì 20 alle 21 in Conservatorio, preceduto dalla prova generale aperta di domenica 18 alle 18 (ingresso 8 euro) e dal concerto di lunedì 19 (alle 21 ) al Teatro Alfieri di Asti. Per la direzione di Mario Lamberto s'è scelta una delle sinfonie «parigine», quella «in do maggiore n. 82». Questa sinfonia condivide, con numerose altre del Maestro di Rohrau, la presenza di un sottotitolo che non è dell'autore, ma di editori e impresari che «ante litteram» giocavano su uno slogan a scopi pubblicitari. La n. 82 ha l'appellativo di «L'orso»: riferimento che vari commentatori tra cui Luigi Della Croce trovano appropriato, in quanto il finale richiama sia nella ritmica sia nel colore quelle fiere di villaggio in cui l'esibizione di complessi popolari si accompagnava al goffo e spettacolo di un orso costretto a danzare tra le risate del pubbhco. La serata si completa con un Mozart da non perdere anche perché oggetto di un confronto ravvicinato. E' in programma il «Concerto per piano K.466» appena ascoltato con la Rai nell'interpretazione solistica dell'inglese Christian Blackshaw. Qui alla tastiera siederà Thanassis Apostolopoulos, greco di scuola anglo-russofrancese, del quale va sottolineato l'impegno costante nella produzione deUa musica del proprio Paese. Non si può poi dunenticare che la Rai il 18 alle 11 chiude al Sermig (piazza Boi^o Dora) la serie cameristica Domenica Musica. Haydn qui non c'entra: gh autori sono Bartók (Danze popolari rumene per archi). Short (Cities per clarinetto e archi) e Grieg (Suite in stile antico «Dai tempi di Holberg»). Con il clarinettista Cesare Coggi suonano gh strumentisti della Sinfonica con Alessandro Milani concertatore e primo violino. Leonardo Osella Gerd Albrecht sul podio della Rai il 22 e 23

Luoghi citati: Asti, Torino