L'ex notabile e il religioso due speranze per gli italiani di Giuseppe Zaccaria

L'ex notabile e il religioso due speranze per gli italiani I POSSIBILI MEDIATORI CON CUI SONO IN CORSO CONTATTI L'ex notabile e il religioso due speranze per gli italiani li primo era un dirigente del Baath che ha avuto rapporti con il nostro Paese. Il secondo fa parte del « Consiglio degli ulema» reportage Giuseppe Zaccaria inviato a BAGHDAD ■ tre ostaggi italiani ancora nelle mani delle «Brigate di Allah» sono vivi, o almeno lo erano fino a ieri, e in queste ore decisive 0 loro rilascio passa attraverso uno di quei canali che non si è soliti esibire, soprattutto sul palcoscenico intemazionale, però può risultare molto efficace nel proprio ambito. Parliamo di una delle persone che fino a un anno fa esercitavano molta influenza in Iraq e anche dopo la fine del regime ha mantenuto legami solidi e contatti piuttosto estesi, sia pure in una società che si sta disfacendo. Un ex alto dirigente del partito «Baath», libero perchè non si era mai macchiato di delitti ed è sempre stato aduso a contatti col nostro Paese, in quanto stretto collaboratore di Tareq Aziz per molti anni. Questo è tutto quanto si può sapere su contatti che continuano a svolgersi frenetici e nelle ultime ore sembrano aver spinto ad un certo ottimismo, almeno nella cerchia di chi li conduce. D ritratto del «mediatore» non può essere più preciso, né sarebbe utile definirlo ulteriormente anche se lo si potesse fare. I soli elementi che si possono aggiungere riguardano i rapporti che quest'uomo manteneva, o mantiene, con la cerchia di Aziz e sono dovuti non a comunanza di religione (il nostro uomo è islamico sunnita) ma a rapporti ancora più antichi, legati alla produzione petrolifera e alle relazioni commerciali con l'Italia. Ancora una volta i nostri contatti con il mondo arabo paiono seguire 0 tracciato di una carta copiativa che poi è la vecchia rete operativa dell' Eni, gestita da funzionari che hanno trascorso vent'anni a battere questi deserti e hanno fatto per il nostro Paese più di una cinquantina di governi. Per giorni, inseguendo specchietti per le allodole seminati lungo la strada, giornali e tv italiane hanno seguito la falsa pista di due nomi coincidenti. Prima si era parlato di Jamal Khubaisi, dirigente un po' velleitario dell' «Alleanza nazionale islamica», gruppo che in vista del dopo-occupazione tenta di porre il cappello sulla galassia di formazioni guerrigliere, resistenti o terroriste: lui va e viene da Falluja, millanta contatti che non sembra avere e soprattutto non esercita alcuna influenza reale. L'altro porta lo stesso cognome ma fa un lavoro diverso. Abdul Salam Al Khubaisi, responsabile per le relazioni intemazionali nel «Consiglio degli ulema», massimo organo deliberativo delle moschee sunnite, è una delle persone più telegeniche dell'Iraq, negli ultimi giorni è comparso più volte nelle tv di tutto il mondo mentre bacia ostaggi che ha contribuito a far liberare. Il «Consiglio», come peraltro la «Marjaiyah» che fra gli sciiti è il suo equivalente, ha invitato pubbhcamente i gruppi guerriglieri a rilasciare gli ostaggi senza far loro del male. Solo negli ultimi giorni questo Al Khubajsi si è fatto riprendere mentre baciava i tre ostaggi giapponesi liberati tre giorni fa, dunque un francese ed infine otto cinesi, anche se questi ultimi non hanno avuto diritto al bacio. Alla moschea di Um al-Qura, dove Abdul Salam lavora, per ottenere un incontro l'attesa è lunga e alla fine sfortunata, posto che all'improvviso Al Khubaisi deve andare via per recuperare altri due giornalisti giapponesi - Jumpei Yasuda e Nobutaka Watanabe - appena tornati liberi a Baghdad. C'è appena il tempo per un veloce scambio di battute mentre l'ulema si sia infilando in auto: «Gli italiani? Il loro è un caso a sé stante, sappiamo nulla del gruppo che li ha fatti prigionieri, però il loro lavoro era nell'area della sicurezza e questo li pone in posizione diversa rispetto agli altri sequestrati». Sono concetti già espressi, in ogni caso prima di andarsene Al Khubaisi tiene a ribadire che le milizie irachene «stanno rilasciando tutti gli ostaggi che non appartengono alle potenze occupanti oltre a uomini e donne della cooperazione». Insomma si chiama fuori dall'affare, com'è logico che sia. In questa vicenda dunque l'Italia ha deciso di seguire una strada assolutamente autonoma e lontana da vie più o meno «ufficiali», proprio a causa della singolarità dell'evento, delle caratteristiche dei prigionieri (finora i vigilantes stranieri, com'è accaduto per due tedeschi, sono stati uccisi direttamente senza la sceneggiata della prigionia) e per le strane caratteristiche della «Falange di Allah». Notizie d'agenzia informano del fatto che il plenipotenziario del governo, l'ambasciatore Gianni Castellaneta, è ripartito ieri da Teheran animato da un certo ottimismo e si dirige in Siria. Anche l'idea dell'sappello» lanciato ieri da dà Antonella Agliana e ritrasmesso ogni ora da Al Jazeera a partire dalle edizioni serali contiene con forte probabilità elementi che scaturiscono da una mediazione, e sono stati calibrati con attenzione estrema. La donna si rivolge alla «Falange di Allah» dicendo di essere una persona semplice che parla con gente semplice - con questo, ripristinando una ((parità» die gli islamici contemporanei apprezzano partico¬ larmente - però la frase chiave è quella successiva. La donna si rivolge a Dio, il Dio dei cristiani come degli islamici e dice esattamente: (di vostro Dio che noi rispettiamo». Queste non sono le pretese scuse pubbliche di Silvio Berlusconi però qualcosa che vi si avvicina, un messaggio di considerazione e rispetto che dal Qatar si diffonde il tutto il mondo islamico, sia pure legandosi non ad una contesa mediatico-poUtica ma piuttosto scivolando verso l'appello di privati al senso di umanità anche questo importantissimo) degli iracheni. Insomma, tutte le indicazioni portano a ritenere che la fonnulazione del messaggio risponda non tanto alla hen nota inventiva nazionale quanto ad indicazioni giunte dall' Iraq che possono soddisfare i ((falangisti» arabo-italiani. Questo almeno è quanto ci viene riferito da fonti informate, e la vicenda di cui si tratta è del genere su cui i controlli non sono possibili. Si prevede che le prossime ore diano unarispostaatutti.Ieril'ennesimo operatore . dell'ennesimo ((network» intemazionale aveva fatto girare la notizia che i tre superstiti fossero stati uccisi tutti assieme, per fortuna era solo un falso allarme. Non ci resta che sperare che la «via italiana alle trattative» e gli antichi legami nazionali possano funzionare.

Persone citate: Abdul Salam, Abdul Salam Al Khubaisi, Antonella Agliana, Aziz, Gianni Castellaneta, Jamal Khubaisi, Jumpei Yasuda, Nobutaka Watanabe, Silvio Berlusconi, Tareq Aziz